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  • Lunedì 15 giugno 2020

Si può viaggiare in sicurezza sugli aerei?

Sono posti in cui si corrono rischi, come tutti i luoghi chiusi e affollati, ma ci sono dei consigli per ridurli: scegliere un posto vicino al finestrino, per esempio

(Marco Di Lauro/Getty Images)
(Marco Di Lauro/Getty Images)

Da lunedì buona parte dei paesi europei ha riaperto le frontiere e abolito le restrizioni ai viaggi internazionali in vigore a causa della pandemia da coronavirus. Aeroporti e scali internazionali iniziano a riaprire e le regole di sicurezza imposte sugli aerei per limitare la diffusione del contagio sono state allentate, anche in Italia: spostarsi in aereo, insomma, è divenuto più facile. Ma è anche diventato più sicuro? In genere, il consiglio delle autorità sanitarie è quello di prendere l’aereo soltanto se necessario, mentre esperti ed epidemiologi sostengono che è ancora oggi un’attività potenzialmente causa di contagio (come tutti gli spostamenti in luoghi chiusi e affollati, d’altronde). Ci sono comunque regole di prudenza che permettono di contenere i rischi per chi deve, oppure vuole, prendere l’aereo.

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Perché è un problema?
Aerei, treni e bus condividono tutti lo stesso problema: sono luoghi chiusi, potenzialmente affollati e dove quindi il virus si può diffondere. Oltre a questi problemi, i viaggi in aereo ne presentano di aggiuntivi (mentre sono più sicuri per altri). Richiedono solitamente alcune ore in coda ai controlli e nei terminal degli aeroporti, situazioni che possono portare a contatto con molte persone e con superfici promiscue che vengono toccate di frequente.

Inoltre, una volta a bordo dell’aereo è difficile mantenere la distanza di sicurezza di un metro o più. Treni e autobus spesso viaggiano mezzi vuoti e, in molti paesi, i regolamenti impongono di lasciare liberi metà dei posti, in modo da garantire dello spazio tra un viaggiatore e l’altro. A bordo degli aerei, invece, le regole sul distanziamento non sono sempre valide: fare un viaggio con la metà dei passeggeri comporta grandi perdite per le compagnie, e per questo ci sono paesi, come l’Italia da lunedì, che consentono di riempire tutti i posti.

Spesso poi i voli aerei durano parecchie ore: rimanere molto tempo fianco a fianco con una persona aumenta drasticamente il rischio di contagio, nell’eventualità in cui fosse infetta. D’altro canto, come spiegano i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), l’organismo statunitense che si occupa di malattie infettive, negli aerei il sistema di ventilazione rende relativamente difficile a virus e germi diffondersi. L’aria viene continuamente prelevata dall’esterno e passata attraverso i cosiddetti filtri HEPA, in grado di bloccare non solo i virus, ma persino particelle più piccole.

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Devo davvero viaggiare?
I CDC suggeriscono di farsi alcune domande prima di partire. Per esempio: nel luogo da cui si parte circola il coronavirus? E in quello in cui si è diretti? Siete anziani o avete altre patologie preesistenti? L’epidemiologa Kacey Ernst e l’esperta di sanità Paloma Beamer, sul sito The Conversation, hanno scritto che se la risposta a queste domande è affermativa si dovrebbe considerare un’alternativa, ad esempio l’automobile (il mezzo di trasporto più sicuro per quanto riguarda il rischio di contagio). Le due esperte scrivono che personalmente hanno deciso che non è ancora arrivato il momento prendere l’aereo, ma hanno raccolto una serie di consigli per cercare di ridurre il pericolo di contagio.

Cosa fare prima di partire
La cosa più importante è cercare di capire quante persone saranno a bordo dell’aereo. Durante il picco dell’epidemia, molte compagnie aeree e molti paesi consigliavano qualche forma di distanziamento in cabina. Queste restrizioni, ormai, sono state quasi ovunque abolite. In Italia, uno dei paesi con le regole più severe in proposito,  l’obbligo di lasciare invenduti la metà dei biglietti di ogni aereo in arrivo o in partenza dall’Italia è stato abolito proprio a partire da lunedì 15 giugno.

