10 miti in medicina da sfatare

Un'analisi ha trovato quasi 400 pratiche seguite da milioni di medici contraddette dalle ricerche più recenti, da quelle sulle allergie agli omega-3

(Joe Raedle/Getty Images)
(Joe Raedle/Getty Images)

Il campo della medicina è tra i più dinamici e articolati della ricerca: pratiche seguite da milioni di medici, in tutto il mondo, possono diventare obsolete o essere profondamente contraddette da nuovi studi. È un fenomeno che è diventato più frequente negli ultimi anni, soprattutto grazie all’accelerazione e ai progressi della ricerca in numerosi campi, come ha da poco dimostrato una nuova analisi comparativa scoprendo che ci sono almeno 400 pratiche mediche molto diffuse contraddette da ricerche più recenti.

Lo studio è stato realizzato da Diana Herrera-Perez dell’Oregon Health and Science University (Stati Uniti) in collaborazione con diversi altri ricercatori. L’analisi ha preso in considerazione più di 3mila studi pubblicati tra il 2003 e il 2017 sulle riviste scientifiche Lancet e JAMA, e tra il 2011 e il 2017 sul New England Journal of Medicine. I ricercatori hanno notato che in più di un caso su dieci gli studi presentavano conclusioni all’opposto di quelle seguite dai medici nella loro pratica quotidiana, e basate su precedenti studi.

In alcuni casi, le ricerche hanno contraddetto pratiche mediche che erano già state messe ampiamente in dubbio, mentre in altri hanno portato elementi convincenti per rivalutare tecniche mediche seguite da tempo e ben radicate nella comunità scientifica. L’analisi comparativa potrebbe ora rivelarsi un buon punto di partenza per capire come si diffondano pratiche e idee sbagliate in medicina, e quanto impieghino i medici a rivedere le loro convinzioni e a modificare le loro scelte in base alle ricerche più recenti, e al modo in cui aggiornano le proprie conoscenze.

La lista prodotta da Herrera-Perez e colleghi contiene un po’ di tutto, ed è molto specifica su determinate pratiche e terapie per malattie e condizioni mediche di vario tipo, non sempre molto diffuse. Il New York Times ne ha isolate una decina, tra le più conosciute, e che aiutano a dare un’idea sull’importanza della costante revisione e dell’aggiornamento delle pratiche mediche. Nulla esclude che alcune delle conclusioni riportate qui sotto siano ulteriormente smentite, o per lo meno integrate, in futuro.

1. Allergia alle noccioline
Un consiglio molto diffuso dei pediatri è tenere i propri figli alla larga dalle noccioline per i primi tre anni di vita, in modo da ridurre il rischio di sviluppare un’allergia. Uno studio ha però rilevato come i bambini che entrano a contatto con le noccioline prima di compiere un anno non siano più a rischio degli altri nello sviluppare un’allergia.

2. Omega-3
Per moltissimo tempo si è detto che gli “omega-3” – acidi grassi comuni nei “pesci oleosi” che vivono nelle acque più fredde – fossero un ottimo sistema per ridurre il rischio di soffrire di malattie cardiovascolari. Una ricerca condotta su 12.500 persone a rischio ha dimostrato che l’assunzione giornaliera di integratori a base di omega-3 non fornisce maggiori protezioni contro le malattie cardiovascolari, confermando dubbi che erano già ampiamente emersi negli ultimi anni su queste sostanze.

3. Bambolotti super realistici e gravidanze
In diversi paesi esistono programmi che prevedono l’affidamento alle adolescenti di bambolotti molto realistici, da accudire giornalmente. L’idea è che in questo modo le adolescenti imparino quanto lavoro implichi avere un bambino e siano più attente a evitare gravidanze impreviste, in giovane età. Uno studio ha però scoperto che non c’è una differenza significativa tra le adolescenti che utilizzano questi simulatori di bambini e le altre: anzi, lo studio ha rilevato una lieve incidenza più marcata nei casi di gravidanza tra le prime.

