I casi di coronavirus in Italia sono più di mille

Sono 240 in più rispetto a ieri, ma il 52% è in isolamento a casa senza sintomi, o con sintomi lievi: i morti risultati positivi sono 29

Galleria Vittorio Emanuele a Milano. (ANSA / GIULIA COSTETTI)
Galleria Vittorio Emanuele a Milano. (ANSA / GIULIA COSTETTI)

Sabato sera la Protezione Civile ha dato i dati aggiornati sulle persone che sono risultate positive ai test per il coronavirus (SARS-CoV-2) in Italia: sono in tutto 1.128, circa 240 in più rispetto a ieri. Le persone che avevano contratto il virus e che sono morte sono state finora 29: otto nella giornata di sabato, tutti «anziani» secondo quanto ha detto il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli. In generale, la maggior parte delle persone morte in Italia che erano risultate positive al coronavirus avevano malattie pregresse e condizioni di salute precarie. 50 persone sono state dichiarate guarite, perché dopo aver contratto il virus sono risultate negative ai successivi test: le ultime 4 in Liguria. Escludendo i decessi e i guariti, le persone ammalate in Italia al momento sono 1.049, mentre i tamponi effettuati, ha detto stasera Borrelli, sono stati oltre 18.500.

Sabato il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha annunciato – in anticipo rispetto al comunicato ufficiale del governo – che nella sua regione, in Lombardia e in Veneto le scuole e le università resteranno chiuse un’altra settimana come misura precauzionale, come raccomandato dall’Istituto Superiore di Sanità. Dovrebbero riaprire nel resto del Nord Italia: di sicuro in Liguria (fatta eccezione per la provincia di Savona) e in Friuli Venezia Giulia, i cui presidenti hanno a loro volta fatto un annuncio sulla questione. Si attende però il contenuto del primo decreto legge del governo per controllare e gestire le conseguenze della diffusione del coronavirus in Italia, che dovrebbe dare informazioni più precise anche sulle scuole: il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha detto che sarà diffuso domani.

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Delle 1.049 persone che sappiamo aver contratto il virus, il 52 per cento è in isolamento a casa propria e non presenta sintomi, o ne presenta di molto lievi; 401 sono ricoverate invece con sintomi, e 105 sono in terapia intensiva (ieri erano 65). Le persone contagiate finora erano state nelle zone dove sono stati individuati i due focolai italiani, quella del lodigiano e quella di Vo’ in Veneto, oppure erano entrate in contatto con persone malate. Non sono insomma stati localizzati altri focolai del coronavirus. I casi accertati di contagio in Lombardia sono 552, in Emilia-Romagna 213 e in Veneto 189.

Intanto, venerdì sera c’è stato il primo caso di contagio registrato nel Lazio, se si escludono i due turisti cinesi ormai guariti e il ricercatore rimpatriato da Wuhan, in Cina. Si tratta di una donna di 38 anni di Fiumicino, comune fuori Roma, che era stata recentemente a Bergamo per vedere alcuni parenti. Dopo che si era sentita male, e dopo aver fatto un periodo di isolamento, è stata sottoposta ai test ed è risultata positiva: è stata trasferita all’ospedale Spallanzani insieme al marito e ai figli, che sono a loro volta risultati positivi ai primi test per il coronavirus: si aspetta la conferma definitiva.

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Non è ancora chiaro in che termini saranno eventualmente rinnovati i punti dell’ordinanza della scorsa settimana che hanno chiuso cinema, musei e teatri e che hanno sospeso le manifestazioni sportive e quelle pubbliche in generale nel Nord Italia. Si parla, per esempio, di riaprire i musei ma controllando gli ingressi in modo da consentire le visite a piccoli gruppi per volta: farà così il Duomo di Milano, da lunedì, mentre ha riaperto regolarmente da oggi l’Acquario di Genova.

Cinque partite del campionato di Serie A di calcio, tra cui l’attesissima Juventus-Inter, sono state invece rinviate al 13 maggio: le altre sono Milan-Genoa, Parma-Spal, Sassuolo-Brescia e Udinese-Fiorentina. Dovevano giocarsi inizialmente a porte chiuse, in quanto previste nel Nord Italia, ma dopo lunghe trattative tra le società, la Lega Calcio e il governo si è deciso per rinviarle.

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Tra le altre misure che saranno incluse nel decreto, secondo le anticipazioni dei giornali, c’è la sospensione dei versamenti fiscali per il settore alberghiero di tutta Italia, colpito da moltissime cancellazioni dopo la diffusione del coronavirus; sospensione fino a giugno dei pagamenti fiscali per i cittadini della “zona rossa” isolata nel lodigiano, insieme ad aiuti per 50 milioni di euro per le piccole e medie imprese e ad aiuti fino a 500 euro al mese per i lavoratori autonomi dell’area. Nella zona isolata nel lodigiano intanto riapriranno da lunedì gli uffici postali, e saranno pagate le pensioni.

Molte preoccupazioni degli esperti continuano a essere riposte sul sistema sanitario delle regioni interessate dal contagio, attualmente sotto grande pressione e «ai limiti della tenuta» secondo quanto ha detto al Corriere della Sera Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano. «Alcuni ospedali sono veramente in grave crisi, come quelli di Lodi e Cremona che sono sovraccarichi di pazienti».