Guida alle elezioni regionali in Piemonte

Si vota domenica e sarà probabilmente un testa a testa tra il presidente uscente Sergio Chiamparino, del PD, e l'eurodeputato Alberto Cirio, candidato del centrodestra

Alberto Cirio, a sinistra, candidato del centrodestra, Sergio Chiamparino, presidente di regione uscente e candidato del PD (ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)
Alberto Cirio, a sinistra, candidato del centrodestra, Sergio Chiamparino, presidente di regione uscente e candidato del PD (ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO)

Domenica in Piemonte si voterà per il rinnovo del consiglio regionale e del suo presidente. Secondo i sondaggi, sarà una sfida molto ravvicinata tra il presidente uscente, Sergio Chiamparino del PD, e Alberto Cirio, candidato del centrodestra unito. Giorgio Bertola, del Movimento 5 Stelle, dovrebbe quasi certamente arrivare terzo, con grande distacco dai primi due. Se Cirio dovesse vincere, il centrodestra controllerà tutte le principali regioni del Nord, con l’unica eccezione dell’Emilia-Romagna.

Il principale sondaggio pubblicato sui risultati delle regionali in Piemonte è stato realizzato da IPSOS e pubblico dal Corriere di Torino lo scorso 13 aprile. Secondo il sondaggio, le elezioni saranno un testa a testa tra Chiamparino (dato al 40,8 per cento) e Cirio T(dato al 40,2 per cento). Si tratterebbe di un ottimo risultato per Cirio, semisconosciuto parlamentari di Forza Italia, e molto inquietante per Chiamparino, uno dei più famosi politici piemontesi. Bertola, del Movimento 5 Stelle, è dato a poco più del 16 per cento. Per quanto riguarda le singole liste, la Lega è avanti a tutti con il 34 per cento, il PD è molto indietro con il 22 per cento e il Movimento 5 Stelle è ancora più lontano con il 15. Forza Italia dovrebbe raccogliere poco più del 10 per cento e +Europa (che appoggia Chiamparino) dovrebbe avvicinarsi al 6 per cento, poco più di quanto dovrebbe raccogliere Fratelli d’Italia.

Tra i due candidati, Chiamparino dovrebbe avere un grosso vantaggio sul suo avversario, almeno dal punto di vista dell’esperienza e della riconoscibilità. Nato nel 1948 da una famiglia operaia di Moncalieri, Chiamparino è stato ricercatore alla Facoltà di Scienze politiche, per poi svolgere una lunga carriera nel partito, il Partito Comunista all’inizio, e nel sindacato, la CGIL. È stato funzionario europeo, parlamentare e sindaco di Torino per dieci anni, presidente dell’Associazione nazionale comuni, e infine presidente di regione per altri cinque.

Il suo principale avversario, il candidato del centrodestra Cirio, al contrario, ha avuto una carriera più breve ed è molto meno noto (secondo il sondaggio IPSOS di aprile, il 57 per cento degli intervistati non aveva idea di chi fosse). Cirio è nato nel 1972 a Torino. Ha iniziato a fare politica con la Lega nei primi anni Novanta, facendosi eleggere consigliere comunale ad Alba, per poi passare a Forza Italia. A lungo consigliere comunale e vicesindaco di Alba, nel 2005 passa per due mandati al consiglio regionale, per poi lasciare il Piemonte nel 2014 in seguito alla sua elezione al Parlamento Europeo. La sua scelta come candidato presidente è stata imposta da Forza Italia agli alleati del centrodestra a cui la componente più forte della coalizione, la Lega, ha consentito di scegliere il candidato presidente.

Ancora meno noto e con una carriera politica più breve è il candidato del Movimento 5 Stelle Giorgio Bertola, 49 anni, ex impiegato commerciale. Tra il 2009 e il 2014 è stato assistente del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Davide Bono, per poi essere eletto a sua volta in Consiglio regionale. Lo scorso ottobre è stato eletto con circa 1.500 preferenze candidato presidente del partito. Quarto candidato, anche se senza alcuna possibilità di ottenere consensi rilevanti, è Valter Boero, del Popolo della Famiglia. Boero è un professore di scienze agrarie, ex consigliere comunale dell’UDC e portavoce del Movimento per la Vita in Piemonte.

Fino ad ora la campagna elettorale è stata definita dai quotidiani “sonnacchiosa” e in effetti non ci sono stati grandi scontri, divisioni o colpi di scena. Sul tema principale che la regione dovrà affrontare nel prossimo futuro, la costruzione della ferrovia TAV, centrodestra e centrosinistra sono d’accordo ed entrambi favorevoli alla prosecuzione dell’opera. Su questo fronte, racconta Repubblica, Chiamparino è partito in vantaggio poiché sono anni oramai che la sua posizione viene identificata con quella dei pro-TAV. Cirio invece ha dovuto correre ai ripari all’ultimo, inserendo tra le liste civiche che lo sostengono un gruppo di storici attivisti favorevoli alla ferrovia.

Il Movimento 5 Stelle è l’unica forza apertamente anti-TAV in competizione in Piemonte, ma anche se Bertola ha ripetuto di essere contrario alla linea come il suo partito, l’argomento non è stato affatto al centro della campagna elettorale. La TAV, infatti, piace agli imprenditori piemontesi e Bertola ha raccontato di aver svolto buona parte della sua campagna elettorale proprio nei loro confronti, spiegando che la regione ha bisogno di altre opere pubbliche e non dell’alta velocità, senza trasformare quella della TAV nella bandiera della sua campagna elettorale.

Domenica, oltre che il presidente della regione, 1,6 milioni di piemontesi saranno chiamati anche a scegliere i loro sindaci. Si voterà infatti anche in circa 800 comuni, tra cui i capoluoghi di provincia Biella, Verbania e Vercelli e altre città importanti, come Alba, Bra, Casale Monferrato, Chieri, Collegno, Fossano, Novi Ligure, Rivoli, Saluzzo, Settimo Torinese e Tortona.