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  • Venerdì 15 maggio 2020

La Bundesliga ci prova

Dopo due mesi di pausa il campionato di calcio tedesco ricomincia domani con rigidi protocolli per evitare contagi, che però sono dietro l'angolo

Il Signal Iduna Park del Borussia Dortmund (ANSA-DPA)
Il Signal Iduna Park del Borussia Dortmund (ANSA-DPA)

Sabato pomeriggio, a più di due mesi dall’ultima giornata disputata, ricomincerà la Bundesliga, il principale campionato di calcio tedesco e uno dei cinque più importanti d’Europa. Mentre l’epidemia da coronavirus ha fermato lo sport professionistico in quasi tutto il mondo, e alcuni campionati come quello francese della Ligue 1 sono stati ufficialmente conclusi e assegnati a tavolino, quello che succederà da domani in Germania è osservato con grande attenzione dal resto del mondo. In particolare dagli altri campionati europei che vorrebbero riprendere a giocare e non sanno esattamente come: la Premier League britannica, la Liga spagnola e la Serie A italiana.

Da settimane quello dell’eventuale ripresa dei campionati è un tema assai discusso: anche troppo discusso, secondo molti. Come per quasi tutti i settori della vita pubblica ed economica stravolti dalla pandemia, ci si è interrogati a lungo su quali fossero le strade per riprendere a giocare in sicurezza, e se queste strade ci fossero del tutto. Naturalmente le partite col pubblico non torneranno ancora per un bel po’, ma in tanti hanno argomentato che riprendere le partite a porte chiuse è tecnicamente possibile dal punto di vista organizzativo, come lo è riprendere moltissime altre attività lavorative. Il calcio, oltre a essere una delle forme di intrattenimento più popolari in Europa, è anche un settore che dà lavoro a migliaia e migliaia di persone. Il CEO della Bundesliga Christian Seifert ha detto che non riprendere la stagione comporterebbe perdite per 750 milioni di euro.

Il problema principale, però, è che nel calcio giocato il distanziamento fisico tra i calciatori è impossibile, e per questo il più grosso ostacolo alla ripresa dei campionati è stato decidere un protocollo sanitario da seguire nel caso un calciatore risultasse positivo al coronavirus. L’orientamento più prudente, che sembra essere preferito dalla Serie A, sarebbe di mettere in isolamento il calciatore, insieme a tutta la sua squadra e allo staff tecnico, che presumibilmente vi hanno avuto contatti stretti e prolungati. Questo però significherebbe escludere una squadra dal campionato, oppure, più plausibilmente, fermarlo del tutto per almeno due settimane (anche se ci sono molti casi in cui la COVID-19 dura assai di più).

Il rischio, quindi, è di ricominciare un campionato per sospenderlo poco dopo. La Bundesliga ha già detto che la fine del campionato potrà slittare fino a luglio, se ci saranno problemi. Per organizzare la ripresa del campionato, in ogni caso, c’è stato un lungo lavoro preparatorio che ha prodotto un documento pieno di regole e protocolli, alcuni particolarmente strani, ma che potrebbero diventare prima o poi normali per il futuro prossimo dello sport professionistico.

Un allenamento dello Schalke 04 (La Presse/AP Photo/Martin Meissner)

Giocatori positivi
La Bundesliga ha adottato un approccio diverso, che presenta grossi rischi. In caso di positività di un calciatore, i protocolli approvati prevedono di mettere in isolamento soltanto lui, considerandolo come un normale infortunato. È previsto che vengano contattate le autorità sanitarie locali, e che vengano messi in isolamento anche tutti quelli che presentano sintomi: ma non si dovrà mettere in quarantena l’intera squadra.

Questo permetterebbe di continuare il campionato, ma è evidente che il rischio che i compagni del giocatore positivo siano stati contagiati esiste, e potrebbe anche essere relativamente alto. È previsto che vengano testati estesamente, in modo da contenere il rischio di lasciar giocare una partita a un compagno di squadra contagiato, che potrebbe quindi trasmettere il virus fuori dal club. In tanti temono comunque che questo modello possa rivelarsi presto inadeguato, se dopo la sua applicazione si riscontrerà che altri calciatori e avversari del malato sono stati contagiati. Una squadra con 4 o 5 giocatori ammalati dovrebbe sostituirli con calciatori delle giovanili, cosa che però la penalizzerebbe inevitabilmente.

