Boeing ha annunciato il taglio di 12mila posti di lavoro negli Stati Uniti

Un lavoratore lascia la fabbrica del Boeing 737 il 16 dicembre 2019 a Renton, Washington (Stephen Brashear/Getty Images)
Un lavoratore lascia la fabbrica del Boeing 737 il 16 dicembre 2019 a Renton, Washington (Stephen Brashear/Getty Images)

La società aeronautica statunitense Boeing ha annunciato una riduzione del personale negli Stati Uniti di 12mila posti di lavoro, di cui 6.770 attraverso licenziamenti, per tentare di uscire dalla crisi causata dall’epidemia da coronavirus.

Altri 5.520 dipendenti statunitensi hanno deciso di lasciare volontariamente il proprio lavoro, dopo che l’azienda ha offerto loro alcuni incentivi economici. L’azienda ha dichiarato che prevede che ci saranno ancora, nei prossimi mesi, «migliaia di licenziamenti». Ad aprile Boeing aveva annunciato che avrebbe ridotto entro la fine del 2020 il 10 per cento della propria forza lavoro, su 145mila dipendenti nel mondo.

La crisi di Boeing è dovuta a un forte calo calo della domanda di aeroplani durante la pandemia, anche se l’azienda era già in difficoltà per l’interdizione al volo del 737 MAX, a causa di diversi gravi incidenti avvenuti lo scorso anno, che aveva portato alla sospensione della produzione dell’aereo. La produzione ora è ripresa, ma la prime consegne non potranno arrivare prima del terzo trimestre del 2020.