4.  Memoria e medicina cinese
Il Ginkgo biloba non ha effetto contro la demenza e la perdita di memoria. Questa pianta orientale è molto presente nella medicina tradizionale cinese e viene spesso suggerita, da alcuni specialisti, come un aiuto per conservare la memoria e rallentare i processi degenerativi della mente. Uno studio ha però riscontrato l’inefficacia degli integratori a base di Ginkgo biloba per questi scopi.

5. Oppioidi vs aspirine
Al pronto soccorso – soprattutto negli Stati Uniti – gli oppioidi sono spesso utilizzati come farmaci di primo intervento per trattare i casi di dolore acuto. Gli oppioidi sono farmaci potenti e con numerosi effetti collaterali, il cui impiego negli Stati Uniti è sostanzialmente fuori controllo, al punto da essere stato definito un’emergenza nazionale dal governo. Una ricerca ha dimostrato come alternative molto più sicure, che prevedono la somministrazione di aspirina o di ibuprofene, offrano un sollievo dal dolore pari a quello degli oppioidi nel trattare i pazienti al pronto soccorso.

6. Trattamenti con testosterone per la memoria
Negli anni, i geriatri avevano notato che talvolta i loro pazienti con bassi livelli di testosterone avevano problemi di memoria, rispetto ad altri anziani con livelli di testosterone più alti e che rispondevano meglio ai test per valutare la loro capacità di ricordare. Una ricerca ha messo a confronto pazienti cui era stato somministrato del testosterone e pazienti cui erano state fornite pillole contenenti solo zucchero, a loro insaputa. Al termine dei test, i due gruppi non hanno presentato differenze significative nella loro capacità di ricordare o meno gli eventi.

7. Asma e acari
I medici spesso consigliano di ridurre il più possibile la presenza in casa di polvere, acari e altri animali infestanti per rendere meno problematica l’asma dei bambini. L’idea dietro questi consigli è che possano evitare di innescare reazioni allergiche che a loro volta stimolano gli attacchi d’asma. Si è però scoperto che, anche dopo l’uso intensivo di prodotti e soluzioni per eliminare acari e altri animali infestanti dagli ambienti domestici, la frequenza degli attacchi d’asma non si riduce nei bambini interessati da questa condizione.

8. Contatori di passi
Dietisti e nutrizionisti consigliano talvolta di utilizzare contapassi e contatori di calorie per incentivare l’attività fisica e il rispetto delle diete che prescrivono ai loro pazienti. Uno studio ha seguito 470 persone a dieta che indossavano uno di questi contatori, scoprendo che hanno perso meno peso rispetto a chi aveva seguito i consigli dei medici per dimagrire, ma senza ricorrere ai contatori.

9. Lesione del menisco
L’operazione ai menischi del ginocchio – le parti fibro-cartilaginee che facilitano il movimento dell’articolazione – è una delle più diffuse per risolvere le infiammazioni causate dalla loro lesione. I menischi danneggiati possono causare dolore molto intenso, al punto da spingere i pazienti a cercare soluzioni in tempi rapidi, come appunto l’operazione, che però implica l’asportazione di una parte importante per la salute complessiva del ginocchio. Un gruppo di ricercatori ha seguito pazienti con lesioni al menisco e un’artrite moderata, sottoposti o a un intervento o a trattamenti non invasivi di fisioterapia, scoprendo che a distanza di sei mesi i due gruppi presentavano progressi e miglioramenti comprabili.

10. Rottura prematura delle acque
A volte può accadere che la membrana che avvolge il feto si rompa prematuramente, prima delle 36 settimane, comportando la fuoriuscita del liquido amniotico. Si pensava che questa condizione potesse portare a un più alto rischio di infezioni batteriche per il feto, e che fosse quindi consigliabile indurre il parto immediatamente. Uno studio ha però rilevato che tenendo sotto controllo il feto si evitano rischi più alti di infezione rispetto ai casi in cui non avviene la rottura prematura delle acque. I benefici sono molteplici, perché un bambino nato nei suoi tempi naturali tende ad avere meno problemi respiratori e nel complesso un tasso di mortalità più basso alla nascita, rispetto a quelli fatti nascere forzatamente subito dopo la rottura anticipata delle acque.