La seconda più grande colonia di pinguini imperatori non esiste più

Quella della baia di Halley, in Antartide: il ghiaccio si è sciolto prima che i pinguini appena nati fossero in grado di nuotare

Fotografia del 2010 che mostra due pulcini di pinguino imperatore nella baia di Halley, in Antartide (Peter Fretwell/British Antarctic Survey via AP)
Fotografia del 2010 che mostra due pulcini di pinguino imperatore nella baia di Halley, in Antartide (Peter Fretwell/British Antarctic Survey via AP)

Nel 2016 migliaia di giovani pinguini imperatori della colonia della baia di Halley, la seconda più grande del mondo, sono morti perché il ghiaccio su cui erano nati, quello della piattaforma Brunt, in Antartide, aveva cominciato a sciogliersi e spaccarsi in anticipo, prima che i nuovi nati fossero in grado di nuotare. Né nel 2017 né nel 2018 il ghiaccio si è riformato in modo da poter sostenere la colonia, che oggi non esiste più. Quello che è successo è stato accertato dagli scienziati della British Antarctic Survey, l’organizzazione governativa britannica che si occupa di ricerca e divulgazione scientifica sull’Antartide, e spiegato in un articolo pubblicato oggi sulla rivista Antarctic Science.

I pinguini imperatori (Aptenodytes forsteri) sono la specie di pinguini più grande e pesante. A differenza di altre specie di pinguini, covano le loro uova sul ghiaccio e non sulle rocce. Per questo hanno bisogno di piattaforme di ghiaccio stabili da aprile, quando inizia la stagione degli accoppiamenti, a dicembre, quando in Antartide è estate e i nuovi nati sono in grado di nuotare e procurarsi il cibo da soli.

Fino a tre anni fa la baia di Halley era un ambiente ideale per una colonia. Si trova nel mare di Weddell, cioè nella zona del mare antartico più vicina all’Argentina, sul margine della piattaforma di ghiaccio (nel senso che sotto non c’è terra, ma mare) Brunt. La colonia riuniva ogni anno tra le 14mila e le 25mila coppie di pinguini imperatori: tra il 5 e il 9 per cento della popolazione mondiale di questa specie. Per sessant’anni le condizioni climatiche della baia di Halley erano rimaste stabili, dando ai pinguini imperatori un posto ideale dove riprodursi. Nel 2016 le cose sono cambiate per via di una stagione particolarmente tempestosa: forti venti hanno colpito i margini della piattaforma Brunt, rendendone più fragile il ghiaccio. Per questo il ghiaccio della baia di Halley ha cominciato a spaccarsi a ottobre: la stessa cosa è successa nel 2017 e nel 2018, causando la morte di quasi tutti i giovani pinguini nati in ciascun anno.

Il cambiamento è visibile dalle fotografie satellitari della baia di Halley: in quelle precedenti al 2016 si vede bene il guano dei pinguini (i biologi che studiano i pinguini dell’Antartide usano abitualmente le fotografie della cacca scattate dallo Spazio per i propri studi), completamente assente dalle fotografie più recenti.

La baia di Halley dallo Spazio (©2019 Maxar Technologies/British Antarctic Survey via AP)

I ricercatori della British Antarctic Survey pensano che alcuni dei pinguini adulti della colonia della baia di Halley non si siano riprodotti negli ultimi anni, mentre altri si sarebbero uniti ad altre colonie del mare di Weddell, ad esempio su quella vicina al ghiacciaio Dawson Lambton, a 50 chilometri di distanza dalla baia di Halley: dalle fotografie satellitari (cioè dal guano) si vede che la sua popolazione è cresciuta.

La colonia del ghiacciaio Dawson Lambton dallo Spazio (©2019 Maxar Technologies/British Antarctic Survey via AP)

Non si sa con esattezza perché il ghiaccio della piattaforma di Brunt non si sia riformato come prima del 2016: nel mare intorno alla piattaforma non ci sono stati grossi cambiamenti climatici, quindi non si può dire che la fine della colonia sia stata causata da una trasformazione del clima. Peraltro i pinguini imperatori della baia di Halley prima o poi avrebbero comunque dovuto spostarsi: la piattaforma Brunt si sta spaccando per via di una grande crepa nel ghiaccio che è stata osservata per la prima volta nel 2013. Un giorno la spaccatura porterà alla creazione di un iceberg con una superficie più o meno pari a quella della città metropolitana di Milano. Questo processo però non è legato al cambiamento climatico, secondo gli scienziati: semplicemente la piattaforma nell’ultimo secolo si era estesa troppo.

In ogni caso la fine della colonia della baia di Halley può farci capire meglio l’impatto che il riscaldamento globale potrà avere in futuro sull’Antartide e gli animali che la abitano. Secondo alcune previsioni, entro la fine di questo secolo il numero dei pinguini imperatori diminuirà di una percentuale compresa tra il 50 e il 70 per cento, se la parte del mare Antartico che si ghiaccia ogni anno si ridurrà come previsto dalle simulazioni climatiche che tengono conto dell’aumento delle temperature.

I pinguini reali sono probabilmente molti meno di quanto pensassimo