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  • Mercoledì 28 novembre 2018

Con Brexit il Regno Unito starà peggio

Lo dice lo stesso governo britannico, in un rapporto ufficiale appena diffuso

(Jack Taylor/Getty Images)
(Jack Taylor/Getty Images)

Il governo britannico ha diffuso un atteso rapporto ufficiale (PDF) secondo cui l’uscita dall’Unione Europea causerà un danno economico al Regno Unito, a prescindere dai termini dell’uscita e dalla futura relazione con l’Unione. I tecnici del governo, insomma, sostengono che uscendo dall’Unione il Regno Unito starà indiscutibilmente peggio, dal punto di vista economico, almeno nel breve-medio termine. Alle stesse conclusioni è arrivato un rapporto della Bank of England, pubblicato nel tardo pomeriggio.

Il rapporto del governo ha esaminato quattro scenari relativi ai futuri rapporti fra Regno Unito e Unione Europea: un accordo molto stretto, secondo il piano proposto in estate dalla prima ministra Theresa May; un accordo commerciale “standard”; uno simile a quello che l’UE ha con la Norvegia, e infine l’uscita dall’UE senza alcun tipo di accordo. L’ultima eventualità è quella che creerebbe più danni in assoluto: secondo le stime del governo, in caso di nessun accordo nel 2035 il PIL del Regno Unito sarà inferiore del 10,7 per cento al PIL che avrebbe se rimanesse nell’UE. Anche nello scenario oggi considerato migliore tra quelli possibili, cioè l’accordo proposto da May in estate, il PIL scenderebbe comunque del 2,1 per cento: il Guardian stima che con la bozza di accordo trovata dai negoziatori britannici ed europei, e approvata domenica scorsa dal Consiglio Europeo, il PIL del Regno Unito diminuirebbe di una cifra compresa fra lo 0,6 e il 2,1 per cento.

Philip Hammond, che nel governo britannico ricopre un ruolo equivalente al ministro delle Finanze, ha ammesso che l’uscita dall’Unione Europea danneggerà il Regno Unito dal punto di vista economico, ma che ci saranno altri benefici di tipo politico. Durante un dibattito in Parlamento che si è tenuto poco dopo la diffusione del rapporto del governo, May ha detto che «l’analisi non mostra che saremo più poveri in futuro di quello che siamo oggi». In effetti il documento non contiene questa informazione, e anzi prevede che il PIL del paese continuerà ad aumentare: il punto è che in qualsiasi scenario diverso dalla permanenza nell’UE, il PIL aumenterà in misura inferiore.

L’approvazione dell’accordo da parte del Parlamento britannico è l’ultimo grosso ostacolo alla sua applicazione, ma per ora May non sembra avere i numeri per vincere il voto in Parlamento. L’accordo è infatti molto criticato sia da parte del Partito Conservatore di May che dal Partito Laburista di Jeremy Corbyn, che sostiene che sarà dannoso per il Regno Unito. Il voto è previsto per l’11 dicembre: May passerà le prossime due settimane in una sorta di campagna elettorale in tutto il Regno Unito per trovare il consenso politico necessario per l’approvazione dell’accordo in Parlamento e nei prossimi giorni dovrebbe discutere con Corbyn in un dibattito televisivo.