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  • Giovedì 19 dicembre 2019

La peste suina africana ha raggiunto l’Indonesia

Portando nuove preoccupazioni sulla diffusione della malattia, che ha già causato l'abbattimento di milioni di maiali nel Sudest asiatico

(Scott Olson/Getty Images)
(Scott Olson/Getty Images)

Il governo dell’Indonesia ha segnalato la presenza di maiali affetti da peste suina africana nella parte settentrionale dell’isola di Sumatra, dopo che l’epidemia ha causato enormi danni agli allevamenti, a cominciare dalla Cina dove gli esperti ritengono che non sia ancora contenuta e che potrebbe causare la morte di numerosi altri maiali. L’epidemia in corso ha reso necessario l’abbattimento di milioni di suini in Asia, con diversi paesi della zona che hanno assunto misure piuttosto drastiche (compreso l’uso di cecchini e droni) per evitare che i maiali infetti raggiungano le aree dei loro allevamenti.

Il ministero dell’Agricoltura indonesiano ha stimato che finora almeno 30mila maiali siano morti nella provincia di Sumatra Settentrionale, e il sospetto è che la maggior parte di loro fosse infetta dall’ASFV, il virus che causa la malattia. Il dato è ritenuto preoccupante, perché potrebbe indicare un più alto rischio di diffusione della peste suina africana in altre parti del paese. Il governo indonesiano è al lavoro per contenere l’epidemia, ma ci sono dubbi circa l’efficacia degli interventi promessi per farlo. Proprio la scarsa organizzazione e alcune inadempienze da parte delle amministrazioni locali sono state tra le principali cause della diffusione della malattia in Cina, dove sono stati abbattuti milioni di maiali.

Contro l’ASFV attualmente non esistono né cure né vaccini sufficientemente efficaci: quando il virus infetta un maiale, causa febbre ed emorragie interne che in 9 casi su 10 portano alla morte. Per contenere l’epidemia, l’unica soluzione praticabile consiste nell’abbattere tutti i maiali negli allevamenti in cui sono stati registrati casi di peste suina. In Cina la legge prevede che siano abbattuti tutti i suini nel raggio di 3 chilometri dall’allevamento infettato. Il problema è che non tutti hanno da subito rispettato le leggi, a loro volta non applicate dalle amministrazioni locali, per evitare di dover pagare gli indennizzi agli allevatori (circa 160 euro per ogni maiale abbattuto).

Il rapporto più recente dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) indica che l’epidemia di peste suina interessa ormai almeno 11 paesi in Asia: Cina, Mongolia, Vietnam, Cambogia, Corea del Sud, Laos, Myanmar, Filippine, Corea del Nord, Timor Est e l’Indonesia, da poco aggiunta. Il governo indonesiano sta collaborando con la FAO per organizzare una risposta coordinata e affrontare i casi di epidemia negli allevamenti, confidando in questo modo di contenere il problema nell’area (comunque estesa) di Sumatra Settentrionale.

(FAO)

Secondo un’analisi realizzata dal fornitore di servizi finanziari olandese Rabobank, la produzione di carne suina in Vietnam si ridurrà del 21 per cento quest’anno rispetto al 2018, e proseguirà con un’ulteriore riduzione dell’8 per cento su base annua nel 2020. Per le Filippine è prevista una riduzione di maiali allevati del 13 per cento nel 2020, mentre per la Cina si parla di una riduzione del 55 per cento solo quest’anno, rispetto al precedente.

In seguito alla minore offerta, in una parte di mondo che consuma enormi quantità di maiali per l’alimentazione, i prezzi della carne suina sono aumentati considerevolmente, avendo un impatto su altri settori e favorendo l’inflazione. I prezzi al consumo in Cina sono per esempio aumentati del 4,5 per cento, e si stima che la minore disponibilità di carne suina sia la causa principale dell’aumento, che non avveniva a una velocità così sostenuta da nove anni. Secondo le principali società di analisi finanziarie, i prezzi in buona parte del Sudest asiatico continueranno ad aumentare il prossimo anno.

Per compensare la minore disponibilità di carne suina, la Cina ha aumentato le importazioni dagli Stati Uniti, pratica che comunque ha un impatto sul prezzo medio della carne. Meno maiali da macellare hanno inoltre spinto i consumatori ad acquistare altri tipi di carne, come polli e in misura più contenuta bovini, comportando un aumento dei prezzi anche di questi prodotti. Le cose potrebbero peggiorare nei prossimi mesi, in concomitanza con le festività per il capodanno cinese, periodo in cui i consumi di carne aumentano sensibilmente in buona parte della Cina.

Nel frattempo altri paesi si stanno attrezzando per evitare un’epidemia nei loro allevamenti. Nella seconda metà dell’anno, il governo dell’Australia ha disposto il sequestro di almeno 32 tonnellate di carne suina, identificata alle frontiere e isolata per evitare contaminazioni. In quasi un caso su due, le analisi hanno portato alla rilevazione del virus che causa la peste suina africana. Il lavoro di controllo più severo viene eseguito presso l’aeroporto di Darwin, verso il quale arriva buona parte dei voli partiti da Timor Est. In Australia c’è una grande popolazione di suini selvatici, che potrebbero contrarre il virus e poi diffonderlo in ampie aree di territorio, arrecando un danno da svariati miliardi di dollari per l’industria della carne suina australiana.

Altri paesi stanno intensificando i controlli per evitare la diffusione del virus, che è stato sporadicamente isolato anche in alcune parti d’Europa. La Germania sta dedicando particolari attenzioni al problema, soprattutto dopo avere riscontrato la presenza del virus in un maiale selvatico lungo il suo confine con la Polonia.

L’ASFV si trasmette con facilità tra i maiali, per contatto diretto o nel caso in cui un suino si nutra di mangimi o acqua contaminati da altri esemplari malati. Il virus rimane inoltre attivo per diverse ore sui vestiti e sugli strumenti impiegati dagli allevatori, facendo aumentare il rischio di nuovi contagi. La peste suina africana si trasmette solamente tra i maiali, mentre è innocua per gli esseri umani.

A oggi non esistono vaccini efficaci contro la pesta suina, anche se negli ultimi anni è stato fatto qualche progresso. Le ricerche si stanno concentrando sull’analisi del virus e sui maiali che riescono a sopravvivere alla malattia, per comprendere le loro caratteristiche genetiche.