La prima bandiera sulla Luna

È uno dei simboli più famosi dell'allunaggio ma cadde quasi subito, e nelle foto sembra sventolare a causa di un imprevisto

di Silvia Tessarin

L'astronauta Edwin E. Aldrin sulla Luna accanto alla bandiera degli Stati Uniti. La foto è stata scattata da Neil Armstrong il 21 luglio 1969 (NASA)
L'astronauta Edwin E. Aldrin sulla Luna accanto alla bandiera degli Stati Uniti. La foto è stata scattata da Neil Armstrong il 21 luglio 1969 (NASA)

Qualche minuto dopo essere scesi sulla Luna il 21 luglio 1969, gli astronauti statunitensi Neil Armstrong e Buzz Aldrin della missione Apollo 11 piantarono sulla superficie lunare la bandiera degli Stati Uniti, in quello che divenne uno dei momenti più famosi dell’esplorazione spaziale. Quella usata dagli astronauti fu la prima di sei bandiere disegnate e prodotte da un team di esperti appositamente per quella e per le successive missioni della NASA sulla Luna.

Per volontà di Thomas O. Paine, capo della NASA, nel gennaio 1969 era stato creato il Comitato per le attività simboliche per il primo sbarco lunare. Le attività previste non avrebbero dovuto mettere in pericolo la vita degli astronauti o interferire con gli obiettivi della missione, ma celebrare l’eventuale successo dell’Apollo 11 con una targa in acciaio inossidabile dove fossero incise le informazioni essenziali sullo sbarco e una bandiera statunitense, entrambe da lasciare sul suolo lunare.

Nell’aprile 1969 all’ingegnere della NASA Jack Kinzler fu affidato il progetto della bandiera da portare nello Spazio. Kinzler produsse il primo Lunar Flag Assembly (LFA), un kit contenente una bandiera in nylon degli Stati Uniti larga un metro e mezzo e alta 90 centimetri, insieme all’asta che l’avrebbe sorretta e a un’asticella telescopica orizzontale, entrambe in acciaio inossidabile. La bandiera doveva essere il più possibile resistente alle difficili condizioni climatiche a cui sarebbe stata sottoposta, come l’enorme escursione termica di circa 200-250 gradi centigradi. Inoltre fu messa in un involucro che fosse facilmente apribile dagli astronauti, ostacolati nei movimenti dalle tute spaziali pressurizzate e dai guanti ingombranti.

Il “Lunar Flag Assembly” (LFA) prodotto da Jack Kinzler (NASA)

Una volta scesi sulla Luna, Neil Armstrong e Buzz Aldrin piantarono la bandiera al suolo con un martello utilizzato anche per raccogliere materiali dal suolo lunare, vicino alla scaletta della navicella. Durante l’operazione incontrarono difficoltà dovute alla consistenza del terreno: non riuscirono a conficcare l’asta per più di una ventina di centimetri.

Armstrong e Aldrin non riuscirono poi neanche a estendere completamente l’asticella telescopica orizzontale, che era stata messa sulla parte superiore della bandiera perché non si afflosciasse su se stessa. Questa complicazione, assieme alla stropicciatura dovuta all’imballaggio, diede un effetto di increspatura alla bandiera, che nelle riproduzioni sembra sventolare. Il presunto movimento provocò numerose polemiche, poiché in assenza di un’atmosfera vera e propria sulla Luna il movimento della bandiera non era plausibile. Fu un particolare che non sfuggì ai complottisti, che da allora sostengono che l’allunaggio sia stato ricostruito sulla Terra e non sia mai avvenuto.


Armstrong e Aldrin piantano la bandiera sulla Luna.
Video originale della NASA, restaurato nel 2009

Aldrin raccontò di aver visto la bandiera cadere mentre la navicella ripartiva: lo confermarono poi le immagini trasmesse dalla sonda Lunar Reconaissance Orbiter (LRO) nel 2009, in cui non si vede l’ombra dell’asta della bandiera proiettata sul suolo. Probabilmente, già in stabilità precaria, l’asta cadde per l’onda d’urto provocata dall’accensione del motore della navicella. Quanto alla bandiera stessa, gli studiosi sostengono che probabilmente negli anni abbia perso i colori e si sia ridotta a brandelli, a causa delle temperature e delle forti radiazioni ultraviolette del Sole che raggiungono la Luna.

Oltre alla bandiera da piantare nel suolo lunare, gli astronauti dell’Apollo 11 avevano con loro altre piccole bandiere simboliche destinate a essere riportate indietro dopo l’allunaggio. Tra queste c’erano la bandiera della Purdue University, dove studiò Armstrong, e quella delle Nazioni Unite: entrambe fanno parte della collezione della famiglia Armstrong, e sono oggi in vendita.

Sono invece già stati venduti nel 2011 per 45mila dollari (circa 40mila euro) tre ritagli avanzati dal tessuto usato per la bandiera degli Stati Uniti che venne piantata sulla Luna, e che l’ingegnere della NASA Thomas Moser aveva raccolto in un cestino della NASA.

Tra novembre 1969 e dicembre 1972 arrivarono sulla Luna altre cinque navicelle del programma Apollo. Per ciascuna missione gli astronauti piantarono una bandiera degli Stati Uniti, in zone della Luna molto lontane l’una dall’altra. Stando alle immagini trasmesse dalla sonda LRO nel 2012, a differenza della bandiera di Armstrong e Aldrin, le altre cinque sono ancora in piedi.

Questo e gli altri articoli della sezione Come andammo sulla Luna sono un progetto del workshop di giornalismo 2019 del Post con la Fondazione Peccioliper, pensato e completato dagli studenti del workshop.

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