16 emoji dal significato dibattuto

Nati per dire una cosa ma usati da tutti per dire altro, oppure disegnati in modo ambiguo e mai compresi davvero

L’Unicode, cioè il sistema che codifica tutti i caratteri di quella che un tempo chiamavamo telescrittura (prima che diventasse la scrittura e basta, di fatto), conta oltre tremila emoji. Secondo Emojipedia ogni giorno ne vengono inviati solo tramite Facebook Messenger ben cinque miliardi. Su iOS, il sistema operativo di Apple per i dispositivi mobili, il più usato in assoluto è 😂 , seguito da ❤️, 😍 e 🤣. Ogni anno vengono disegnati e aggiunti nuovi emoji, per ampliare il numero di oggetti e sentimenti che possiamo esprimere senza usare le lettere e per dare rappresentanza a sempre più persone (dagli sportivi disabili alle donne con il velo).

Nonostante siano così radicati nella vita di centinaia di milioni di persone – anche di quelle che non li usano, visto che presumibilmente li ricevono – esistono ancora degli equivoci sul significato di alcuni emoji. Talvolta sono equivoci voluti: secondo Emojipedia, infatti, soltanto il 7 per cento delle persone che usa ? lo usa per indicare una pesca. La restante parte lo usa per altre cose: soprattutto per il sedere, ma anche per parlare dell’impeachment di Donald Trump, per esempio. In altri casi sono dovuti al fatto che ogni sistema operativo e piattaforme come Facebook e Twitter utilizzano emoji propri, con alcune differenze nel modo in cui sono disegnati (in questo articolo usiamo come riferimento quelli di Apple).

Ma gli equivoci di cui stiamo parlando sono altri: emoji nati per esprimere una cosa, e che tutti usano per dire altro; oppure emoji usati perlopiù nel modo giusto, ma impiegati in modo sbagliato da una piccola eppure destabilizzante percentuale di persone. O ancora: emoji volutamente ambigui, il cui significato è stato stabilito dall’uso quotidiano. Abbiamo raccolto 16 casi di questo tipo, per una maggiore ecologia delle chat istantanee.

😂
Usatissimo, per questo detestato, diventato meme, usato in modo ironico e poi usato contro il modo ironico di usarlo: è la faccia che ride così tanto che le scendono le lacrime. Questo è chiaro a quasi tutti. C’è però una piccola percentuale di persone che vede solo le lacrime, e che per questo lo usa come faccia che piange: è una percentuale statisticamente poco rilevante, ma ogni tanto sono circolate online occorrenze di questo emoji usato sotto a post su Facebook che annunciavano notizie gravi e tristi, con risultati che qualcuno descriverebbe usando – puntualmente, lui – proprio il suddetto emoji.

🙃
Una volta abbiamo discusso in redazione dell’uso che facevamo di questo emoji, ottenendo risposte interessanti e divergenti. Qualcuno disse che lo usava per esprimere un sorriso un po’ imbarazzato, qualcuno per rispondere a un ringraziamento o per dissimulare l’orgoglio di aver fatto una battuta riuscita in una chat di gruppo. Su Emojipedia viene paragonato a ¯_(ツ)_/¯, un altro simbolo di internet per fare spallucce, delle spallucce un po’ sornione: in realtà è un emoji meno sbruffone, più vicino alla faccia che si fa quando si dice una scemenza bonaria e divertente. «Ti tira fuori di impiccio in un sacco di situazioni», avevamo convenuto noi.

😕
Ufficialmente è la faccia confusa. In realtà non ha l’aspetto davvero confuso e in genere viene usato per esprimere un po’ di composta delusione, di insoddisfazione per una risposta altrui, oppure per manifestare una velata disapprovazione per una cosa detta da qualcun altro.

😯
È evidente che questa è una faccia sorpresa. Magari non sorpresa tipo questa 😱 (che peraltro in teoria dovrebbe corrispondere a un urlo spaventato, come nel quadro di Edvard Munch), ma comunque una sorpresa. Invece è ufficialmente una faccia che fa silenzio. È uno di quei casi però in cui il significato ufficiale è un vezzo totalmente scollegato dalla realtà, e in cui quindi prevale il significato nell’uso comune. Sorpresa.

