Il primo ministro libico Fayez al Serraj si è rifiutato di incontrare Giuseppe Conte a Roma

Khalifa Haftar e Giuseppe Conte a Palazzo Chigi (EPA/FILIPPO ATTILI / CHIGI PALACE PRESS OFFICE)
Khalifa Haftar e Giuseppe Conte a Palazzo Chigi (EPA/FILIPPO ATTILI / CHIGI PALACE PRESS OFFICE)

Secondo i giornali italiani, tra cui Foglio e Repubblica, oggi il primo ministro libico Fayez al Serraj si sarebbe rifiutato di partecipare a un incontro già fissato a Roma con il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte perché infastidito dal fatto che poco prima Conte avesse incontrato il maresciallo Khalifa Haftar.

Haftar e Serraj sono i leader dei due schieramenti che si stanno facendo la guerra in Libia. Serraj è il capo del governo di accordo nazionale, riconosciuto dall’ONU e con sede a Tripoli, mentre Haftar è a capo delle milizie che controllano l’est e un pezzo del sud della Libia, e che dallo scorso aprile stanno cercando di conquistare Tripoli. Conte avrebbe dovuto incontrare entrambi a Roma, ma dopo la riunione con Haftar, durata circa tre ore, Serraj si sarebbe rifiutato di parlare con il governo italiano, e sarebbe tornato direttamente in Libia da Bruxelles, dove aveva incontrato i leader dell’Unione Europea.

Per ora non ci sono conferme ufficiali del motivo per cui non sia avvenuto l’incontro tra Serraj e Conte, ma da diverso tempo il governo di Tripoli accusa l’Italia di mantenere un atteggiamento molto ambiguo e di non fare abbastanza per appoggiare Serraj. Per questo, diversi giornalisti che seguono le cose libiche, tra cui Daniele Raineri del Foglio, hanno scritto che Serraj si sarebbe indispettito dell’incontro tra Conte e Haftar, decidendo di non partecipare alla riunione di Roma.

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Negli ultimi giorni la situazione in Libia si è aggravata: le milizie fedeli ad Haftar hanno conquistato Sirte e hanno puntato verso Misurata, città da cui provengono alcune delle milizie più forti schierate dalla parte di Serraj e che da diversi mesi sono impegnate nella difesa di Tripoli. Mercoledì Turchia e Russia – che in Libia sono schierate rispettivamente con Serraj e Haftar – hanno chiesto ai due schieramenti di dichiarare una tregua il 12 gennaio, ma per ora non sono arrivate risposte ufficiali.