Roberto Calderoli è stato condannato a 18 mesi di carcere per gli insulti razzisti a Cécile Kyenge

Roberto Calderoli durante la votazione della legge elettorale - Roma, 26 ottobre 2017
(ANSA/ANGELO CARCONI)
Roberto Calderoli durante la votazione della legge elettorale - Roma, 26 ottobre 2017 (ANSA/ANGELO CARCONI)

Il senatore della Lega Roberto Calderoli è stato condannato a 18 mesi di carcere per gli insulti razzisti che rivolse nel luglio del 2013 all’allora ministro alle Pari opportunità Cécile Kyenge. Calderoli è stato condannato per diffamazione con l’aggravante del razzismo per aver paragonato l’ex ministro a un orango nel corso di un comizio a Treviglio, vicino Milano. «Abbiamo vinto un’altra volta», ha scritto su Facebook Kyenge, oggi europarlamentare del PD: «Il razzismo la paga cara».

Nel corso del comizio Calderoli si era rivolto con disprezzo e termini ingiuriosi nei confronti dell’allora ministro del governo Letta:

«Ogni tanto smanettando con Internet, apro “il governo italiano”, e cazzo cosa mi viene fuori? La Kyenge. Io resto secco. Io sono anche un amante degli animali eh, per l’amor del cielo. Ho avuto le tigri, gli orsi, le scimmie, e tutto il resto. I lupi anche c’ho avuto. Però quando vedo uscire delle – non dico che – delle sembianze di oranghi io resto ancora».

La condanna è arrivata dopo più di cinque anni dall’episodio a causa delle difficoltà incontrate dal tribunale di Bergamo nel procedere contro Calderoli. Inizialmente, spiega il Corriere, la richiesta di autorizzazione era stata respinta dal Senato che aveva difeso Calderoli sostenendo che le sue erano opinioni «espresse da un parlamentare nell’esercizio delle sue funzioni» e quindi insindacabili.  Il tribunale di Bergamo fece quindi ricorso alla Corte Costituzionale che gli diede ragione, permettendo al processo di cominciare e arrivare alla conclusione di oggi.