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  • Venerdì 17 gennaio 2020

È iniziato il processo di impeachment

Al Senato il presidente della Corte Suprema ha aperto formalmente l'ultima fase, mentre sono arrivate altre prove contro Trump

Un'immagine del Senato durante l'apertura del processo di impeachment. (Senate Television via AP)
Un'immagine del Senato durante l'apertura del processo di impeachment. (Senate Television via AP)

Il Senato degli Stati Uniti ha formalmente aperto il processo con il quale verrà giudicato il presidente Donald Trump, accusato di abuso di potere e ostruzione ai lavori del Congresso nel complicato caso che riguarda l’Ucraina e la sua telefonata al presidente Volodymyr Zelensky, nella quale gli fece pressioni perché aprisse un’indagine contro Joe Biden. È la terza volta nella storia che un processo di impeachment arriva al Senato, dopo quelli contro Andrew Johnson e Bill Clinton, e inaugura un periodo – di una durata che non si sa ancora – in cui le tensioni tra Repubblicani e Democratici probabilmente aumenteranno ulteriormente, sullo sfondo delle primarie Democratiche e della campagna elettorale per le presidenziali di novembre.

Parte dei deputati Democratici che faranno da pubblica accusa al processo di impeachment, guidati da Adam Schiff. (AP Photo/Julio Cortez)

Giovedì John G. Roberts, il giudice che presiede la Corte Suprema, di orientamento conservatore, ha prestato giuramento ufficiale e ha assunto l’incarico di presidente del processo al Senato. Ha poi fatto giurare tutti i senatori, che uno per uno hanno firmato un libro speciale, prima di aggiornare la seduta a martedì prossimo. Adam Schiff, deputato Democratico che guida la delegazione di sette membri della Camera che faranno la pubblica accusa, ha letto i due capi d’accusa approvati dalla Camera lo scorso dicembre.

Trump, in tutto questo, ha scritto un tweet tutto in maiuscolo in cui si è lamentato di essere stato messo sotto impeachment «per aver fatto una telefonata perfetta».

Non ci sono dubbi che il Senato, dove c’è una salda maggioranza Repubblicana, respingerà la proposta di impeachment: ma i senatori Repubblicani sono divisi sulle modalità con cui difendere il presidente, cioè se cercare di concludere in fretta il processo come vorrebbe Trump oppure se chiamare nuovi testimoni per aggiungere elementi che lo discolpino.

Il Senato visto da fuori, ieri. (AP Photo/J. Scott Applewhite)

Questa settimana intanto sono arrivate nuove prove che potrebbero peggiorare la posizione di Trump, al Senato o nell’opinione pubblica. Mercoledì infatti Lev Parnas, un collaboratore di origini ucraine dell’avvocato personale di Trump Rudy Giuliani, ha presentato un blocco di messaggi, chiamate telefoniche e altri documenti che suggeriscono che gli avvocati di Trump abbiano messo sotto sorveglianza Marie Yovanovitch, all’epoca ambasciatrice degli Stati Uniti in Ucraina, e che abbiano investigato su Biden e su suo figlio Hunter. In diverse interviste, Parnas ha detto che tutte le attività sue e di Giuliani erano dirette da Trump.

Ieri, invece, il Government Accountability Office (GAO), una sezione che si occupa di fare indagini per conto del Congresso, ha concluso che la decisione di Trump di bloccare gli aiuti economici all’Ucraina per spingere all’apertura dell’inchiesta su Biden abbia violato la legge. Di per sé le conclusioni del GAO non hanno conseguenze concrete, ma sono un ennesimo tassello che si aggiunge all’accusa contro Trump.