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  • Mercoledì 19 dicembre 2018

La storia dell’aggressione alla deputata Mara Lapia

Una parlamentare del M5S ha sostenuto di essere stata aggredita con calci e pugni, ma ha più volte cambiato versione e ora cinque testimoni dicono che le cose sono andate diversamente

(ANSA/MARIA LAPIA)
(ANSA/MARIA LAPIA)

Negli ultimi giorni si è parlato molto di un’aggressione denunciata da una deputata del Movimento 5 Stelle, Mara Lapia, che la settimana scorsa sarebbe stata picchiata da un uomo all’uscita da un supermercato di Nuoro, riportando diverse ferite. In seguito, però, la deputata ha più volte cambiato versione sull’aggressione e numerosi testimoni hanno detto che le cose si sono svolte in maniera diversa, alcuni smentendo del tutto che sia avvenuta un’aggressione.

Dell’episodio si è cominciato a parlare domenica scorsa, il 16 dicembre, quando il capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, Francesco D’Uva, ha dato per primo la notizia dell’aggressione avvenuta il giorno stesso. D’Uva aveva parlato di un pestaggio che aveva causato alla deputata una frattura della costola e numerose contusioni. «È gravissimo e intollerabile che un uomo, in modo becero e disumano, si accanisca violentemente nei confronti di una donna fino a ridurla in quelle condizioni», aveva detto. L’uomo accusato dell’aggressione è stato rapidamente identificato: un 35enne con precedenti penali al momento denunciato per aggressione.

Lo stesso giorno, quindi poche ore dopo l’aggressione, Lapia ha dato un’intervista a Radio Capital in cui ha ricostruito l’incidente. Mentre si trovava in un supermercato di Nuoro, ha detto, la cassiera ha fatto accidentalmente cadere una lattina di Coca-Cola, che si è aperta bagnandole i vestiti. Lapia ha criticato la cassiera per l’errore, ha raccontato, ma dopo pochi istanti ha considerato chiuso l’incidente. Un uomo in coda dopo di lei però ha iniziato a insultarla, l’ha seguita nel parcheggio del supermercato e quando lei ha provato a riprenderlo e fotografare la targa della sua automobile le avrebbe strappato il telefono di mano, buttandolo in terra e prendendolo a calci. Poi avrebbe colpito Lapia con un pugno, l’avrebbe spinta contro un muro, strattonata e gettata a terra, dove l’avrebbe colpita con un calcio.

Nel corso della giornata, Lapia aveva ricevuto la solidarietà di numerosi esponenti di maggioranza e opposizione, oltre che quella del presidente della Camera Roberto Fico. Il giorno dopo, però, il quotidiano online Sardiniapost ha raccolto il racconto di una testimone che smentiva gran parte della ricostruzione di Lapia (il racconto è stato reso sotto forma di un messaggio audio, circolato moltissimo negli ultimi giorni).

La testimone, un’infermiera di Nuoro che non ha assistito alla parte del diverbio avvenuta alle casse del supermercato ma solo alla successiva lite, sostiene che Lapia si sia inventata completamente l’aggressione. Sarebbe stata lei a inseguire l’uomo, intimandogli di fermarsi mentre lui si dirigeva verso la sua macchina e continuando a riprenderlo, ripetendo che la polizia sarebbe arrivata in poco tempo per arrestarlo. La madre dell’uomo, racconta la testimone, sarebbe intervenuta toccando la spalla della deputata, come a cercare di farla ragionare. Lapia a quel punto sarebbe caduta in terra «fingendo di essere svenuta», ha raccontato la testimone, che ha confermato la sua versione anche alla polizia.

In risposta alla diffusione dell’audio, Lapia ha dato un’intevista all’Adnkronos in cui ha smentito il racconto della testimone, accusando alcuni politici locali suoi avversari di aver orchestrato una macchinazione contro di lei, e ha confermato di aver avuto «ossa frantumate» nel corso dell’aggressione. Sempre il 17 dicembre, però, quest’ultimo particolare è stato smentito dall’ospedale di Nuoro e anche Lapia ha modificato la sua versione dei fatti, negando di aver parlato di ossa rotte e di calci e pugni, ma soltanto di una spinta, e pubblicando su Facebook un referto medico che parla di “infrazione” delle costole (un danno meno grave, che può anche essere causato da una caduta). In un’altra intervista ha detto di aver «scherzato» con la cassiera, che le aveva incidentalmente sporcato il vestito, e che l’aggressore aveva già da prima iniziato a prenderla di mira, poiché l’aveva riconosciuta come deputata.

Oggi sul Corriere della Sera la giornalista Fiorenza Sarzanini ha scritto che ci sono però almeno cinque testimoni che smentirebbero tutta o parte della versione di Lapia. Due cassiere del supermercato hanno raccontato di essere state insultate e minacciate da Lapia quando una lattina di Coca-Cola caduta le ha sporcato il vestito. La deputata avrebbe parlato del costo elevato dei vestiti rovinati e quando un uomo in fila si è lamentato del rallentamento alla coda che la deputata stava causando, lei lo avrebbe minacciato di querela per poi inseguirlo riprendendolo con il cellulare.

Altri tre testimoni, tra cui l’infermiera dell’audio inviato a Sardiniapost, avrebbero assistito alla scena fuori dal supermercato e avrebbero confermato che non sarebbe avvenuta un’aggressione, e che a un certo punto la deputata Lapia avrebbe finto di essere svenuta. Secondo il Fattoquotidiano.it le telecamere del parcheggio mostrerebbero un contatto tra l’uomo e la deputata, una “manata” per la precisione. Secondo Sarzanini, invece, i filmati sarebbero ancora sotto esame.