AP Photo/Arnaud Roine/ECPAD

Il governo francese chiederà ad alcuni autori di fantascienza di aiutarlo a prevedere il futuro

Dovranno immaginare possibili minacce future a cui gli esperti della Difesa non hanno pensato, per non farsi trovare impreparati

L’AID, l’Agenzia per l’innovazione della difesa, è un ente governativo francese che risponde al ministero della Difesa e si occupa di provare a prevedere e pianificare possibili futuri scenari davanti ai quali attrezzarsi. Il suo compito è provare a capire come cambierà il mondo e cosa dovrà fare quindi la Francia, in particolare dal punto di vista della tecnologia e della strategia militare, per farsi trovare pronta. Alcuni giorni fa l’AID ha pubblicato un documento di circa 25 pagine dal titolo “Guardare oltre” in cui ha riassunto alcune delle sue attività: ha attirato l’attenzione soprattutto un boxino, presentato in una delle ultime pagine, in cui si parla della creazione di un «Red Team composto da futurologi e autori di fantascienza» a cui assegnare il compito di immaginare possibili future minacce per la Francia a cui i militari possano non aver pensato.

Il documento dell’AID spiega che il “Red Team”, che ancora deve essere formato, avrà il compito di immaginare e proporre scenari futuri, anche pericolosissimi e catastrofici, a cui gli strateghi militari della Difesa non sono stati in grado di pensare. L’idea è che esperti di futuro e scrittori di fantascienza abbiano abbastanza fantasia e competenza per pensare quello che per altri è inimmaginabile, e che quindi possano offrire un punto di vista diverso. Non si conoscono ancora i nomi delle persone che saranno scelte per il “Red Team” dell’AID, ma il documento spiega che saranno «quattro o cinque» persone. I risultati della ricerca saranno con ogni probabilità tenuti segreti, ed è probabile che succeda lo stesso anche i nomi stessi dei membri della squadra.

L’idea potrebbe sembrare bizzarra ma si basa in realtà su un concetto già diffuso, non solo nel settore della difesa. In molti ambiti, compreso il giornalismo, si parla di “Red Team” quando a un gruppo di persone – esterno a un ufficio o un team di lavoro – viene chiesto di guardare a una questione in modo nuovo e possibilmente originale. Se cinque giornalisti hanno passato mesi a lavorare a un’inchiesta, per esempio, il “Red Team” è un gruppo di altri cinque giornalisti che non si sono mai occupati di quell’inchiesta e ai quali viene chiesto di provare a occuparsene da zero, pensando a qualcosa a cui i loro colleghi non avevano pensato. Al “Red Team” spetta anche il compito di provare a mettere in discussione quanto fatto dai colleghi, per provare a colmare eventuali lacune o falle.

Bruno Tertrais, vicedirettore della Fondazione per la ricerca strategica della Francia, ha spiegato al sito francese 20 Minutes – uno dei primi a occuparsi del documento dell’AID – che non è la prima volta che uno Stato ha un’idea del genere. Tertais ha detto, tra le altre cose, che già gli Stati Uniti, dopo gli attacchi dell’11 settembre, fecero qualcosa di simile, accorgendosi che quegli attacchi li avevano colti alla sprovvista: non avevano pensato alla possibilità che aerei civili potessero essere usati in quel modo dai terroristi. Tertais ha spiegato che le istituzioni, in particolare istituzioni come il ministero della Difesa, tendono a pensare e agire in modo routinario, con poche influenze dall’esterno, e che i “Red Team” possono quindi essere sorprendentemente utili. In Italia il corrispettivo dell’AID è il Centro Innovazione della Difesa, che tra i suoi documenti ne ha redatto uno dal titolo Implicazioni militari dell’ambiente operativo futuro.

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