ArcelorMittal e i commissari dell’ex ILVA hanno raggiunto un accordo per provare a rinegoziare il contratto di affitto
Prima dell’udienza programmata per oggi al Tribunale di Milano in cui si doveva discutere il ricorso fatto dai commissari dell’ex ILVA di Taranto contro la decisione della multinazionale ArcelorMittal di rescindere il contratto che la obbliga ad acquistare l’acciaieria entro due anni, le due parti hanno trovato un accordo per provare a rinegoziare il contratto. L’accordo prevede che la negoziazione duri al massimo fino al 31 gennaio, e che l’udienza sul ricorso venga posticipata al 7 febbraio. L’accordo riguarda la modifica del contratto originario di affitto, la vendita degli stabilimenti e il rilancio dell’acciaieria. ArcelorMittal Italia ha spiegato in una nota che il progetto «prevede investimenti in tecnologia verde da realizzarsi anche attraverso una nuova società finanziata da investitori pubblici e privati».
Le trattative erano iniziate lo scorso novembre quando ArcelorMittal aveva annunciato la sua intenzione di abbandonare l’ex ILVA, che un anno prima si era impegnata ad acquistare entro il 2021. La multinazionale indiana aveva motivato la sua decisione dicendo che il mercato dell’acciaio sia talmente peggiorato nell’ultimo anno che proseguire l’attività rappresenterebbe una perdita troppo grossa. Inoltre, ha anche detto di non poter rispettare le richieste fatte dalla magistratura di Taranto per migliorare la sicurezza dell’impianto e di non poter rispettare il contratto di acquisto senza lo scudo penale per i suoi manager (rimosso in seguito a una complicata vicenda politica).
Nel frattempo sono iniziate le operazioni per procedere allo spegnimento dell’altoforno 2, ordinato dal tribunale di Taranto ribaltando il parere della procura che si era detta favorevole a permettere alla produzione di proseguire durante i lavori di adeguamento dell’impianto. A causa dello spegnimento ArcelorMittal ha annunciato ai sindacati che 3.500 lavoratori dell’ex ILVA di Taranto saranno messi in cassa integrazione.