Cosa sappiamo di Ousseynou Sy, l’autista dell’autobus incendiato a Milano

È italiano da 15 anni e non ha legami con gruppi radicali; vive a Crema da tempo e ha precedenti penali, di cui però non sapeva quasi nessuno

Ousseynou Sy dopo essere stato arrestato dai carabinieri (ANSA/SALVATORE GARZILLO)
Ousseynou Sy dopo essere stato arrestato dai carabinieri (ANSA/SALVATORE GARZILLO)

L’autista dell’autobus dirottato e incendiato mercoledì fuori Milano, Ousseynou Sy, era stato condannato per molestie sessuali e aveva ricevuto una sospensione della patente per guida in stato di ebbrezza, scrivono i giornali di oggi. I suoi precedenti, però, non erano noti all’azienda di autotrasporti per cui lavorava da anni come autista, Autoguidovie; i suoi colleghi e le altre persone che lo conoscevano a Crema, dove Sy viveva da tempo, lo hanno descritto come una persona di buon carattere, senza particolari problemi.

Sy, 46 anni, mercoledì ha sequestrato l’autobus che stava guidando, con a bordo 51 ragazzini. Aveva caricato a bordo due taniche di benzina e, dopo aver minacciato di dare fuoco all’autobus, si è diretto da Crema verso Milano: ha detto che voleva arrivare fino all’aeroporto di Linate, per protestare contro le morti di migranti nel Mediterraneo, ha raccontato il procuratore di Milano Alberto Nobili. Due ragazzini che si trovavano in fondo all’autobus sono però riusciti a dare l’allarme con i loro cellulari: i carabinieri sono riusciti a fermare l’autobus, hanno fatto scendere i ragazzini e Sy è riuscito a dare fuoco alla benzina quando ormai sull’autobus non era rimasto quasi più nessuno. Sy, che è stato arrestato immediatamente, è l’unica persona ad aver riportato ferite gravi al termine del sequestro, durato in tutto circa 40 minuti.

Il Corriere della Sera scrive che Sy aveva iniziato a organizzare il sequestro circa tre giorni prima di metterlo in atto. Il piano di Sy non sembra comunque fosse particolarmente articolato e non è ancora chiaro esattamente cosa avesse in mente di fare una volta arrivato all’aeroporto di Linate. I giornali di oggi dicono che volesse «prendere un aereo», ma non è chiaro se per scappare o per tentare di bloccare l’aeroporto come forma di protesta.

Le accompagnatrici dei ragazzini sull’autobus sequestrato hanno detto che avevano già visto Sy alla guida, e i suoi datori di lavoro e colleghi hanno raccontato che da quando lavorava con loro non aveva mai avuto problemi di alcun tipo. Sy – nato in Francia da genitori senegalesi, cittadino italiano da 15 anni – lavorava per Autoguidovie da 15 anni: prima come addetto alle pulizie, poi – dopo aver preso la patente per gli autobus – come autista. Da allora aveva spesso guidato gli autobus che portavano avanti e indietro da scuola gli studenti nella zona di Crema. La sua patente era valida, gli altri documenti necessari alla guida di mezzi pubblici erano in regola e si era sempre sottoposto a tutte le visite di controllo.

I giornali di oggi hanno però scritto di due precedenti di Sy: uno per guida in stato di ebbrezza del 2007 – che aveva portato a una sospensione della patente – e uno per “molestie sessuali”. Per questa seconda accusa, del 2011, Sy era stato condannato nel 2018 a un anno di carcere con pena sospesa, ma né i suoi datori di lavoro né i suoi colleghi sapevano di questa cosa.

Da tempo Sy viveva a Crema. Prima aveva convissuto con sua moglie e i suoi figli, ora, dopo la separazione dalla moglie – una donna italiana – viveva da solo. Repubblica – che ha parlato con vicini di casa e altri conoscenti di Sy a Crema – ha scritto che tutti parlano di lui come di una persona tranquilla e cordiale. Sempre Repubblica cita il racconto di una vicina di casa di Sy che negli ultimi giorni lo aveva sentito parlare al telefono lamentandosi «della situazione dell’Africa», e parla di un video che Sy avrebbe caricato su YouTube per scoraggiare nuovi migranti a venire in Europa. Del video sembra abbia parlato lo stesso Sy durante gli interrogatori di mercoledì: al momento però non sembra che qualcuno lo abbia visto.

Nobili, che sta portando avanti le indagini sul sequestro, ha detto che «la vicenda non va inquadrata in un episodio di terrorismo islamico» e che Sy non era vicino a nessun «contesto radicalizzato o di stragismo islamico». I giornali di oggi scrivono che non era un religioso praticante e non era considerato dalla polizia un soggetto a rischio. Sy è stato accusato di sequestro di persona e strage.