Nomi d’arte con una storia

Da Nicolas Cage a Emma Stone a Pippo Franco: c'entrano criceti, Spice Girls, film, bambole, birre, battaglie, regole aggirate e regole da rispettare

(Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)
(Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

Come ha detto Robert Allen Zimmerman, «Nasci con il nome sbagliato, i genitori sbagliati. Cioé, può capitare. Poi ti fai chiamare come vuoi farti chiamare». Lui, per esempio, preferì l’abbreviativo Bob e il cognome Dylan. Non è vero che scelse quel nome in onore al poeta Dylan Thomas, come ogni tanto si dice, e siccome si tratta di Bob Dylan lui è sempre stato piuttosto elusivo sul tema. Ma ci sono altri casi in cui le storie dietro i nomi d’arte o gli pseudonimi con cui conosciamo qualcuno di famoso sono buffe, insolite e interessanti. Abbiamo raccolto quelle che ci sembrava lo fossero, spiegando perché persone come Nicolas Kim Coppola, Michael Douglas (non quello, l’altro), Francesco Pippo, Simon John Ritchie e Brianne Sidonie Desaulniers sono note con un nome diverso.

Michael Keaton
Pseudonimo di Michael Douglas

L’attore di Birdman e Il caso Spotlight, sul passaporto ha scritto Michael John Douglas. Ma il SAG, il sindacato americano degli attori, vieta che esistano due attori con lo stesso nome. Siccome c’era già l’altro Michael Douglas ed esisteva anche un “Mike Douglas” scelse un po’ a caso il cognome Keaton. Ha detto anche che da piccolo i suoi fratelli lo chiamavano Jackson e che per un periodo, a inizio carriera, pensò di usare il nome Michael Jackson. Dovete anche sapere che Michael Douglas (il marito di Catherine Zeta-Jones e l’attore di Wall Street) si chiama così perché il padre Kirk Douglas scelse – da adolescente, dopo essere arrivato negli Stati Uniti dalla Russia – di cambiare legalmente il suo nome, che era Issur Danielovitch.

Pippo Franco
Pseudonimo di Francesco Pippo

L’ha scelto perché “Pippo Franco” suonava meglio. La cosa strana è che “Pippo Franco” è stato anche il nome d’arte scelto da Giuseppe Stagnitti, attore di varietà della prima metà del Novecento. Anche se sembra che Francesco Pippo abbia scoperto questa cosa solo una decina di anni fa.

(Stefano Colarieti / LaPresse spettacolo)

Michael J. Fox
Pseudonimo di Michael Andrew Fox

L’attore che oggi ha 57 anni, ed è noto soprattutto per essere stato Marty McFly in Ritorno al Futuro, scelse di mettere una J. tra il suo vero nome e il suo vero cognome perché al SAG esistevano già sia un Michael Fox che un Michael A. Fox. In Ritorno al Futuro succede tra l’altro che nel 1955 George McFly, il padre di Marty, sia appassionato del vero programma tv Science Fiction Theatre, che in molti episodi aveva come attore proprio quel Michael Fox. E uno di quegli episodi, andato in onda nel 1955, parla di viaggi nel tempo.

Brie Larson
Pseudonimo di Brianne Sidonie Desaulniers

L’attrice molto apprezzata per il film Room ha antenati franco-canadesi da parte di padre. Come nella maggior parte dei casi, quindi, ha cambiato nome perché quello vero era troppo difficile da ricordare o pronunciare. A differenza di molti altri casi, però, Brie (abbreviativo di Brianne) ha scelto il cognome d’arte “Larson” come omaggio alla bambola Kirsten Larson.

Sid Vicious
Pseudonimo di Simon John Ritchie

Il cantante e bassista dei Sex Pistols deve il suo nome d’arte al criceto di John Joseph Lydon, nome vero di Johnny Rotten (“rotten” vuol dire “marcio”), cantante del gruppo. Pare che quando avevano meno di vent’anni e facevano gli squatter a Londra, il criceto – chiamato Sid in onore del cantante Syd Barrett – morse Simon John Ritchie, che a quel punto disse a John Joseph Lydon: «Your Sid is vicious!» (“vicious” vuol dire “feroce”). Lydon iniziò quindi a chiamare l’amico Sid Vicious.

Miley Cyrus
Pseudonimo di Destiny Hope Cyrus

Figlia del cantante country Billy Ray Cyrus e diventata famosa come Hannah Montana, ha scelto il nome Miley perché da bambina il suo soprannome era “Smiley Miley”, perché sorrideva sempre (“smiley” vuol dire “sorridente”).

Nicolas Cage
Pseudonimo di Nicolas Kim Coppola

Attraverso suo padre, è nipote di Francis Ford Coppola. Quando aveva 15 anni chiese a zio Francis – che già aveva diretto film con Marlon Brando, Al Pacino, Gene Hackman e Robert De Niro – di fargli fare un provino, dicendo: «Ti faccio vedere cosa vuol dire recitare». Finì, ha scritto il New York Magazine, con un imbarazzante silenzio. Qualche anno dopo Nicolas Kim Coppola decise di liberarsi di quel pesante cognome e pare che scelse “Cage” perché appassionato dei fumetti di Luke Cage.

