Qualche consiglio per genitori sui tablet e i bambini

Il New York Times ha parlato con alcuni esperti di psicologia infantile per capire cosa è bene fare per non litigare quando è ora di staccarli dallo schermo

(Christopher Furlong/Getty Images)
(Christopher Furlong/Getty Images)

A gran parte dei genitori di bambini capita di usare smartphone e tablet come strumento per tenere occupati i propri figli mentre si prepara la cena, si guida o si ha bisogno di un momento di riposo dopo una giornata di lavoro e cure genitoriali. Non c’è nulla di male: a oggi non ci sono prove scientifiche per dire che il tempo trascorso dai bambini davanti agli schermi sia dannoso, checché se ne dica. Tuttavia per un genitore può essere complicato dire ai propri figli che bisogna smettere di giocare o guardare un cartone animato sull’iPad perché bisogna mangiare, fare i compiti o andare a dormire.

Le stesse caratteristiche che rendono attraenti i giochi su tablet e smartphone – i suoni intensi, i colori vivaci, l’interattività, i premi e i punteggi – fanno sì che sia difficile separarsene, perché sono gratificanti: quello che succede nel cervello dei bambini – come in quello degli adulti in casi simili – è che si diffonde la dopamina, il neurotrasmettitore legato alle sensazioni di piacere. I bambini in sostanza vorrebbero continuare a fare quello che stanno facendo perché si stanno divertendo, ma a differenza degli adulti sono meno capaci di gestire le proprie emozioni quando gli viene chiesto di smettere. Per aiutare i genitori, il New York Times ha parlato con alcuni esperti di psicologia infantile e ha messo insieme qualche consiglio su come gestire il tempo che i bambini passano davanti agli schermi (compresi quelli dei televisori), per evitare scontri e litigi.

1. Rispettare una routine che sia nota ai bambini
Secondo lo psicologo clinico Paul Donahue, se i bambini sanno fin dall’inizio di poter guardare i cartoni (o giocare a un videogioco) solo ed esclusivamente mentre i genitori preparano la cena, per esempio, è più facile che accettino di buon grado che a un certo punto bisogna mettere da parte il tablet. Una regola come «un cartone alla volta» può essere utile. Per uno studio dell’Università dello stato di Washington, 28 famiglie con figli di età compresa tra 1 e 5 anni hanno tenuto un diario di due settimane sulle reazioni dei bambini al momento in cui bisognava mettere da parte i dispositivi con gli schermi: è emerso che quando sanno fin dall’inizio che a un certo punto è ora di spegnere, i bambini si infastidiscono meno.

2. Pianificare qualcosa di divertente da fare dopo
Rebecca Rialon Berry, professoressa associata del dipartimento di Psichiatria infantile della New York University, consiglia inoltre di programmare insieme, genitori e bambini, un’attività divertente o comunque piacevole da fare dopo aver messo da parte il tablet, come fare merenda o andare al parco. I bambini saranno meno contenti di smettere di giocare o guardare i cartoni se ciò che li aspetta è qualcosa di noioso, come andare a cena, a lavarsi i denti o a dormire. L’American Academy of Pediatrics consiglia di spegnere i tablet almeno un’ora prima di andare a letto: si può provare a rimpiazzarli con una storia o qualche altra attività da fare insieme.

3. Inventarsi dei premi
Una delle ragioni per cui giocare ai videogiochi è gratificante (anche per gli adulti) è che continuando a giocare si ottengono premi e si vede crescere il proprio punteggio. Questa stessa strategia può essere usata dai genitori a proprio vantaggio: creare una forma di premiazione o di punteggio da aggiornare quando un bambino si comporta bene, per esempio mettendo da parte il tablet quando gli viene chiesto di farlo, può rendere la cosa più piacevole e divertente.

4. Non dire: «Ancora cinque minuti e poi basta»
Una delle cose emerse dallo studio dell’Università dello stato di Washington è che i bambini più piccoli, sotto i 6 anni, si innervosiscono molto quando vengono avvisati che il tempo per giocare o guardare i cartoni sta per finire. Alexis Hiniker, una dei ricercatori che ha condotto lo studio, ritiene che sia perché spesso i genitori usano questo tipo di avvertimenti quando sono esasperati e che gli avvertimenti possono essere controproducenti quando suscitano una lotta di potere: in pratica possono far pensare ai bambini di poter avere margini di contrattazione. Hiniker consiglia di usare gli avvertimenti in modo diverso, mettendosi d’accordo in anticipo con i bambini su quando verranno dati, per esempio se 10 o 5 minuti prima della fine del tempo che hanno a disposizione. Si può anche sfruttare un assistente vocale come Siri o Alexa, se ne usate uno, per avvisare i bambini al posto vostro.

5. Non interrompere un gioco
È abbastanza intuitivo: interrompere un gioco è un ottimo modo per cominciare una discussione spiacevole. A volte può essere necessario, ma seguendo gli altri consigli si può cercare di evitare che succeda: tutti i videogiochi sono divisi in livelli o missioni da completare, e anche i cartoni animati hanno una durata precisa.

6. Disabilitare l’autoplay
Uno dei modi che Netflix e YouTube usano per trattenere gli utenti è far cominciare un video subito dopo la fine di quello che stavate guardando. È una strategia che funziona bene con i bambini e secondo una ricerca di Hiniker è più difficile per i genitori limitare il tempo che i figli passano davanti agli schermi quando alla fine di un video ne compare subito un altro.

7. Non cedere
Non bisogna diventare permissivi quando i bambini si lamentano molto per poter continuare a giocare a un videogioco o guardare un cartone, consiglia Jenny Radesky, professoressa associata di Pediatria all’Università del Michigan, tra gli autori delle linee guida sull’uso dei dispositivi digitali da parte dei bambini dell’American Academy of Pediatric. Come per molte altre cose, sapere che i genitori possono essere convinti a lasciare giocare i figli qualche minuto in più li spingerà ad avanzare sempre più richieste.

8. Non farli giocare troppo poco
Non bisogna nemmeno essere troppo rigidi e limitare eccessivamente il tempo che i bambini possono spendere giocando con un tablet o guardando la TV. Paul Donahue ha spiegato al New York Times che i bambini ci mettono un po’ a concentrarsi su quello che stanno facendo, perciò trovano frustrante potere avere accesso a un tablet per poco tempo. Donahue consiglia di lasciarli giocare per almeno 30-45 minuti.

9. In casi estremi
Se nessuno di questi consigli funziona, e i bambini continuano a fare i capricci quando è ora di mettere via il tablet, la prima cosa da fare è cercare di non perdere la pazienza. Se capita una volta, i capricci si possono ignorare. Se succede spesso invece, consiglia Donahue, può essere utile far sparire il tablet per qualche giorno: è una strategia che permette di far capire ai bambini che il diritto a giocarci è revocabile. Al momento in cui lo si restituisce, poi, si può dire che ci sarà un periodo di prova per vedere se se lo meritano di nuovo.