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  • Venerdì 3 aprile 2020

«Qui il virus non c’è»

Lo dice il presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko, che si rifiuta di prendere misure contro il coronavirus e definisce i timori degli altri paesi una «psicosi di massa»

Il presidente bielorusso Lukanshenko durante una partita di hockey su ghiaccio il 28 marzo 2020 (Andrei Pokumeiko/BelTA Pool Photo via AP, File)
Il presidente bielorusso Lukanshenko durante una partita di hockey su ghiaccio il 28 marzo 2020 (Andrei Pokumeiko/BelTA Pool Photo via AP, File)

Il presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko, si è finora rifiutato di prendere qualsiasi misura contro il coronavirus (SARS-CoV-2), negando i rischi della pandemia e definendo una «psicosi di massa» i timori e le limitazioni imposte da moltissimi governi ai loro cittadini. Durante una partita di hockey su ghiaccio giocata la scorsa settimana, Lukashenko, considerato “l’ultimo dittatore d’Europa”, ha detto a un giornalista che stava seguendo l’evento: «Qui il virus non c’è».

I casi di coronavirus registrati nel paese sono poco più di 300, i morti segnalati quattro. Secondo alcuni bielorussi, ha scritto Associated Press, i dati diffusi dal governo starebbero però sottostimando la diffusione del virus, con l’obiettivo di non fermare l’economia nazionale, già in grossa difficoltà per altre ragioni.

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La Bielorussia è l’unico paese europeo dove si continuano a giocare le partite di calcio professionistico a porte aperte, con gli spettatori sugli spalti. Il ministro della Salute ha bocciato qualsiasi idea di imporre restrizioni o quarantene alla popolazione, dicendo che il governo avrebbe condotto tamponi su larga scala e avrebbe controllato gli spostamenti delle persone risultate positive al test: per questo finora nessuna delle attività commerciali e produttive del paese è stata bloccata.

Il presidente Lukashenko ha suggerito ai bielorussi di farsi una sauna «due o tre volte a settimana», sostenendo che il virus non sopravviva alle alte temperature; ha detto di «lavarsi le mani più spesso, fare colazione in orario, pranzare e cenare»; ha previsto che il virus sparirà del tutto entro Pasqua, che quest’anno le chiese ortodosse celebrano il 19 aprile (la più grande organizzazione religiosa del paese è la Chiesa ortodossa bielorussa); e ha sostenuto che «saranno di più le persone che moriranno per la disoccupazione e la fame, che per il coronavirus».

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Associated Press ha scritto che l’impatto dell’imposizione di misure restrittive in Bielorussia sembra preoccupare Lukashenko molto più del coronavirus. L’economia bielorussa sta infatti attraversando un periodo complicato, a causa del taglio dei sussidi energetici deciso dalla Russia e dallo stallo nei negoziati per avviare una più ampia integrazione tra i due paesi, progetto che potrebbe aiutare in maniera significativa l’economia della Bielorussia.