La ripresa della Bundesliga richiederà una grossa operazione di test sui giocatori e sugli staff: più precisamente, si è stimato che serviranno 25mila tamponi per concludere la stagione. La Germania è il paese europeo con le maggiori capacità di testare la popolazione per il coronavirus, e il sistema di laboratori ha la capacità di analizzare fino a 900mila test a settimana. La Bundesliga ha assicurato che non sottrarrà test alla popolazione, e che li pagherà tutti. I giocatori saranno testati due volte a settimana, tra cui il giorno precedente alla partita. Certe squadre hanno organizzato sistemi di sondaggi quotidiani per accertarsi della comparsa di eventuali sintomi nei giocatori, a cui è raccomandato di non avere nessun contatto con persone fuori dal proprio nucleo abitativo.

Ci sono già stati dei problemi: tra fine aprile e inizio maggio sono stati fatti 1.724 test tra le squadre della Bundesliga e della Bundesliga 2, la Serie B tedesca, trovando 10 positivi tra cui tre calciatori del Colonia, squadra della prima divisione. Il club ha detto che erano asintomatici, e ha proceduto con gli allenamenti applicando il protocollo. Non sono arrivate notizie di altri contagiati nella squadra. Da una settimana le squadre della Bundesliga sono in ritiro negli hotel o nelle strutture usate normalmente.

Tante regole
La Bundesliga ha stabilito che dentro e immediatamente fuori dagli stadi, durante le partite, potranno esserci al massimo 322 persone, tra giocatori, staff, arbitri, operatori televisivi, steward, medici, agenti di sicurezza, raccattapalle, tecnici di vario tipo e altre categorie. A tutti sarà misurata la temperatura corporea prima dell’ingresso. È prevista poi una lunga serie di protocolli di sicurezza, che comprende sanificazioni, mascherine indossate dai giocatori e dallo staff, distanziamento nelle aree dello stadio in cui ci si prepara alle partite, bottiglie d’acqua usa e getta ed entrate scaglionate negli spogliatoi tra giocatori titolari e riserve.

Jason Ceka, giocatore dello Shalke 04, durante un allenamento con la mascherina (ANSA-DPA)

I raccattapalle saranno al massimo quattro, dovranno avere più di 16 anni e lavarsi spesso le mani. Prima delle partite non ci saranno le tradizionali strette di mano tra i calciatori. Gli allenatori dovranno indossare la mascherina anche in campo, abbassandola solo quando devono dare istruzioni ai giocatori. Una delle regole più strane riguarda le esultanze dopo i gol: i giocatori non potranno abbracciarsi o darsi il cinque. Sono permessi «contatti brevi con i gomiti o i piedi». Toccherà agli arbitri assicurarsi che queste regole siano rispettate. Ai giocatori è raccomandato poi addirittura di farsi la doccia a casa o in hotel, dopo la partita.

Certe squadre, come il Borussia Mönchengladbach, si sono organizzate per offrire ai tifosi la possibilità di acquistare per 20 euro dei cartonati di se stessi da mettere sui seggiolini, donando il ricavato in beneficenza. Gli striscioni potranno essere fatti appendere dagli steward. Ai club però è stato chiesto di non installare sistemi per riprodurre i rumori del pubblico dagli altoparlanti.

I cartonati dei tifosi esposti nello stadio del Borussia Mönchengladbach (La Presse/AP Photo/Martin Meissner)

Dove eravamo rimasti
Alla fine del campionato tedesco mancano nove partite. Dopo l’ultima giornata, giocata a marzo, la prima in classifica era il Bayern Monaco che aveva 55 punti, 4 in più del Borussia Dortmund, 5 in più del Lipsia, e 6 in più del Borussia Mönchengladbach. Seguivano poi Bayern Leverkusen, Shalke 04 e Dortmund.

Inevitabilmente le gerarchie del campionato potrebbero essere rimesse in discussione dal lungo stop dovuto alla pandemia: i giocatori hanno dovuto allenarsi per settimane autonomamente e hanno ripreso da poco a giocare insieme, inizialmente soltanto a piccoli gruppi. Ci saranno probabilmente squadre che avranno gestito meglio di altre questa inedita pausa forzata a tre quarti del campionato, e molto di cosa succederà in queste ultime nove giornate – sempre che si giochino tutte – dipenderà dalla forma fisica dei giocatori.

Che partite ci sono
Le prime partite si giocheranno sabato alle 15.30 e saranno cinque in contemporanea: Hoffenheim-Herta Berlino, Augsburg-Wolfsburg, Borussia Dortmund-Shalke 04, Düsseldorf-Paderborn 07 e Lipsia-Friburgo. Il Bayern Monaco giocherà domenica alle 18 contro l’Union Berlin, mentre la giornata si chiuderà lunedì con l’ultima partita, Werder Brema-Bayern Leverkusen. Saranno trasmesse in Italia da Sky Sport, che ha i diritti sul campionato tedesco.