😥
Fore prendendo un campione di cento persone la maggior parte intenderebbe questa emoji come una faccia che piange. Ma la faccia che piange c’è, è questa 😢 e in effetti la lacrima le scende dall’occhio, invece che dalla tempia. 😥 infatti è la faccia “triste ma sollevata”, di uno che se l’è vista brutta e ha i sudori freddi ma è consapevole che poteva andare peggio.

😪
Altra variante con lacrima: che però non è una lacrima ma una bolla di muco che esce dal naso mentre si dorme. Se non vi basta la rappresentazione più fine del sonno – 😴 – avete anche questa versione da manga giapponese. Ma non usatelo se volete dimostrare che empatizzate col dolore altrui, altrimenti rischiate figuracce.

😵
Di nuovo un caso di uso ufficiale che forse possiamo non considerare: è una faccia “frastornata”, ma i fumetti e i cartoni animati ci hanno abituati che chi aveva le croci sugli occhi era morto o comunque stava parecchio male. È un emoji controverso, da usare consapevolmente.

🤗
Forse è una cosa più americana, ma c’è chi interpreta quelle mani come “mani jazz”, riferendosi al modo in cui le agitavano i ballerini swing all’inizio del Novecento. Invece è la faccia di uno che sta abbracciando o quantomeno offrendo un abbraccio. Possiamo concordare sul fatto che non è particolarmente riuscito e che può facilmente sembrare inquietante. Da usare proprio soltanto se costretti.

😩😫
Entrambe queste facce non sono disperate, bensì molto molto stanche: in teoria la prima sarebbe esausta, la seconda solo stanca. Può sembrare più il contrario, ma in ogni caso non sono facce doloranti né tristi, almeno nelle intenzioni.

🙏
Caso unico e un po’ eccezionale: qualche anno fa cominciò a diffondersi online la teoria secondo cui queste sarebbero mani che si danno il cinque, e non mani giunte in segno di ringraziamento o di preghiera, come vengono usate da tutti. Periodicamente ci sono ancora tweet che sostengono questa versione, diventando virali. Non è così: sono sempre state mani giunte, e lo dimostrano altri design dello stesso emoji. Nelle versioni più definite peraltro si vede che sono mani che hanno i mignoli dalla stessa parte, cosa che non succede se ci si dà un cinque con la stessa mano.

🙌
Sempre rimanendo nel campionato delle mani, queste sono quelle di una persona che le tiene sollevate per festeggiare qualcosa. Spesso però sono intese come forma di ringraziamento, forse perché interpretate come le mani protese di qualcuno che fa il falso modesto con una folla: “Buoni, buoni, non ho fatto niente di che”.

👊
“Ti do un pugno” o “battiamoci i pugni in segno di intesa”? Aggressività o rispetto reciproco? Su Unicode è registrato come “pugno in arrivo”, che sembra indicare il primo significato, ma altrove è chiamata “brofist”, a sostegno del secondo (bro sta per “fratello”). Su questo emoji il dibattito è piuttosto aperto: a noi sembra un pugno pacifico, ma a scanso di equivoci potrete comporre un più esplicito “fist bump”, cioè un amichevole gesto di approvazione, usando i due pugni. 🤜🤛

💁‍♀️
Questa invece non è una donna che tiene una mano a mezz’aria per dire qualcosa con tono un po’ insolente e inviperito, oppure toccandosi con fare un po’ di sfida i capelli. In realtà rappresenta una donna – ma c’è anche l’uomo – di un banco informazioni mentre fa un gesto come per dire “come posso aiutarla?”. Lampante caso in cui il significato ufficiale è talmente contorto e sconosciuto che vale quello ufficioso.

💫
Sembra una stella cadente, ma in realtà è una di quelle stelline che compaiono in testa di chi prende una botta nei cartoni animati. Non pare così, forse perché è obliqua, forse perché il cerchio non è completo, ma lo si capisce bene dalla versione di Facebook.

👹
Non rappresenta il diavolo, bensì gli oni, creature mitologiche giapponesi simili agli orchi originariamente ritenute benevole e capaci di tenere lontani gli spiriti maligni. Col tempo gli oni sono diventati quasi sempre associati a cose malvagie, quindi il modo in cui usate l’emoji alla fine potrebbe andare bene uguale.

🙇
Questo omino sta facendo le flessioni, sta ricevendo un massaggio, si sta riposando? Niente di tutto ciò: sta facendo il dogeza, il gesto giapponese che indica una scusa, la richiesta di un favore o una grande riverenza.