Le notizie di sabato sul coronavirus in Italia

I morti accertati nelle ultime 24 ore sono stati 482, i nuovi contagi ufficiali 3.491

Un posto di blocco a Rocca di Papa, in provincia di Roma, il 17 aprile 2020 (La Presse/AP Photo/Andrew Medichini)
Un posto di blocco a Rocca di Papa, in provincia di Roma, il 17 aprile 2020 (La Presse/AP Photo/Andrew Medichini)

Le persone morte per COVID-19 accertate nelle ultime 24 ore sono state 482, ha detto oggi la Protezione Civile, cifra che porta il bilancio ufficiale dall’inizio dell’epidemia a 23.227 decessi. Sono stati registrati 3.491 nuovi contagi, portando il totale accertato – che rappresenta solo una parte di quello reale – a 175.925. I nuovi pazienti “guariti o dimessi” registrati sono 2.200, mentre le persone attualmente positive rilevate con i tamponi sono 107.771. I ricoveri in terapia intensiva sono 2.733, 79 in meno rispetto a ieri. Le persone ricoverate in altri reparti sono invece 25.007. I tamponi elaborati nelle ultime 24 ore sono stati 61.725, circa 4mila in meno di ieri, giorno in cui si era registrato il record dall’inizio dell’epidemia.

Oggi è stato il primo giorno senza la conferenza stampa delle 18 della Protezione Civile, che sarà organizzata d’ora in poi soltanto il lunedì e il giovedì. I dati continueranno comunque a essere comunicati quotidianamente.

La discussione di oggi sul coronavirus in Italia si è concentrata principalmente intorno alle date delle graduali riaperture: i giornali hanno pubblicato varie ipotesi su cosa potrà riaprire, e come, a partire dal 4 maggio, cioè il giorno in cui scadranno le restrizioni attualmente in vigore. Molte saranno certamente rinnovate, ma è plausibile che alcune verranno tolte o allentate: dire quali, però, è ancora difficile, visto che mancano ancora due settimane. Quelle che si leggono in giro sono anticipazioni basate su fonti politiche dei giornali, ma oggi il governo ha ribadito che «sulle date ci sono soltanto ipotesi, fughe in avanti — in un momento tanto delicato — rischiano di alimentare caos e confusione».

Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori oggi ha pubblicato su Twitter una foto della chiesa del cimitero di Bergamo, che nelle scorse settimane si era riempita delle bare dei morti di COVID-19 in attesa di poter essere cremate. La chiesa ora è vuota, ha scritto Gori. Che dopo la situazione disastrosa di marzo le cose stiano andando meglio, a Bergamo, lo confermano anche i dati pubblicati oggi dall’Eco di Bergamo, secondo cui le morti sono tornate infine ai livelli pre-epidemia, dopo che erano arrivati a quintuplicare nella città.

Venerdì sera la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha firmato un’ordinanza riguardo agli esami di maturità: è stato deciso che le commissioni d’esame saranno composte da 6 membri interni, cioè da professori che hanno seguito gli studenti nel corso dell’anno scolastico, coordinati da un presidente esterno. «Gli studenti avranno un esame serio, vero, ma saranno valutati da chi ne conosce il percorso scolastico. Dobbiamo tenere conto di questo anno particolare», ha detto Azzolina.

Il commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri, poi, ha parlato del problema della carenza di mascherine: ha detto che nell’ultima settimana ne sono state consegnati 25,5 milioni, e che «al momento le regioni hanno 39,1 milioni di stock nei loro magazzini». Ha aggiunto poi che sarà fissato un prezzo massimo. In Toscana, dove sono obbligatorie, saranno distribuite gratuitamente da lunedì in 1.150 farmacie e 230 supermercati. Ogni cittadino con più di sei anni ne potrà ricevere fino a trenta al mese, presentando la tessera sanitaria o il codice fiscale.

Come leggere questi dati
Leggendo i comunicati giornalieri della Protezione Civile bisogna usare alcune cautele: in primo luogo per la distinzione tra il numero delle persone attualmente positive e quello complessivo dei contagiati, che può creare un po’ di confusione; e in secondo luogo perché sappiamo ormai che i contagiati e i morti sono molti di più di quelli rilevati dai dati.

Inoltre c’è un problema su cosa intenda la Protezione Civile quando parla di “guariti”: questo dato infatti comprende anche le persone dimesse dagli ospedali, ma che potrebbero essere ancora malate, e non comprende tutte le persone che sono state malate di COVID-19 ma non hanno mai fatto il tampone, e quindi non risultano né nel conteggio dei malati né, in un secondo momento, in quello dei guariti.

Perché i casi aumentano ancora?
Una conseguenza della scarsa precisione dei dati raccolti fin qui è che anche ora che la situazione sembra complessivamente migliorare (il calo dei ricoveri in terapia intensiva ne è un segnale) il numero dei nuovi casi sembra ancora molto alto.

Una possibile risposta è che l’aumento del numero dei casi confermati sia legato all’aumento del numero di tamponi effettuati: più test si fanno, più casi si trovano. Questo dimostrerebbe anche che nelle prime settimane dall’inizio dell’epidemia il basso numero di test non aveva permesso di identificare tutti i casi, che sono stati (e sono ancora oggi) più di quanti dicano i numeri ufficiali.