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  • Giovedì 30 maggio 2019

Più di prima

È arrivato quel momento, quello in cui facciamo il Post più grande e con l'aiuto di tutti

(sì, è l'immagine di quella volta là, la disegnò Gipi)
(sì, è l'immagine di quella volta là, la disegnò Gipi)

Da oggi è possibile contribuire a sostenere economicamente il Post, da qui.

Cosa abbiamo fatto
Molti di voi non avranno bisogno di queste spiegazioni, e possono andare direttamente qui e fare quello che ci hanno proposto loro per primi negli ultimi anni: aiutare a fare il Post, a farlo ancora migliore, permettere che esista e che faccia le cose che sa fare, vecchie e nuove.
Per tutti gli altri, e anche per noi che non riusciamo a fare a meno di spiegare bene le cose, questa è la storia che inizia oggi.

(Siete sicuri che non volete andare direttamente qui?
Ok, ok, è giusto. Prima vedere cammello).

Sono due storie, in realtà, che arrivano da direzioni diverse e si incontrano ora.
La prima è la storia di come si sostengano economicamente i giornali, oggi, e se ci sia una domanda sufficiente a far sopravvivere e funzionare dei progetti “di qualità”. È un problema dibattuto in tutto il mondo da anni, e riguarda anche il Post: il modello di ricavo su cui il Post è basato dalla sua nascita è quello della pubblicità, ovvero di contenuti completamente gratuiti per i lettori, in modo che le cose che facciamo possano raggiungerne più possibile: per via di un’idea che questo sia una buona cosa, e che più cose sappiamo e capiamo e migliore è il mondo.
Ma quello della pubblicità è un modello di business in preoccupante e universale declino, che ogni anno fatica di più a compensare i costi dei giornali. Quindi anche al Post abbiamo cominciato a integrarlo con altre preziose fonti di ricavo, e ne vogliamo sperimentare di nuove: sempre nel rispetto intransigente dei nostri noiosi rigori sull’accuratezza, la trasparenza, la chiarezza, eccetera. Sapete, quelle cose lì.
Anche perché se smettiamo di crescere e di aggiungere cose e farne più grandi, ci annoiamo: ma ci servono le forze.

La seconda storia è che da un paio d’anni a questa parte nel mondo sta crescendo timidamente la sensibilità nei confronti dell’informazione di qualità e l’interesse a distinguere le cose fatte bene da quelle fatte male, e di conseguenza sta crescendo anche una rinnovata disponibilità a pagare per quelle cose che abbiamo ricominciato a pensare migliori tra le tante da cui siamo “bombardati”, come dicono quelli (“letteralmente bombardati”, dicono alcuni spericolati). Una disponibilità che viene manifestata con sempre maggiori frequenze anche dai lettori del Post (un desiderio, persino, in alcuni casi: lo segnaliamo lusingati e commossi).

Il Post non introdurrà un “paywall” (qui sono spiegate un po’ di cose pratiche). Questo sì che oggi sarebbe in conflitto con il progetto stesso del Post: limitare il numero dei lettori che possano capire anche una sola piccola cosa in più grazie agli articoli del Post. Siamo qui per questo, da nove anni (e passa). E contiamo di aumentare e arricchire le cose che il Post potrà fare, per tutti.
Quello che il Post offrirà invece a chi voglia esserci è una serie di servizi e contenuti in più, in particolare quelli su cui gli stessi lettori hanno proposto di aiutare e contraccambiare: la newsletter, una quota quasi inesistente di inserzioni pubblicitarie, l’accesso ai commenti, queste tre cose per cominciare. Poi sarà la volta di eventi online e offline destinati agli abbonati, di podcast, di altre offerte e progetti.

E veniamo, per concludere, a quelli che invece proprio non ci pensavano per niente a pagare per quello che ricevono dal Post: beh, avete tutta la nostra comprensione, a non pagare ci siamo abituati tutti quanti, e a dare un po’ per scontate cose gratuite di cui qualcun altro sostenga i costi, e a rimuovere persino il pensiero che quelle cose ce li abbiano, dei costi. Che fare il Post sia un lavoro e che le persone che lo fanno abbiano bisogno di essere retribuite, come tutte. Capita.
Quello che abbiamo da dirvi è solo: fateci un pensiero. Quello che il Post ha dato finora, continuerà a darlo: lo ha già dato per nove anni (e passa), gratis, senza chiedere nulla in cambio. Se per voi ha avuto qualche valore, avete l’occasione di contraccambiare. Se non vi convince, amici come prima.

E tornando a tutti gli altri: amici più di prima.