Orfini dice che non deve scusarsi con Marino

Sia lui che Renzi dicono che obbligarono Marino a dimettersi non per l'inchiesta sugli scontrini, ma perché «stava amministrando male Roma, la città era un disastro»

(ANSA / ETTORE FERRARI)
(ANSA / ETTORE FERRARI)

Matteo Orfini, parlamentare romano ed ex presidente del Partito Democratico, ha commentato l’assoluzione nello “scandalo scontrini” di Ignazio Marino, sindaco di Roma costretto a dimettersi dal suo stesso partito nel 2015. Orfini, all’epoca commissario del PD romano, era stato tra i più insistenti nel chiedere la rimozione di Marino, politicamente oramai molto compromesso. Nella sua scelta era stato appoggiato anche dall’allora segretario del partito, Matteo Renzi.

Come ha ricordato Orfini, sono stati in molti nelle ultime ore a domandargli di chiedere scusa all’ex sindaco in seguito alla sua assoluzione. Orfini però oggi rivendica il suo gesto:

«Alcuni, compreso qualche dirigente del Pd, mi chiedono di scusarmi per la scelta di avere sfiduciato Ignazio Marino. Ovviamente non credo di doverlo fare, perché quella scelta l’ho assunta spiegando fin dal primo momento che non era legata all’inchiesta. Marino non era adeguato a quel ruolo, stava amministrando male Roma, la città era un disastro»

Orfini ricorda anche di averlo a lungo difeso dagli attacchi da fuori e dentro il partito:

«Provai per un anno ad aiutarlo, troverete decine di dichiarazioni dell’ex sindaco che lo riconosceva. Difesi l’indifendibile, compresa la scelta di rimanere in vacanza in alcuni dei momenti più delicati della vita della città. Misi me stesso a sua protezione per più di un anno, rispondendo personalmente di ogni problema della città»

Marino fu obbligato a dimettersi quando 26 consiglieri comunali del PD si recarono dal notaio per formalizzare le loro dimissioni, causando così la decadenza automatica dell’assemblea e quindi del sindaco. Marino nei giorni precedenti aveva annunciato le dimissioni sotto la pressione degli attacchi della stampa, dell’opposizione, dei suoi avversari interni al partito e a causa delle inchieste che lo riguardavano (dalle quali negli anni successivi è sempre stato assolto), ma successivamente le aveva ritirate, spingendo il PD a decidere per le dimissioni di massa dei suoi consiglieri in modo da mettere fine al suo mandato.

Anche l’allora segretario del PD Matteo Renzi ha confermato le parole di Orfini sulla natura politica della decisione che portò a obbligare Marino a dimettersi. L’ex segretario ha scritto oggi nella sua newsletter:

«Ricordo che le dimissioni di 26 consiglieri del Pd e il decadimento del sindaco non avevano niente a che fare coi problemi giudiziari o con gli scontrini. Nel 2015 la scelta del Pd romano fu totalmente figlia di valutazioni amministrative legate al governo di Roma. Il Pd romano prese una decisione politica»