Una canzone dei Destroyer

Una cosa nuova nuova di stamattina, per una volta: è già perfetta per stare qui

(Frazer Harrison/Getty Images for Coachella)
(Frazer Harrison/Getty Images for Coachella)

Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera.
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Foolssong
Oggi è uscito il disco nuovo dei Destroyer, che è di nuovo una band di una persona sola, e musicisti vari e passeggeri. E non è una band di heavy metal o cose aggressive in sintonia col nome: lui ha spiegato che voleva fare lo spiritoso, scegliendo il nome, e alludere a un modo sovversivo di affrontare il pop rock. In effetti – lui si chiama Dan Bejar, è di Vancouver, e ha 47 anni – fa una musica eclettica, con dischi e suoni anche piuttosto diversi tra loro, tra rock, elettronica e pop ma irruvidito dalla sua voce che è piuttosto riconoscibile e particolare. Ormai fa dischi da quasi 25 anni, e ha avuto momenti di grandi apprezzamenti e discreti successi: in particolare con un disco del 2011 che si chiamava Kaputt e aveva dentro questa che a me piace molto, per  i suoni un po’ Steely Dan e il suo modo confidenziale di cantarla.
Adesso ha fatto questo disco nuovo che mi pare buono perché le sue cose ci sono tutte, ma in questo poco tempo mi sono già affezionato all’ultimo pezzo (era un po’ che non finivamo di nuovo su un ultimo pezzo) un po’ ambientoso. Il testo va’a sapere a cosa si riferisca, ci sono dentro diverse cose, ma la canzone è già perfetta per quest’ora prima di andare a letto, e canticchiare “dan-dan-dandan”. Il finale è molesto, lo so, lo notano tutti: Alex Petridis del Guardian, celebrando la canzone, e a Consequence of Sound ricorda i Radiohead.

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