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  • Giovedì 23 aprile 2020

Il Benfica si è arrabbiato con il New York Times

Alla squadra di Lisbona non sono piaciuti i dubbi sollevati dal giornale sulle conseguenze della sua grande influenza in Portogallo, e sul magistrato-tifoso assegnato al processo "Football Leaks"

Estadio da Luz, Lisbona (Getty Images)
Estadio da Luz, Lisbona (Getty Images)

Il New York Times ha pubblicato un articolo sulla grande influenza in Portogallo della squadra di calcio del Benfica, associandola al processo che in estate vedrà coinvolto Rui Pinto, la persona che rese pubblici migliaia di documenti trafugati ai più alti livelli del calcio professionistico: caso diventato noto come “Football Leaks”.

Tariq Panja, il giornalista autore dell’articolo, aveva inviato sei domande alla dirigenza del Benfica durante la stesura del pezzo, ricevendo però solo un breve ed elusivo commento. Due giorni dopo la pubblicazione, il Benfica ha deciso di rispondere, ma a modo suo.

Il Benfica ha pubblicato le risposte al New York Times in un lungo comunicato dai toni abbastanza decisi, apparso giovedì sul sito ufficiale. Dopo numerose puntualizzazioni – che evidentemente il Benfica avrebbe potuto fare direttamente al giornalista, perché ne tenesse conto scrivendo – il comunicato si conclude così: «La quantità di informazioni mancanti dietro queste domande è difficilmente comprensibile (soprattutto se provengono da un giornalista così importante e ben informato)».

L’articolo si chiedeva se la conclamata importanza del Benfica in Portogallo potesse in qualche modo influenzare il processo in cui Rui Pinto è accusato di tentata estorsione, violazione della corrispondenza, sabotaggio informatico e altri 144 reati. I documenti trafugati da Rui Pinto hanno avuto grosse conseguenze nel mondo del calcio professionistico: le più note hanno coinvolto Manchester City e Paris Saint-Germain, due grandi club europei finiti sotto indagine della UEFA per aver aggirato il suo regolamento finanziario (il City è stato ritenuto colpevole e momentaneamente escluso dalle prossime coppe europee).

Il Benfica rientra fra i club ai quali sono stati sottratti documenti: nel suo caso era emerso principalmente uno strano e articolato sistema volto all’espansione dell’influenza del club nel paese, non solo in ambito sportivo. I documenti non mostravano nulla di illegale, ma alla luce di questa circostanza, l’articolo del New York Times approfondiva la questione legata all’influenza del Benfica nella società portoghese in generale. Il Benfica è il club più titolato del Portogallo e in oltre cento anni di storia ha sempre giocato nella massima divisione del campionato nazionale, un primato condiviso con poche squadre al mondo. In tribuna autorità allo stadio da Luz di Lisbona non è raro vedere giudici, pubblici ministeri, ufficiali di polizia e anche il primo ministro Antonio Costa.

(Mike Hewitt/Getty Images)

Ma la questione principale sollevata dall’articolo di Panja riguardava l’imparzialità del giudice assegnato al processo a Rui Pinto. Paulo Registo, infatti, non solo è notoriamente un tifoso del Benfica – cosa che non nasconde sui social network – ma in passato ha mostrato di apprezzare testi e opinioni che descrivevano Rui Pinto come un criminale. Di recente, inoltre, avrebbe cancellato i suoi post sulla squadra.

Non è la prima volta che un giudice portoghese finisce in una situazione del genere. L’anno scorso il giudice Eduardo Rodrigues Pires, già premiato dal Benfica per la sua lunga affiliazione alla squadra, rinunciò solo dopo molte pressioni a prendere parte al processo in cui il Porto – squadra rivale che in passato ha rivolto pesanti accuse di corruzione al Benfica – voleva ribaltare una sentenza con cui era stato condannato al pagamento di due milioni di euro per aver mostrato online i documenti trafugati.

Nelle sue lunghe risposte al New York Times, il Benfica ha ribadito come non sia stato coinvolto nei processi per corruzione che in passato hanno riguardato alcuni suoi ex dipendenti. Ha poi spiegato come ci siano probabilmente altri giudici legati in qualche modo ad altre squadre portoghesi, e come questi non vengano accusati di non essere imparziali nel loro lavoro. Sulla sua influenza in Portogallo, il Benfica ha ribattuto scrivendo che anche il governo e le grandi aziende americane vengono accusati di influenzare politicamente gli stati stranieri, e che un giornalista dovrebbe conoscere le differenze tra accuse concrete e infondate.