Un volo pieno, con passeggeri seduti alla propria destra e alla propria sinistra e con persone che continuano a passare nel corridoio, è ovviamente più pericoloso di un volo semivuoto. Nel caso in cui non ci fosse scelta, per ridurre i rischi Ernst e Beamer suggeriscono un accorgimento controintuitivo: prenotare un volo con più scali, se è disponibile, in alternativa a uno più lungo e diretto.

Raddoppiare il numero di code e di controlli da superare può apparire rischioso, ma secondo loro vale la pena fare questo sacrificio per ridurre la quantità di tempo in cui si rimane seduti accanto ai propri vicini di posto. Nell’ipotesi che uno di questi sia contagioso, infatti, ridurre le ore a cui si è stati esposti diminuisce le probabilità di contagio. E il rischio di essere contagiati in questo modo è assai superiore rispetto a quello rappresentato da una coda in aeroporto. Inoltre, aggiungono Ernst e Beamer, voli aerei più brevi riducono anche la necessità di andare al bagno.

Se si può scegliere il posto in fase di prenotazione, la cosa migliore è prenderne uno accanto ai finestrini. Se ci immaginiamo la zona di possibile contagio come un cerchio con un raggio di circa un metro di cui siamo il centro, avere accanto una parete riduce di quasi il 50 per cento le possibilità di essere esposti a una persona contagiosa. E assicura anche una distanza maggiore dal corridoio, dove le persone fanno avanti e indietro.

Un ultimo accorgimento consiste nel controllare quali dispositivi di sicurezza utilizza la compagnia aerea per ridurre i rischi di contagio. Ad esempio: ci sono barriere interne all’aeroplano? Quali metodi vengono utilizzati per disinfettare il velivolo tra un volo e l’altro? Uno dei più efficaci, e più pubblicizzati in questi mesi di pandemia, è lo spray elettrostatico, che utilizza particelle di disinfettante con carica elettrica in grado di legarsi a qualsiasi superficie e di raggiungere anche gli angoli più difficili.

Infine, si può controllare se l’aeroplano ha i famosi filtri HEPA, in grado di filtrare le particelle di virus durante la fase di riciclo dell’aria. Non c’è da preoccuparsi troppo, però, perché quasi tutte le compagnie aeree oramai utilizzano queste tecnologie.

Cosa fare a bordo
Una volta a bordo dell’aereo gli accorgimenti da prendere non sono diversi da quelli raccomandati dalle principali autorità sanitarie per tutte le altre occasioni. Ernst e Beamer consigliano prima di tutto di portare sempre con sé del disinfettante, e di utilizzarlo sia per pulirsi le mani che per le superfici con cui si entra in contatto, come ad esempio la cintura di sicurezza.

Anche gli oggetti personali che passano per le mani di altre persone, come il passaporto, andrebbero igienizzati. Una cosa che spesso ci si dimentica di fare è igienizzare il proprio telefono. Disinfettarsi le mani di frequente rischia di essere poco utile se poi le si rimette immediatamente sopra il telefono non pulito.

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Una volta raggiunto il proprio posto, la cosa migliore è cercare di non muoversi. Attraversare l’aereo, ad esempio per andare al bagno, aumenta il numero di persone alle quali ci si avvicina e quindi il rischio di contagio.

Il rischio si può ridurre indossando mascherine filtranti, ma le due esperte consigliano di acquistarle soltanto dopo essersi accertati che nel luogo dove si vive ce ne siano abbastanza per il personale sanitario. Infine, l’ultimo consiglio può sembrare abbastanza sorprendente. Ernst e Beamer scrivono che è meglio non utilizzare i guanti. Secondo i loro studi, danno infatti un falso senso di sicurezza e il loro utilizzo è stato associato a una minore attenzione per l’igiene delle mani, che è sempre uno dei modi migliori per proteggersi dai virus.