Boris Johnson e Jean-Claude Juncker si sono incontrati a Lussemburgo: secondo la Commissione Europea non sono stati fatti passi avanti su Brexit

Jean-Claude Juncker e Boris Johnson a Lussemburgo, 16 settembre 2019 (AP Photo/Francisco Seco, Pool)
Jean-Claude Juncker e Boris Johnson a Lussemburgo, 16 settembre 2019 (AP Photo/Francisco Seco, Pool)

Lunedì si sono incontrati a Lussemburgo (capitale del Granducato di Lussemburgo) il primo ministro britannico, Boris Johnson, e il presidente uscente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, per parlare di Brexit. Poco dopo la riunione Johnson ha detto che l’incontro era stato «costruttivo», opinione apparentemente non condivisa da Juncker.

La Commissione Europea ha infatti diffuso un comunicato in cui dice che il Regno Unito non ha ancora presentato alcuna proposta concreta per sostituire le parti più contestate dell’accordo su Brexit raggiunto tra Unione Europea e l’ex prima ministra britannica Theresa May, accordo poi bocciato tre volte dal Parlamento del Regno Unito. In particolare Johnson e molti altri politici britannici sono contrari al “backstop“, il meccanismo inserito nell’accordo su Brexit con l’obiettivo di evitare a tutti i costi la creazione di un confine rigido tra Irlanda e Irlanda del Nord: il problema, dice da tempo l’Unione Europea, è che il governo britannico non ha fatto alcuna proposta alternativa per provare a sostituire il “backstop” con qualcos’altro.

L’incontro di oggi era piuttosto importante perché era il primo tra Johnson e Juncker da quando Johnson è diventato primo ministro, e per l’imminenza della data fissata per Brexit: il 31 ottobre. In teoria Johnson è stato obbligato dal Parlamento a chiedere un rinvio della data di Brexit se non verrà trovato a breve un accordo tra le due parti, così da evitare il “no deal“, cioè l’uscita senza accordo del Regno Unito dall’Unione Europea. Sembra però che Johnson non abbia intenzione di fare quello che gli ha ordinato il Parlamento britannico, e che è contenuto in una legge approvata la scorsa settimana: lunedì il primo ministro britannico ha ripetuto infatti di non voler chiedere un rinvio di Brexit e di voler guidare il suo paese fuori dall’Unione Europea entro il 31 ottobre, con o senza accordo.