Come era fatto il Muro di Berlino

Divenne via via più complesso e terribilmente efficiente col tempo, dal 1961 in poi: isolando un pezzo di città e separando concittadini e parenti

di Paola Capoferro

I lavori di erezione delle prime barriere nell'agosto 1961 (von Keussler/picture-alliance/dpa/AP Images)
I lavori di erezione delle prime barriere nell'agosto 1961 (von Keussler/picture-alliance/dpa/AP Images)

Il Muro di Berlino era un complesso sistema di sbarramento lungo circa 155 chilometri – come la distanza tra Bologna e Venezia – che non solo divideva in due il centro della città, ma circondava anche tutta la zona ovest, rendendola di fatto un’isola accerchiata. All’interno di Berlino, la parte di Muro che separava la parte est dalla parte ovest aveva una lunghezza di 43 chilometri, ma gli impianti di sbarramento si estendevano per ulteriori 112 chilometri al di fuori del perimetro della città.

I 43 chilometri di Muro che attraversavano il centro di Berlino separavano cinque quartieri: il quartiere di Pankow (est) dal quartiere di Reinickendorf (ovest), il quartiere di Prenzlauerberg (est) dal quartiere di Wedding (ovest), il quartiere di Mitte (est) dal quartiere di Tiergarten (ovest), il quartiere di Friedrichshain (est) dal quartiere di Kreuzberg (ovest), il quartiere di Treptow (est) dal quartiere di Neukölln (ovest). Lungo il fiume Sprea, il muro costeggiava le sponde e bloccava il passaggio dai ponti che collegavano la parte est e ovest della città.
Fra il 1961 e il 1989 più di cinquemila persone cercarono di scavalcare il Muro, oltre tremila furono detenute per averci provato, e secondo i registri dell’epoca circa 140 persone furono uccise (ventinove solo nel primo anno dalla costruzione del muro).

Il Muro di Berlino, in tedesco “Berliner Mauer”, fu costruito su indicazione del governo autoritario comunista della Repubblica Democratica Tedesca (RDT), alleata dell’Unione Sovietica e nota anche come Germania est, per impedire la circolazione libera delle persone – mosse dall’aspirazione di condizioni di vita migliori e più libere – verso la Repubblica Federale di Germania: ovvero con Berlino ovest, enclave controllata da Francia, Regno Unito e Stati Uniti secondo gli accordi postbellici e poi parte integrante della Germania Ovest. Il Muro aveva il compito di contrastare la fuga dai paesi comunisti europei verso l’Ovest: prima della costruzione del Muro, tra il 1949 e il 1961, circa 2,7 milioni di persone avevano lasciato definitivamente l’Est. Gli impianti di sbarramento furono orientati quindi verso l’interno, contro la propria popolazione, differenziando il Muro di Berlino dalla maggior parte degli altri sistemi di protezione di confine.

La costruzione del Muro
I lavori di costruzione del Muro erano iniziati senza preavviso nelle prime ore del mattino di domenica 13 agosto 1961. Le guardie di frontiera armate ruppero i marciapiedi nel centro di Berlino per accumulare pezzi di asfalto e pietre da pavimentazione ed erigere le prime barricate. A seguire furono installate palizzate e steso il filo spinato. La polizia bloccò la circolazione al confine. Nella notte tra il 16 e il 18 agosto 1961 il filo spinato fu sostituito da un muro di blocchi vuoti internamente, controllato costantemente da sentinelle di frontiera della RDT.

Da un giorno all’altro furono tagliate e separate strade, piazze ed edifici, interrotti i collegamenti del traffico urbano e chiuse le fogne che collegavano est e ovest. Anche i cavi telefonici tra Berlino est e ovest furono tagliati e le linee ferroviarie bloccate. Numerose abitazioni furono coinvolte nelle fortificazioni di confine, diventando parte integrante del Muro di Berlino. Il caso più famoso è quello di Bernauer Strasse, dove i marciapiedi appartenevano al distretto di Wedding (Berlino ovest), mentre la fila di edifici a sud apparteneva al distretto di Mitte (Berlino est). Il governo della RDT fece murare le entrate delle case e le finestre al piano terra. Alcuni abitanti potevano accedere alle loro abitazioni solo passando dalla parte dei cortili che si trovavano a Berlino est, altri furono sfrattati forzatamente.

Con l’obiettivo di rendere ancora più difficile la fuga verso la Germania Ovest, nel giugno 1962 fu prevista una seconda cinta parallela, a creare la cosiddetta “striscia della morte”, e fu posta a diverse decine di metri dalla prima. Lo spazio tra i due muri fu ricoperto di sabbia e ghiaia rastrellata, e furono posti su alti pali fari per illuminare la striscia a giorno: per permettere alle sentinelle di seguire i percorsi dei fuggiaschi, avere una chiara linea di fuoco, e rilevare tentativi di fuga altrimenti non visti.

