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  • Giovedì 11 luglio 2019

In Giappone alcuni non usano il car sharing per guidare

C'è chi usa le auto a noleggio per dormire un'oretta, chi per mangiare o ricaricare il telefono, hanno scoperto alcune società

Macchine nel quartiere di Shibuya, a Tokyo (AP Photo/Jae C. Hong)
Macchine nel quartiere di Shibuya, a Tokyo (AP Photo/Jae C. Hong)

Nell’estate del 2018 in Giappone alcune società di car sharing (i servizi per noleggiare tramite i propri smartphone automobili parcheggiate in giro per le città) hanno notato un comportamento piuttosto strano da parte di alcuni clienti. Analizzando i dati sulle loro abitudini, si sono rese conto che un numero significativo di clienti noleggiava le auto ma poi non andava da nessuna parte, restando fermo nel posto in cui queste erano parcheggiate.

Il sito del quotidiano giapponese Asahi Shimbun racconta che questo anomalo utilizzo delle auto a noleggio è stato riscontrato da diverse società di car sharing, tra cui Orix, NTT Docomo Inc e Times24 (quest’ultima è una delle principali del paese, con 1,2 milioni di utenti registrati). Tutte e tre le società, quindi, hanno condotto un sondaggio tra i propri utenti per capire cosa li spingesse a rimanere fermi in macchina. Ne sono venute fuori motivazioni molto diverse tra loro, accomunate in gran parte dei casi dal bisogno di un luogo in cui poter trovare privacy e tranquillità nella spesso caotica vita delle città giapponesi.

Una persona, per esempio, ha risposto al sondaggio dicendo di usare le auto per dormire o come postazione di lavoro, mentre altre hanno detto di usarle per metterci dentro i propri effetti personali quando i depositi per bagagli che si trovano nei paraggi sono pieni, o per ricaricare i telefoni cellulari .«Ho noleggiato un’auto per mangiare un pasto pronto che avevo comprato al supermercato, dato che non trovavo nessun altro posto dove mangiare», ha detto un impiegato 31enne che vive nella prefettura di Saitama, vicino a Tokyo.

Dal sondaggio di NTT Docomo Inc – un operatore telefonico che dal 2018 è presente anche nel mercato del car sharing – che ha riguardato 400 clienti, è risultato che uno su otto di questi aveva noleggiato un’auto per motivi diversi dal trasporto. Alcuni hanno detto che la usavano per riposare o dormire, altri per fare telefonate in privato con amici, familiari e clienti, e altri ancora per guardare la TV, travestirsi per Halloween, fare esercizi di canto o di lingua inglese.

«Solitamente il solo posto dove posso fare un pisolino mentre vado dai miei clienti è un cybercafè vicino alla stazione, ma noleggiare un’auto per dormire costa poche centinaia di yen, quasi come stare in un cybercafè», ha detto un altro cliente. È infatti molto comune tra i giapponesi, in particolare tra quelli che abitano nelle città più grandi, fermarsi a dormire dopo il lavoro in un cybercafè, una sorta di Internet point provvisto di cubicoli in cui si ha giusto lo spazio per sdraiarsi e usare il computer. Alcuni rimangono in questi cybercafè anche per lunghi periodi, dato che soggiornare lì può costare molto meno che prendere una casa in affitto. I ritmi di lavoro molto intensi (e l’uso eccessivo di alcol) inoltre rendono piuttosto comune anche un altro fenomeno, quello del cosiddetto inemuri, cioè quando dopo il lavoro le persone fanno un sonnellino in pubblico (nei luoghi più improbabili), una pratica socialmente accettata in Giappone.

Il fatto che ci siano persone che in Giappone utilizzano le auto a noleggio per motivi diversi dalla guida si spiega innanzitutto con la grande disponibilità di macchine a noleggio nelle metropoli giapponesi, e poi con il costo piuttosto economico del servizio, che permette per pochi yen di avere un luogo appartato dove riposarsi dopo una lunga giornata di lavoro: generalmente infatti noleggiare un’auto costa circa 400 yen per 30 minuti (poco più di 3 euro).

L’Asahi Shimbun spiega però che per le società questo uso insolito delle auto può essere anche un problema, soprattutto a causa delle mancate entrate: in alcuni casi infatti le tariffe per il noleggio di auto aumentano con il numero di chilometri effettuati. Inoltre, dice un responsabile di Orix, le auto ferme possono causare anche danni all’ambiente poiché molte delle persone che le utilizzano in questo modo tengono il motore acceso per far funzionare il condizionatore d’estate e il riscaldamento d’inverno. Le società che hanno effettuato il sondaggio per ora comunque non hanno detto se hanno intenzione di prendere provvedimenti per scoraggiare questi comportamenti.