Una canzone dei Foreign fields

Ancora una canzone che parla di ora e di dopo, però nuova, e lacustre

Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera.
La prima newsletter, inviata il 15 ottobre scorso, è online per tutti qui. Per ricevere le successive gli abbonati devono indicarlo nella propria pagina accountQui c’è scritto cosa ne pensa chi la riceve: online sul Post c’è ogni giorno la parte centrale della newsletter, quella – dicevamo – sulla canzone.

The beauty of survival
Cosa avevo detto ieri?
La canzone più bella di questo disco uscito la settimana scorsa si chiama come il disco, “Il bello di sopravvivere”. Fate voi.
Loro sono due, del Wisconsin, insieme da una decina d’anni. The beauty of survival è il loro terzo disco e sono andati a farlo a Nashville. Nel 2012 furono “scoperti” dai Counting Crows che se li portarono in tour, e questa sarebbe già una gran referenza. Non hanno proprio l’aria delle rockstar. Fanno una musica molto bella che suona folk nel cantato e nell’uso della chitarra ma ci mette sopra arrangiamenti più moderni e cinematografici. L’ultimo singolo che aveva anticipato il disco, per soprammercato, si chiama Terrible times, ed è già un gran bel pezzo. Ma qui vi mostro appunto “il brano omonimo” del disco, che lo conclude. Molto bello, lacustre più ancora che notturno, e così sentiamo anche qualcosa di nuovo.

The beauty of survival su Spotify
The beauty of survival su Apple Music
The beauty of survival su YouTube