Gli Oscar per tutte le altre cose

Le cose da sapere, vedere e sentire su quelle categorie che premiano qualcuno che non recita o dirige

Matt Sayles/A.M.P.A.S via Getty Images
Matt Sayles/A.M.P.A.S via Getty Images

Nella notte tra domenica e lunedì si terrà la 91ª cerimonia di premiazione degli Oscar, in cui saranno assegnati 24 premi. Quello di cui – forse – ci ricorderemo anche tra cinque anni è l’Oscar al miglior film (test: chi vinse cinque anni fa?) e quelli a cui facciamo più caso sono i premi per il miglior regista e i migliori attori e attrici, protagonisti e non (risposta: vinse 12 anni schiavo). Ci sono poi sei premi per film che non sono “lungometraggi di finzione” ma sono in lingua straniera, d’animazione, documentari, cortometraggi, cortometraggi d’animazione e cortometraggi documentari.

Infine ci sono 12 premi per altrettanti aspetti tecnici dei film: uno è quello per la Miglior canzone, che si spiega da sé; gli altri undici sono i cosiddetti premi tecnici, perché premiano determinati professionisti di alcuni campi del cinema. Sono premi importanti, determinanti per rendere un film quello che è, ma spesso trascurati.

Miglior fotografia
Łukasz Żal – Cold War; Robbie Ryan – La favorita; Caleb Deschanel – Opera senza autore; Alfonso Cuarón – Roma; Matthew Libatique – A Star Is Born

In inglese la fotografia del cinema si chiama “cinematography”, parola che ne spiega l’importanza: è l’essenza di un film e se è fatta male, il film sarà brutto. Il direttore della fotografia è uno dei più importanti assistenti sul set ed è, in sintesi, il responsabile di tutte le immagini di un film: tra le altre cose decide – con il regista – dove mettere le luci, come inquadrare cosa e come far muovere la cinepresa. Ma anche che pellicola, quali cineprese e quali lenti usare. Fa insomma tante cose, tutte con un notevole impatto sul film. Questo premio esiste dalla prima edizione degli Oscar, e per un paio di decenni furono assegnati ogni anno due Oscar per la migliore fotografia: a colori e in bianco e nero.

Se, come sembra, dovesse vincere Cuarón, diventerebbe la prima persona nella storia a vincere l’Oscar per essere stato direttore della fotografia di un film di cui è anche regista. Tra l’altro Cuarón ha fatto da direttore della fotografia di se stesso dopo che ha saputo che Emmanuel “Chivo” Lubezki, suo amico e collaboratore, vincitore di tre Oscar consecutivi per la fotografia, aveva altri impegni. L’anno scorso questo Oscar andò a Roger Deakins, che era stato candidato 13 volte senza mai vincere.

Miglior montaggio
Barry Alexander Brown – BlacKkKlansman; John Ottman – Bohemian Rhapsody; Yorgos Mavropsaridis – La favorita; Patrick J. Don Vito – Green Book; Hank Corwin – Vice

È l’Oscar che premia coloro i quali si trovano davanti a ore di girato e le trasformano in un film di un paio d’ore. È un lavoro lento che è ora fatto a computer e un tempo si faceva con le forbici. Orson Welles disse che era «come scrivere, un lavoro solitario» che per farlo bisognava «sgobbare, sgobbare e sgobbare» e che alla fine era tutta una questione di «senso del ritmo». L’anno scorso vinse il montatore di Dunkirk. I favoriti per quest’anno sono Corwin di Vice e Don Vito di Green Book. Il grande assente della categoria è Cuarón, che già che c’era per Roma aveva fatto anche il montatore.

Quando per qualche giorno è sembrato che questo premio e quello per la fotografia sarebbero stati assegnati durante la pubblicità, tantissimi grandi nomi di Hollywood si arrabbiarono molto. Guillermo del Toro aveva reagito scrivendo: «Fotografia e montaggio sono il cuore del cinema. Non sono ereditate dal teatro o dalla letteratura: sono il cinema stesso».

Miglior scenografia
Hannah Beachler e Jay Hart – Black Panther; Fiona Crombie e Alice Felton – La favorita; Nathan Crowley e Kathy Lucas – First Man; John Myhre e Gordon Sim – Il ritorno di Mary Poppins; Eugenio Caballero e Barbara Enriquez – Roma

In inglese la scenografia è il “production design” e fino a qualche anno fa il premio era noto come quello per l’art direction. Il compito degli scenografi è decidere come allestire il set e, in generale, far sembrare vero quello che di solito non lo è. Questo premio andrà probabilmente a La favorita, ma la vera notizia è che le scenografie di Roma non le ha fatte Cuarón.

