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  • Domenica 28 aprile 2019

Cos’è “Extinction Rebellion”

È il movimento che da giorni sta bloccando vari luoghi di Londra per chiedere al governo un impegno più drastico nella lotta al riscaldamento globale

La manifestazione di Extinction Rebellion a Oxford Circus. (Leon Neal/Getty Images)
La manifestazione di Extinction Rebellion a Oxford Circus. (Leon Neal/Getty Images)

Da giorni un movimento ecologista che si fa chiamare Extinction Rebellion sta occupando varie aree di Londra e portando avanti diverse azioni di disobbedienza civile, chiedendo un maggiore e urgente impegno del Regno Unito nella lotta al cambiamento climatico. Domenica si è unita alla protesta anche Greta Thunberg, la giovane attivista svedese che negli ultimi mesi è stata promotrice di una vasta e riuscita protesta ecologista internazionale degli studenti.

La richiesta più importante di Extinction Rebellion è che il governo britannico adotti politiche più drastiche per azzerare le emissioni di gas serra entro il 2025. Ma è una protesta con una piattaforma più ampia, che chiede sostanzialmente ai governi di tutto il mondo di iniziare a occuparsi del riscaldamento globale come di un’emergenza e di istituire, tra le altre cose, un’assemblea di cittadini per discutere le politiche da adottare in tema ambientale.

Giovedì gli attivisti di Extinction Rebellion (XR) si sono posizionati davanti alla Borsa di Londra con l’intenzione di bloccare l’ingresso e l’uscita nella sua ora di punta a pranzo.

È stata l’ultima di una serie di dimostrazioni che la scorsa settimana avevano bloccato diverse aree di Londra: a partire dallo scorso lunedì, migliaia di attivisti avevano marciato verso Oxfrod Circus, una delle più turistiche e trafficate strade della città, trasportando una barca a vela rosa chiamata Berta Cáceres, in onore di un’attivista ambientalista honduregna uccisa nel 2016. Allo stesso tempo, altri gruppi di migliaia di persone hanno occupato quattro luoghi chiave di Londra: il Marble Arch, il Waterloo Bridge, Piccadilly Circus e la piazza del Parlamento.

Un’attivista di Extinction Rebellion portata via dalla polizia. il 16 aprile 2019 (Leon Neal/Getty Images)

Gli assembramenti di manifestanti sono durati per giorni, causando grandi problemi alla circolazione e ai trasporti pubblici. Fin dal primo giorno la polizia ha arrestato molte persone (più di mille nella prima settimana), la maggior parte con l’accusa di aver violato i regolamenti sulle manifestazioni. Londra è stata solo una delle diverse città dove si è protestato – ci sono state proteste anche a L’Aia e a Edimburgo, mentre in Australia alcuni attivisti hanno fermato un treno che trasportava carbone – ma anche quella dove la partecipazione è stata di gran lunga maggiore.

Domenica scorsa il sindaco di Londra, Sadiq Khan, aveva pubblicato su Twitter un comunicato per dirsi solidale con l’obiettivo generale della protesta, sostenendo però che l’impatto sulla città era stato “contro-produttivo” e chiedendo che le manifestazioni fossero interrotte perché la situazione tornasse alla normalità. Il partito di Khan, quello Laburista, si è tuttavia schierato a fianco delle proteste. Mercoledì il movimento ha detto in un comunicato rivolto ai cittadini londinesi: «Sappiamo che abbiamo scombussolato le vostre vite. Non lo facciamo a cuor leggero, lo facciamo solo perché è un’emergenza».

I fondatori di Extinction Rebellion sono 15 attivisti a cui venne l’idea nell’aprile del 2018 durante le proteste del movimento RisingUp!: al centro del progetto c’era la volontà di rendere più aggressive e concrete le proteste ambientaliste, per attirare maggiore attenzione e comunicare meglio l’urgenza del problema.

Il movimento iniziò materialmente lo scorso ottobre, poche settimane dopo la diffusione dell’allarmante rapporto sul clima secondo il quale i prossimi 11 anni saranno cruciali per evitare che l’aumento della temperatura media globale sia superiore a 1,5 °C, il limite ritenuto una soglia di sicurezza accettabile per avere effetti gestibili. Dopo alcune sporadiche azioni di disobbedienza civile, XR ha dato inizio alle vere proteste lo scorso 15 aprile, attirando l’attenzione dei media inglesi e poi di quelli di tutto il mondo.