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  • Mercoledì 22 maggio 2019

Duterte ha vinto le elezioni di metà mandato

I partiti che sostengono il controverso presidente delle Filippine hanno ottenuto la maggioranza del Senato, che finora si era opposto ad alcune leggi molto discusse

Il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte mostra l'inchiostro sull'indice che dimostra che ha votato alle elezioni del 13 maggio, a Davao, la sua città d'origine, nel sud del paese (AP Photo/Manman Dejeto)
Il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte mostra l'inchiostro sull'indice che dimostra che ha votato alle elezioni del 13 maggio, a Davao, la sua città d'origine, nel sud del paese (AP Photo/Manman Dejeto)

Il 13 maggio nelle Filippine si è votato per rinnovare metà dei seggi del Senato, la camera che finora aveva bloccato parte delle proposte più controverse del presidente Rodrigo Duterte: sono arrivati i risultati ufficiali e, come anticipato dai risultati preliminari la settimana scorsa, Duterte e i suoi alleati hanno ottenuto la maggioranza. Nove dei 12 nuovi senatori sono sostenitori di Duterte, mentre gli altri tre sono indipendenti; i partiti di opposizione non hanno vinto nessuno dei seggi in ballo.

Quando i neoeletti entreranno in carica a luglio, alle opposizioni resteranno solo quattro senatori, mentre Duterte avrà più di metà del Senato dalla sua parte e potrà far passare più facilmente riforme costituzionali, secondo molti uno dei suoi obiettivi politici più ambiziosi: come quella per aumentare i poteri delle regioni, e la reintroduzione della pena di morte.

Per Duterte, che è presidente dal 2016, le elezioni della settimana scorsa sono state una sorta di referendum sul suo governo e sulle politiche autoritarie adottate in questi anni, in particolare quelle per contrastare la diffusione della droga: migliaia di persone sospettate di spaccio o tossicodipendenza sono state uccise nelle operazioni della polizia. Tra i nuovi senatori eletti ci sono l’ex capo della polizia Roland dela Rosa, uno degli esecutori delle politiche del presidente contro la droga, e Imee Marcos, figlia dell’ex dittatore delle Filippine Ferdinand Marcos e moglie di uno degli uomini più ricchi del paese.

Oltre che per il Senato, si è votato anche per rinnovare la Camera dei Deputati e per molti enti locali: in totale c’erano 18mila incarichi in ballo. Alcuni membri della famiglia di Duterte sono tra gli eletti. Il figlio maggiore di Duterte, Paolo, ha ottenuto un seggio da deputato; la figlia Sara, di cui si parla come una possibile candidata presidenziale alle elezioni del 2022, quando finirà il mandato di Duterte, è stata confermata sindaca della città di Davao, e il figlio Sebastian vicesindaco. Secondo Aries Arugay, docente di scienze politiche dell’Università delle Filippine Diliman che ha commentato il risultato delle elezioni con BBC, è possibile che se le Filippine diventeranno uno stato federale come vorrebbe Duterte, famiglie come la sua possano affermare il proprio potere locale con più facilità.

Le prossime elezioni per rinnovare il Parlamento delle Filippine saranno nel 2022, insieme a quelle presidenziali. Arugay ha spiegato a BBC che la maggioranza di Duterte potrebbe non essere così solida come oggi: «Alcuni dei senatori sono allineati con il presidente per via dell’incredibile popolarità che ha al momento»: se le cose dovessero cambiare, potrebbero togliere il loro sostegno.