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  • Mercoledì 11 marzo 2020

Negli Stati Uniti sono stati rilevati più di mille casi di coronavirus

Ormai ci sono casi nella maggior parte degli stati e quelli al momento più colpiti sono lo stato di Washington, la California e lo stato di New York

(Drew Angerer/Getty Images)
(Drew Angerer/Getty Images)

Negli Stati Uniti le persone risultate positive al test per il coronavirus (SARS-CoV-2) sono più di 1.000. Le informazioni messe a disposizione dai vari stati e dal CDC, l’organismo di controllo sulla sanità pubblica negli Stati Uniti, dicono che i casi di contagio sono ormai diffusi in gran parte del paese: gli stati con almeno un caso sono 39. Secondo il New York Times, le persone morte per problemi in qualche modo legati al coronavirus sono state almeno 31.

Il primo caso negli Stati Uniti è stato accertato il 21 gennaio nello stato di Washington, e per alcune settimane tutti i casi individuati riguardavano persone che erano state all’estero. Le cose sono cambiate tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, quando in alcune aree del paese si sono iniziati a trovare casi di contagio di persone che non avevano viaggiato all’estero. Il New York Times ha raccontato, tra l’altro, come è possibile che il contagio si sia diffuso per giorni senza che nessuno se ne accorgesse, nonostante segnalazioni e proposte con lo scopo di iniziare a effettuare test mirati, per colpa di una scarsa attenzione alla questione da parte del governo federale.

Ora, con più di 1.000 casi di contagio noti, gli Stati Uniti sono l’ottavo paese al mondo per numero di contagi, dietro a Cina, Italia, Iran, Corea del Sud, Francia, Spagna e Germania; ma c’è il forte sospetto che i contagi non accertati possano essere molti di più.

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Al momento i tre stati con più casi accertati – 279, 178 e 173 – sono lo stato di Washington, la California e lo stato di New York. La maggior parte delle morti di pazienti con coronavirus è avvenuta nello stato di Washington e molte delle morti sono legate a diversi casi di COVID-19, la malattia causata dal coronavirus, in una casa di cura per anziani di Kirkland, una città a est di Seattle. Nel caso dello stato di New York, si pensa che il focolaio principale si trovi a New Rochelle, una città di 70mila abitanti non lontano dalla città di New York. Andrew Cuomo, governatore dello stato, ha deciso di creare nella città una “zona di contenimento“.

Come ha scritto Axios, 12 dei 39 stati con almeno un caso accertato di contagio da coronavirus hanno dichiarato lo stato d’emergenza. E, come ha scritto il New York Times, «anche le autorità degli stati più piccoli, finora senza casi accertati, dicono che è solo questione di tempo prima che il virus venga individuato anche lì». In diversi stati sono state chiuse alcune scuole e stanno aumentando gli inviti a lavorare da casa e, soprattutto per gli anziani, di uscire solo se necessario. Jay Inslee, governatore dello stato di Washington, dovrebbe annunciare oggi un divieto generale per gli eventi con più di 250 persone nell’area di Seattle, la città che è stata definita «la capitale statunitense del coronavirus».

Per la situazione legata al coronavirus, Alphabet, la società che tra le altre cose controlla Google, ha invitato – prima ancora di eventuali decisioni statali o federali – tutti i suoi dipendenti che lavorano negli Stati Uniti e in Canada a lavorare, se possibile, da casa almeno fino al 10 aprile. Si tratta, in tutto, di quasi 100mila persone.

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Il presidente Donald Trump ha detto che per ora non si è sottoposto a un test per il coronavirus e ha lasciato intendere che non pensa sia il caso di farlo visto che “si sente bene” (mentre è possibile risultare positivo al test ancora prima di mostrare eventuali sintomi). Tutto questo, tra l’altro, quando almeno già 7 membri del Congresso hanno deciso di isolarsi nelle loro case perché entrati in contatto con una persona risultata positiva al test per il coronavirus. Almeno due di loro erano stati a loro volta in contatto con Trump.