Un gruppo di avvocati sta cercando di far indagare il dittatore siriano Bashar al Assad alla Corte penale internazionale

Il presidente siriano Bashar al Assad nel 2018 (SANA via AP)
Il presidente siriano Bashar al Assad nel 2018 (SANA via AP)

Un’organizzazione che si occupa di difesa dei diritti umani e un gruppo di avvocati britannici hanno fatto causa al dittatore siriano Bashar al Assad alla Corte penale internazionale (ICC), il tribunale per crimini internazionali che ha sede all’Aia, nei Paesi Bassi. Sia il Guernica Centre for International Justice che il gruppo di avvocati britannici rappresentano alcuni cittadini siriani – 28 in tutto – che sono scappati in Giordania per fuggire dalla guerra civile in Siria.

L’organizzazione e gli avvocati accusano Assad di aver commesso crimini contro l’umanità dall’inizio del conflitto, nel 2011. Finora non erano mai state presentate cause contro Assad all’ICC dato che la Siria non è tra i paesi firmatari dello Statuto di Roma, il trattato internazionale che istituì l’ICC. Tuttavia, a settembre i giudici dell’ICC hanno detto di poter esercitare la loro competenza riguardo «alla presunta deportazione del popolo rohingya» in Myanmar, nonostante il Myanmar non sia tra i firmatari dello Statuto di Roma: il procuratore Fatou Bensouda ha sostenuto che i crimini contro i rohingya siano proseguiti anche in Bangladesh, il paese che ha accolto i rifugiati rohingya e che invece rientra nella giurisdizione dell’ICC. Le accuse contro Assad presentate questa settimana sono basate sul precedente della decisione sulla deportazione dei rohingya: la Giordania infatti è tar i firmatari dello Statuto di Roma.

Nella guerra in Siria più di 360mila persone sono morte e milioni hanno dovuto abbandonare le proprie case per fuggire all’estero o in altre parti del paese.