Migliori effetti speciali
Avengers: Infinity War;  Ritorno al Bosco dei 100 Acri; First Man; Ready Player One; Solo: A Star Wars Story

Questo premio esiste dal 1940, quando a vincere fu il film La grande pioggia. L’anno scorso vinse La forma dell’acqua, quest’anno questo potrebbe essere l’unico Oscar per First Man, il film sull’allunaggio. Bisogna tra l’altro tenere presente che questo premio non va solo a chi mette più esplosioni e navicelle spaziali e si può vincere anche con effetti di altro tipo. Forse è il nome italiano che trae un po’ in inganno: in inglese è “visual effects”, effetti visivi.

Miglior trucco e acconciatura
Border; Maria Regina di Scozia; Vice

Il premio esiste dal 1982 (quando si premiava solo il trucco e vinse Un lupo mannaro americano a Londra) ed è sempre stato un Oscar particolare: per due anni furono nominati solo due film, nel 1984 non fu assegnato e dal 1985 in poi i candidati sono sempre stati tre e non cinque come in quasi tutte le altre categorie. L’anno scorso vinse L’ora più buia – che seppe trasformare Gary Oldman in Winston Churchill – e quest’anno il favorito è Vice, che ha saputo trasformare Christian Bale in Dick Cheney.

Migliori costumi
La ballata di Buster Scruggs; Black Panther; La favorita; Il ritorno di Mary Poppins; Maria regina di Scozia

Esiste dal 1940 e, così come altri premi fino alla seconda metà degli anni Sessanta era doppio: ce n’era uno per i costumi dei film in bianco e nero e uno per i film a colori. La persona che ha vinto più Oscar per i Migliori costumi è Edith Head, che è anche la donna ad aver vinto più Oscar in qualsiasi categoria: è stata nominata 35 volte e ha vinto in otto occasioni. L’anno scorso vinse Il filo nascosto e quest’anno ci si aspetta che a vincere sia uno tra La favorita e Black Panther. Dei costumi di Black Panther parlammo qui; per La favorita è invece candidata la costumista britannica Sandy Powell, candidata anche per Il ritorno di Mary Poppins.

Miglior colonna sonora
Black Panther; BlacKkKlansman; L’isola dei cani; Il ritorno di Mary Poppins; Se la strada potesse parlare 

Un anno fa vinse Alexander Desplat, che aveva lavorato a La forma dell’acqua e che riuscì a battere due mostri sacri del settore, come Hans Zimmer e John Williams. Quest’anno si pensa invece possa vincere Nicholas Britell, che non ha mai vinto l’Oscar e ha lavorato alla colonna sonora di Se la strada potesse parlare. Ma ha buone possibilità anche Ludwig Göransson per Black Panther.

Migliori sceneggiature

OriginaliFirst Reformed; Green Book; La favorita; Roma; Vice
Non originaliBlacKkKlansman; La ballata di Buster Scruggs; Can you ever forgive me?; Se la strada potesse parlare; A Star Is Born

Sono originali le sceneggiature che non arrivano da idee precedenti – che siano libri, racconti brevi o opere teatrali. Una curiosità: anche se quest’anno non è il caso, tutti i sequel contano come “non originali”, perché basati (in quanto seguiti) su storie già esistenti. Un anno fa vinsero Get Out e Chiamami col tuo nome. Quest’anno ci si aspetta che l’Oscar per la sceneggiatura non originale vada a BlacKkKlansman, ispirato al libro Black Klansman scritto da Ron Stallworth. Non c’è invece un vero favorito per la sceneggiatura originale e sì, quella di Roma l’ha scritta Cuarón.

Quei due del sonoro

Sono due Oscar diversi, ma facilmente confondibili, anche per colpa della confusione che si genera nella traduzione in italiano. L’Oscar per il Miglior sonoro (“sound mixing” in inglese) esiste dagli anni Trenta, mentre l’Oscar per il Miglior montaggio sonoro (“sound editing”) esiste dal 1964, ma ci sono state diverse edizioni degli Oscar in cui non è stato assegnato. Il mixing e l’editing del suono sono tra loro strettamente collegati; semplificando si può però dire che l’editing viene prima (è la scelta dei suoni da “mettere” in un film) e il mixing arriva dopo, in post-produzione.

Variety spiega così la differenza: «dopo che il sound editor ha montato tutto quello che il pubblico sentirà nel film, il sound mixer decide come il pubblico sentirà quei suoni». Spesso questo premi vanno allo stesso film ed è il motivo per cui c’è chi questi due premi li vorrebbe unire. L’anno scorso vinse Dunkirk, quest’anno si pensa che potrebbero vincere First Man e Bohemian Rhapsody.