Michael Caine
Pseudonimo di Maurice Joseph Micklewhite

L’attore britannico, che ha recitato in più di cento film e ha vinto due volte l’Oscar, iniziò a recitare a vent’anni usando il nome d’arte Michael White. Scoprì però che c’era già un altro Michael White a Londra e, con un po’ di urgenza, gli serviva un nuovo nome. Era il 1954, parlando al telefono con il suo agente si guardò intorno e vide una locandina del film The Caine Mutiny, sull’ammutinamento del Caine. Scelse così di diventare Michael Caine. Anni dopo disse, scherzando, che rischiò di diventare noto al mondo con il nome Michael Mutiny.

Alice Cooper
Pseudonimo di Vincent Damon Furnier

Si è raccontato per molto tempo che scelse il nome (che è stato anche il nome del suo gruppo) mentre stava armeggiando con una tavoletta Ouija, quelle dove si dice che una manina invisibile sposti un puntatore (tenuto da molte mani vere) formando parole, che si dice siano scritte da qualche tipo di spirito. Cooper spiegò però che quella storia inventata era stata messa in giro da altri, ma che, per alimentare il mito, non fece niente per fermarla. Il problema è che poi il nome “Alice Cooper” divenne anche il nome del gruppo e lui, per poterlo usare come suo nome, deve pagare una royalty.

Sugar Ray Robinson
Pseudonimo di Walker Smith, Jr.

Uno dei più forti pugili di tutti i tempi (il più grande secondo Muhammad Ali) iniziò a combattere quando aveva 15 anni, cosa sulla carta proibita: quindi si fece prestare i documenti di iscrizione alla Amateur Athletic Union dall’amico Ray Robinson. Qualcuno disse di lui che era «dolce come lo zucchero» e il suo manager George Gainford iniziò a dire che si chiamava Sugar Ray Robinson.

Emma Stone
Pseudonimo di Emily Jean Stone

L’attrice di La La Land, e più di recente di Maniac, ha raccontato che quando aveva 16 anni e doveva iscriversi al SAG, scoprì che c’era già un’altra Emily Stone, una delle ragazze di Australia’s Next Top Model. Scelse allora Emma, perché non è molto diverso da Emily ma soprattutto perché era il nome di una delle Spice Girls: e lei era e continua a essere una sfegatata fan delle Spice Girls. Ha detto che comunque aveva iniziato a usare quel nome alle elementari, sempre in onore di Emma Bunton. Se volete un parametro per valutare il livello di passione di Emma Stone per le Spice Girls: nel 2014 dimostrò di saper rifare a memoria tutti i loro autografi.

John le Carré
Pseudonimo di David John Moore Cornwell

Lo scrittore iniziò a pubblicare romanzi mentre lavorava per l’MI6, il servizio segreto britannico. Le regole dell’MI6 vietano però di pubblicare romanzi con il proprio vero nome. Pare che scelse il suo a Londra, vedendo un negozio chiamato Le Carré.

Perché uno scrittore non si firma

Jamie Foxx
Pseudonimo di Eric Morlon Bishop

Prima di recitare e cantare Jamie Foxx faceva il comico e una sera, prima di una serata di stand up comedy, decise di chiamarsi Jamie Foxx. Non si sa granché sul perché scelse il cognome con due X, ma si è detto che scelse il nome “Jamie” – che va bene sia per uomini che per donne – perché aveva notato che per gli spettacoli comici le donne erano più richieste, probabilmente perché più rare.

Bono Vox
Pseudonimo di Paul David Hewson

Il cantante e leader degli U2 passò da diversi nomi (Steinhegvanhuysenolegbangbangbang, Huyseman, Houseman e Bon Murray) prima di decidere di chiamarsi e farsi chiamare Bono Vox, nome ispirato dalle parole latine “bona vox” (bella voce), che pare fosse il nome di un negozio di Londra.

E poi

Lady Gaga si chiama così per la canzone dei Queen.

Daniele Fabbri ha scelto di farsi chiamare Daniele Luttazzi in onore di Lelio Luttazzi.

Albert Brooks, attore, usa questo nome perché il suo vero nome è Albert Einstein.

David Bowie (nato come David Robert Jones) prese il cognome da uno storico protagonista della battaglia di Alamo.

Gigi Hadid, Ben Kinglsey sono tra quelli che hanno americanizzato i loro nomi veri – Jelena Noura Hadid, Krishna Pandit Bhanj – per renderli più semplici, e forse anche per trovare lavoro.

Lorenzo Cherubini voleva farsi chiamare Joe Vanotti, ma qualcuno sbagliò a capire e scrivere, e il nome divenne Jovanotti.

Norma Jeane Mortenson deve il suo nome a quello dell’attrice Marilyn Miller e il cognome alla madre.

Carlo Pedersoli spiegò il suo nome d’arte dicendo che gli piacevano la birra Budweiser e l’attore Spencer Tracy.

Ce ne sono tanti altri, lo sappiamo. Ci sono i commenti per questo.