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  • Domenica 6 ottobre 2019

La sinistra ha vinto le elezioni in Portogallo

Il Partito Socialista del primo ministro uscente Costa non ha però ottenuto la maggioranza assoluta in parlamento

Sostenitori del primo ministro Costa dopo l'annuncio dei primi risultati (AP Photo/Armando Franca)
Sostenitori del primo ministro Costa dopo l'annuncio dei primi risultati (AP Photo/Armando Franca)

Confermando i sondaggi e le aspettative, le elezioni parlamentari in Portogallo sono state vinte dal Partito Socialista e dai suoi alleati che sostenevano il governo di sinistra in carica fino a oggi e guidato da António Costa. In un’elezione che ha avuto la quota di astenuti maggiore di sempre, il Partito Socialista ha ottenuto il 36,65 per cento dei voti, con un cospicuo aumento rispetto alle precedenti elezioni, mentre i suoi maggiori rivali del Partito Social Democratico sono arrivati al 27,9 per cento. Il Partito Socialista otterrà quindi 106 seggi sui 230 del parlamento, 10 in meno di quelli che gli avrebbero permesso di governare da solo, e dovrà cercare alleati di governo.

Il Partito Socialista governa il Portogallo dal 2015, sostenuto in parlamento da un’alleanza che comprende anche due partiti di sinistra radicale. La coalizione – ribattezzata la geringonça, “l’accozzaglia” – ha ottenuto in questi anni risultati molto migliori di quanto molti si aspettassero: l’economia cresce del 3,5 per cento, i conti pubblici sono in ordine e, anche se c’è qualche dubbio sul futuro a medio termine del paese, per il momento la disoccupazione ha raggiunto i livelli minimi dall’inizio della crisi, andare in pensione è diventato più facile e i salari minimi sono stati alzati.

Questo ha molto aumentato la popolarità di Costa, permettendogli di incrementare notevolmente il suo sostegno elettorale e dandogli la possibilità di governare ancora con maggiori libertà. La coalizione del 2015, entrata in crisi negli ultimi mesi, sarà difficilmente riproposta nella stessa forma: Costa aveva già annunciato di essere contrario alla formazione di un’alleanza formale con spartizione di incarichi di governo e ci si aspetta che possa cercare il sostegno anche di uno solo dei due attuali alleati o di un’altro partito più piccolo, come gli ambientalisti-animalisti (PAN).

Le trattative per il nuovo governo cominceranno già lunedì, ma la loro durata dipenderà anche dagli ultimi quattro seggi che verranno assegnati con il voto dall’estero.