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  • Martedì 10 dicembre 2019

Gesù, Maria e Giuseppe nelle gabbie

Una Chiesa in California ha immaginato il suo presepe «come se la famiglia di rifugiati più famosa al mondo» stesse cercando asilo negli Stati Uniti di oggi

Il presepe della Claremont United Methodist Church, California, 9 dicembre 2019
(David McNew/Getty Images)
Il presepe della Claremont United Methodist Church, California, 9 dicembre 2019 (David McNew/Getty Images)

Il presepe di Natale della United Methodist Church di Claremont, circa 50 chilometri a est di Los Angeles, in California, raffigura Gesù Bambino, Maria e Giuseppe come migranti in cerca di asilo negli Stati Uniti: ognuno è rinchiuso in una gabbia sormontata da filo spinato, Gesù è avvolto in una coperta di carta stagnola, come fanno spesso i rifugiati per riscaldarsi. L’obiettivo è richiamare l’attenzione sulle sofferenze dei migranti e, come ha spiegato la pastora della chiesa metodista Karen Clark Ristine, ricordare che quella di Gesù «è la famiglia di rifugiati più famosa al mondo».

Ristine ha spiegato su Facebook che «subito dopo la nascita di Gesù, Giuseppe e Maria dovettero scappare con il figlioletto da Nazareth in Egitto per sfuggire a re Erode, il tiranno. Temevano la persecuzione e la morte. Cosa succederebbe se cercassero asilo nel nostro paese oggi? Immaginatevi Giuseppe e Maria separati al confine e Gesù non più grande di due anni, tolto alla mamma e messo in un posto dietro le sbarre in un centro di detenzione della polizia di frontiera, come è successo negli ultimi tre anni a più di 5.500 bambini».

La foto di un padre e una figlia annegati cercando di raggiungere gli Stati Uniti