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  • Venerdì 8 maggio 2020

No, il Comune di Milano non ha multato i ristoratori che hanno manifestato in piazza

Lo aveva detto Matteo Salvini, ripreso da diversi giornali, ma il Comune non c'entra nulla con le multe

(ANSA/PAOLO SALMOIRAGO)
(ANSA/PAOLO SALMOIRAGO)

Mercoledì 6 maggio una cinquantina di ristoratori hanno manifestato a Milano, davanti all’Arco della Pace, per protestare contro le misure adottate del governo nei loro confronti, che giudicano insufficienti. Verso la fine della manifestazione una ventina di loro sono stati multati dalla polizia per assembramento illecito, con una sanzione da 400 euro. I partiti di destra hanno criticato l’opportunità delle multe: il segretario della Lega Matteo Salvini, commentando la notizia durante un’intervista tv a 7 Gold, ha accusato esplicitamente il Comune di Milano, governato dal centrosinistra, e la sua dichiarazione è stata ripresa da diversi giornali. In realtà il Comune non c’entra nulla.

Fonti della Questura di Milano, che come tutte le questure italiane dipende dal ministero dell’Interno, hanno fatto sapere al Giorno che l’intervento della polizia all’Arco della Pace è stato «inevitabile»: «tutti nel corso di questi giorni sono stati multati per gli assembramenti che si sono creati il 25 aprile, il 20 aprile e anche i gilet gialli in piazza Duomo». La Stampa ha scritto inoltre che il giorno prima della protesta la Questura aveva già avvertito i ristoratori che non avrebbe concesso alcuna autorizzazione a manifestare per via delle restrizioni contro il coronavirus.

In serata una delegazione dei manifestanti ha incontrato il Questore di Milano e sempre secondo il Giorno ha ammesso che «con l’andare delle ore è un po’ sfuggito di mano il distanziamento iniziale». Uno di loro, Alfredo Zini, ha comunque precisato che impugnerà la multa.

Nei giorni successivi il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha chiarito che il Comune di Milano non ha alcuna responsabilità nella decisione di multare i ristoratori e si è detto disponibile a incontrare una loro delegazione. Salvini, invece, ha aggiustato il tiro: in un successivo post su Facebook ha parlato genericamente di «risposta dello Stato», mentre il giorno dopo si è detto solidale con i poliziotti «costretti» a fare una multa a causa delle norme decise dal governo centrale.