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  • Giovedì 7 maggio 2020

Netanyahu rimarrà primo ministro di Israele

Per la quinta volta nella sua carriera, anche se fra un anno e mezzo dovrebbe cedere l'incarico al suo alleato Benny Gantz

(Amir Levy/Getty Images)
(Amir Levy/Getty Images)

Il presidente israeliano Reuven Rivlin ha dato mandato di formare un nuovo governo a Benjamin Netanyahu, primo ministro uscente e in carica da circa undici anni. Il nuovo governo sarà appoggiato da una coalizione trasversale che comprende sia il Likud, il partito di destra di Netanyahu, sia il partito centrista Blu e Bianco sia il Partito Laburista: l’accordo è stato trovato dopo una crisi politica di circa un anno. Per Netanyahu sarà il quinto mandato da primo ministro, il quarto consecutivo. Il governo si insedierà il 13 maggio.

La formazione del nuovo governo è stata piuttosto rocambolesca: è stata permessa grazie a un accordo fra Netanyahu e il capo di Blu e Bianco, Benny Gantz, che ha accettato di governare assieme a lui nonostante da mesi fosse diventato il capo informale dei partiti di opposizione. In cambio del suo sostegno, Gantz ha ottenuto di succedere a Netanyahu nell’incarico di primo ministro fra un anno e mezzo. Da tempo Netanyahu sta attraversando una fase complicata della sua carriera politica e rimane incriminato in tre processi per truffa e corruzione, che inizieranno il 24 maggio.

L’accordo fra Netanyahu e Gantz è stato fatto alcune settimane fa, ma Rivlin ha dato soltanto oggi il mandato per formare il governo perché stamattina la Corte Suprema israeliana ha respinto due ricorsi che chiedevano che a Netanyahu fosse impedito di formare un governo sia per via del processo a suo carico (secondo la principale interpretazione delle leggi israeliane, un ministro condannato in via definitiva deve dimettersi dal suo incarico) sia per l’inusuale accordo di coalizione trovato con Gantz.

La Corte ha deciso che a un membro del Parlamento, seppur indagato, può essere dato l’incarico di formare un governo. I giudici hanno anche respinto un ricorso secondo cui l’accordo di governo fra Likud e Blu e Bianco sarebbe una sorta di scudo per proteggere Netanyahu dai processi a suo carico. La Corte ha sottolineato che seppure l’accordo sia «inusuale» per la storia politica del paese, «non c’è materia per intervenire».

L’accordo trovato da Netanyahu e Gantz prevede inoltre che la legislatura attuale sia prolungata di un anno, e che Netanyahu e Gantz si spartiscano a turno la carica di primo ministro: i primi 18 mesi toccheranno a Netanyahu, poi sarà la volta di Gantz per altri 18 mesi, poi toccherà di nuovo a Netanyahu per sei mesi e infine a Gantz per gli ultimi sei. In questo modo, entrambi dovrebbero essere scoraggiati dall’indire nuove elezioni durante il proprio mandato da primo ministro.

Il Wall Street Journal ha scritto che nei primi sei mesi, il nuovo governo guidato da Netanyahu si concentrerà su due tipi di misure: quelle economiche, per sostenere la ripresa dopo la crisi dovuta al coronavirus, e quelle che prepareranno l’annessione di una parte delle colonie israeliane in Cisgiordania, che Israele occupa dal 1967 nonostante la comunità internazionale le consideri parte del futuro stato palestinese.

Negli ultimi mesi Netanyahu ha promesso varie volte che a breve il governo israeliano avrebbe iniziato ad annettere le principali colonie israeliane in Cisgiordania, approfittando anche del parziale appoggio dell’amministrazione statunitense di Donald Trump (la cui proposta di pace per la risoluzione del conflitto israelo-palestinese era sbilanciata a favore di Israele e proponeva esplicitamente l’annessione di varie colonie). Il tema dell’annessione è molto caro all’elettorato di destra ma è stato giudicato compatibile con il proprio programma anche da Blu e Bianco.