Nel 1964, tre anni dopo l’inizio della costruzione del Muro, la barriera intorno a Berlino e dintorni aveva raggiunto la lunghezza di 130 chilometri, di cui 15 chilometri di Muro vero e proprio e 115 chilometri di sbarramenti con filo spinato e pali per impedire le fughe. I mattoni utilizzati erano ancora irregolari e spessi in media 30 centimetri, rendendo il Muro poco stabile e in molti casi superabile. Nel 1965 diversi chilometri furono smantellati e iniziò quindi la realizzazione della terza generazione del Muro, un anello composto da lastre di calcestruzzo con all’interno una rete metallica, saldate tra loro con montanti di acciaio e coperte da un tubo cilindrico in cemento, studiato per rendere difficile la scalata.

Nel 1975 iniziò la costruzione di quella che sarebbe stata la sua versione definitiva, la quarta generazione del Muro chiamata anche “Grenzmauer 75” (letteralmente ‘parete trasversale’), che terminò nel 1980.
Transitando dalla parte ovest del Muro alla parte est, si incontrava una prima barriera in cemento armato rinforzato, alta 3,6 metri, con basamento affondato a una profondità di 20 metri, e composta da 45mila sezioni separate di 1,5 metri di larghezza, più semplici da assemblare rispetto al Muro di terza generazione. A seguire cominciava la “striscia della morte”, la cui struttura fu completamente rivista in questa fase: oltre alle recinzioni già previste, furono aggiunti 105,5 chilometri di fossato anticarro per impedire l’avanzata di mezzi corazzati, 20 bunker, 259 corridoi sorvegliati dai cani e 177 chilometri di strada totalmente illuminata per il pattugliamento, su cui transitavano veicoli di sorveglianza e di rifornimento. Furono previste inoltre 302 torri di guardia cilindriche o a 9 lati, di altezze variabili, con fari orientabili o telecomandati sulle terrazze del tetto, che potevano ospitare da quattro a cinque cecchini della polizia nazionale della Repubblica Democratica Tedesca (Vopos). Al confine con l’Est c’erano recinti di fil di ferro, i cosiddetti “recinti di segnalazione”, alti mediamente 2,9 metri, sistemi di segnalazione a terra, e infine pareti in calcestruzzo. Anche il minimo contatto con il recinto faceva scattare l’allarme.

I punti di attraversamento del Muro di Berlino
Con la costruzione del Muro il 13 agosto 1961 la Repubblica Democratica Tedesca fece chiudere il confine con Berlino ovest. Ai Berlinesi dell’est e ai cittadini della RDT fu proibito di oltrepassare il confine. Invece, per i berlinesi dell’ovest – in moltissimi casi separati da conoscenti, amici, parenti -, per i cittadini della Repubblica Federale Tedesca e per i cittadini stranieri, il Ministero degli Interni individuò alcuni punti di attraversamento per entrare a Berlino est.

Ai berlinesi dell’ovest e ai cittadini della Repubblica Federale Tedesca fu concesso di visitare Berlino est solo ventotto mesi dopo la costruzione del Muro in concomitanza con il Natale e Capodanno 1963/1964: il permesso fu dato solo a chi aveva fatto domanda di un lasciapassare. Il Muro fu transitabile per due settimane e si registrarono complessivamente 1,2 milioni di visite.
Dal 1964, i cittadini della RDT che avevano raggiunto l’età della pensione ottennero il permesso di visitare i parenti. Tutti gli altri cittadini della RDT potevano fare richiesta di un permesso di viaggio a Berlino Ovest solo per motivi professionali o motivi familiari urgenti.

Il checkpoint Charlie sulla Friedrichstrasse fu inizialmente l’unico punto di attraversamento, disponibile per stranieri e turisti muniti di appositi permessi. Era il terzo dei tre in centro città, insieme ai due posti di blocco delle potenze occidentali, checkpoint Alpha a Helmstedt e checkpoint Bravo a Dreilinden. In seguito le stazioni di attraversamento diventarono quattordici: 8 tra le due parti della città e 6 tra Berlino ovest e la Repubblica Democratica Tedesca. Fu inoltre previsto un passaggio ferroviario.

Tra i punti di attraversamento c’era in origine anche la porta di Brandeburgo, uno dei simboli di Berlino. Il 14 agosto 1961 i berlinesi occidentali si riunirono sul lato occidentale del cancello per manifestare contro la costruzione del Muro. Per ritorsione, il checkpoint della porta di Brandeburgo fu chiuso il giorno stesso, “fino a nuovo avviso”: una situazione che sarebbe durata fino al 22 dicembre 1989.

Questo e gli altri articoli della sezione La fine del Muro di Berlino sono un progetto del corso di giornalismo 2019 del Post alla scuola Belleville, progettato e completato dagli studenti del corso.