Il governo si è corretto sugli “assistenti civici”

Dopo molte polemiche il progetto del ministro Boccia sul corpo di volontari per aiutare i sindaci è stato circoscritto: gli "assistenti civici" non avranno compiti di controllo

(ANSA/ ALESSANDRO DI MEO)
(ANSA/ ALESSANDRO DI MEO)

Il progetto sugli “assistenti civici”, il corpo di volontari ipotizzato dal ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia per svolgere compiti di utilità pubblica e sorveglianza durante la “Fase 2”, ha provocato molte critiche sulla stampa, e incomprensioni e scontri all’interno del governo. Dopo una giornata di discussioni e commenti affidati alle agenzie di stampa, lunedì sera una riunione tra Boccia, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e quella del Lavoro Nunzia Catalfo sembra aver circoscritto i compiti di questi assistenti civici, escludendo i contestati ruoli di controllo e vigilanza e limitandoli a quelli di “pubblica utilità”.

La questione è al centro di un grosso dibattito dall’altro ieri, quando Boccia aveva annunciato un bando per reclutare 60mila volontari coordinati dalla Protezione Civile per aiutare le autorità locali a gestire i prossimi mesi dell’emergenza coronavirus. A creare molte polemiche era stata l’ipotesi che agli “assistenti civici” fossero affidati compiti di vigilanza sul rispetto di regole sanitarie e ordinanze: un corpo di volontari con una pettorina con compiti in parte sovrapponibili a quelli delle forze dell’ordine era uno scenario che molti giudicavano preoccupante.

– Leggi anche: Come il coronavirus invade un ospedale

I giornali oggi raccontano che l’iniziativa sugli assistenti civici sia stata presa piuttosto autonomamente da Boccia, appoggiato dal sindaco di Bari e presidente dell’ANCI Antonio Decaro, e che abbia sorpreso e indispettito tra gli altri Lamorgese e il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che per questo hanno protestato con Conte. Le preoccupazioni, sembra, riguardavano principalmente le modalità con cui i volontari sarebbero stati selezionati e quelle con cui sarebbero stati controllati per evitare abusi.  Lamorgese aveva anticipato che il ministero dell’Interno non si sarebbe occupato della formazione e della gestione del corpo di volontari. Lunedì si erano poi detti contrari al progetto anche il leader di Italia Viva Matteo Renzi e il deputato del Partito Democratico Matteo Orfini, rendendo ancora più acceso lo scontro politico sulla questione.

Lunedì sera si è quindi tenuta una riunione tra Conte e i ministri Boccia, Lamorgese e Catalfo, nella quale sembrano essere stati ampiamente circoscritti i ruoli degli assistenti civici: Conte, Boccia e Decaro hanno successivamente chiarito che non avranno incarichi di controllo e sorveglianza, come confermato anche dal governo in una nota alle agenzie, secondo la quale «la loro attività non avrà nulla a che vedere con le attività a cui sono tradizionalmente preposte le forze di polizia».

Intervenendo a Patriae su Rai2, Boccia ha detto che «non c’è mai stata nessuna guardia civile, nessuna ronda, nessun esercito: volontari per finalità sociali che regalano tempo al proprio comune di appartenenza», facendo come esempi di compiti degli assistenti civici «portare cibo a chi non può uscire di casa, medicine, se serve ad aprire e chiudere parchi, fare tutto quello che gli chiede il sindaco». Decaro ha detto che «non c’entrano niente né con la movida, né con le guardie civiche, né con i controlli», spiegando che per esempio aiuteranno a scaglionare gli ingressi fuori dai mercati.

– Leggi anche: L’OMS ha sospeso i test sull’idrossiclorochina