Le notizie di sabato sul coronavirus in Italia

I casi totali sono diventati 218.268, i morti in più rispetto a ieri sono 194

(Claudio Furlan - LaPresse)
(Claudio Furlan - LaPresse)

I contagi totali da coronavirus registrati ufficialmente dall’inizio dell’epidemia in Italia, secondo i dati diffusi oggi dalla Protezione Civile, sono 218.268. Ci sono 1.083 casi registrati in più di ieri. I morti totali invece sono 30.395 un incremento di 194 rispetto a ieri. I nuovi pazienti “guariti o dimessi” sono 4.008, per un totale di 103.031. Le persone attualmente ricoverate in terapia intensiva sono 1.024, 144 in meno di ieri. Si registrano 3.119 attualmente positivi in meno, per un totale di 84.842.

In Lombardia, la regione più colpita, i casi registrati nelle ultime 24 ore sono 502, e i morti 85: rispettivamente il 46 e il 44 per cento dei dati comunicati oggi; la provincia di Milano registra quasi gli stessi casi del Piemonte e più di qualunque altra regione italiana. A parte Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna, nessuna regione supera oggi i 60 casi registrati.

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Le notizie di oggi
Il Tar di Catanzaro ha accolto il ricorso del governo nella disputa con la regione Calabria, che il 29 aprile aveva permesso la parziale riapertura di bar e ristoranti nonostante ancora oggi sia vietato dalle restrizioni nazionali. Non è ancora chiaro se il governo regionale della Calabria, guidato dal centrodestra, rispetterà la sentenza: già nei giorni scorsi aveva annunciato che la controversia doveva essere risolta dalla Corte Costituzionale per via della sua natura di conflitto fra governo e regioni.

Intanto ieri l’Eurogruppo, l’organo dell’Unione Europea che riunisce i ministri dell’Economia dell’eurozona, ha approvato definitivamente la proposta della Commissione Europea di eliminare la maggior parte delle condizioni per utilizzare la nuova linea di credito del MES (Meccanismo europeo di stabilità) per contrastare il coronavirus. L’unica condizione da rispettare, almeno nel primo periodo, sarà impiegare i soldi ottenuti dalla linea di credito per coprire le spese sanitarie sostenute a causa della pandemia.

Secondo le condizioni previste, ogni paese avrà diritto di chiedere un prestito decennale pari al 2 per cento del proprio PIL – per l’Italia sono circa 36 miliardi di euro – con un tasso di interesse molto basso, fissato allo 0,1 per cento. La linea di credito agevolata sarà disponibile dal primo giugno 2020 fino alla fine del 2022.

Nelle scorse settimane il governo italiano aveva prima negato di voler chiedere un prestito al MES, e successivamente ammesso che avrebbe «letto le carte» prima di prendere una decisione. Il Movimento 5 Stelle è da sempre contrario al suo utilizzo – come i partiti di destra, che sostengono sia una inaccettabile cessione della sovranità in materia economica – mentre il Partito Democratico è più possibilista: ieri il viceministro all’Economia Antonio Misiani, del PD, ha detto che la decisione dell’Eurogruppo è «una buona notizia per l’Europa e per l’Italia».

Perché i casi aumentano ancora?
Una conseguenza della scarsa precisione dei dati raccolti fin qui è che anche ora che la situazione sembra complessivamente migliorare (il calo dei ricoveri in terapia intensiva ne è un segnale) il numero dei nuovi casi sembra ancora molto alto.

Una possibile risposta è che l’aumento del numero dei casi confermati sia legato all’aumento del numero di tamponi effettuati: più test si fanno, più casi si trovano. Questo dimostrerebbe anche che nelle prime settimane dall’inizio dell’epidemia il basso numero di test non aveva permesso di identificare tutti i casi, che sono stati (e sono ancora oggi) più di quanti dicano i numeri ufficiali.

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