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  • Domenica 25 agosto 2019

San Francisco vuole cambiare le parole con cui si parla di carcere

Per usare un linguaggio che aiuti chi ha commesso dei reati a rifarsi una vita con meno pregiudizi

Detenuti nel carcere di Cook County, nel 2017 (getty Images)
Detenuti nel carcere di Cook County, nel 2017 (getty Images)

Il Board of Supervisors di San Francisco, l’organo legislativo della città e della coincidente contea in California, ha approvato a metà luglio una risoluzione per raccomandare a tutte le istituzioni cittadine l’uso di nuove parole quando si parla di “criminali”, “detenuti” o “drogati”.  Lo scopo della risoluzione è usare parole meno stigmatizzate, che rendano più facile il reinserimento nella società di chi abbia avuto problemi con la legge ed evitino il perdurare di stereotipi negativi.

La risoluzione parte dalla constatazione che un quinto degli abitanti della California abbia avuto problemi di qualche tipo con la legge e dal fatto che il linguaggio ufficiale con cui si parla di loro tende a enfatizzare i reati commessi, cancellando le persone, con effetti negativi sulle loro vite. «Il linguaggio dà forma alle idee, alle percezioni, alle credenze e alle azioni di persone, della società e dei governi» dice la risoluzione, «e l’uso di un linguaggio che enfatizza o dà priorità ai reati commessi invece che alle persone disumanizza, svaluta, indebolisce, demoralizza e disonora l’umanità di quelle persone».

Per questo, seguendo quanto già stabilito da altre istituzioni cittadine, il Board of Supervisors ha raccomandato l’uso di quello che in inglese viene chiamato people-first language: un linguaggio che metta al centro le persone. La risoluzione contiene alcuni esempi di parole considerate migliori da usare al posto di vecchie definizioni: a “felon” e “offender”, due parole con cui si indicano genericamente i pregiudicati, bisogna per esempio preferire espressioni come “persona precedentemente incarcerata”; al posto di “violent offender”, “violento criminale”, meglio “persone condannata per un reato grave/violento”. La lista delle parole contenuta nel testo della mozione non va comunque considerata esaustiva, ma solo esemplificativa.

La mozione non è stata firmata dalla sindaca di San Francisco London Breed, che per consuetudine non adotta ufficialmente le raccomandazioni di mozioni non vincolanti. La polizia della città ha detto che sta riflettendo su come l’uso di nuove parole potrebbe avere effetti sul lavoro quotidiano, mentre l’ufficio del procuratore distrettuale di San Francisco ha detto di essere d’accordo con il contenuto della mozione.