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  • Giovedì 11 ottobre 2018

Almeno 6 persone sono morte per l’uragano Michael

Ha colpito la Florida e poi si è diretto verso nord, facendo moltissimi danni: è il terzo più potente uragano di sempre ad arrivare negli Stati Uniti

Panama City, Florida, 10 ottobre 2010 (BRENDAN SMIALOWSKI/AFP/Getty Images)
Panama City, Florida, 10 ottobre 2010 (BRENDAN SMIALOWSKI/AFP/Getty Images)

Almeno sei persone sono morte a causa dell’uragano Michael negli Stati Uniti. L’uragano è arrivato a terra mercoledì pomeriggio, portando venti molto forti e piogge torrenziali nello stato della Florida. Si è poi diretto verso il nordest della Georgia, perdendo forza, e dovrebbe arrivare giovedì nel North e South Carolina. Michael è considerato il più violento uragano che abbia colpito la Florida negli ultimi 80 anni e il terzo più potente di sempre ad arrivare in territorio statunitense. Quattro persone sono morte a nella contea di Gadsden, in Florida; un bambino è morto nella contea di Seminole, in Georgia, e un uomo è morto a Statesville, nella Carolina del Nord.

In Florida una persona è morta a causa della caduta di un albero e il governatore locale, Rick Scott, ha parlato di «devastazione inimmaginabile». Le immagini televisive trasmesse dalla zona costiera più colpita, quella attorno a Mexico Beach, hanno mostrato molte case distrutte a causa delle piogge e del vento. 500mila persone sono rimaste senza elettricità in Florida, Alabama, Carolina del Sud, Carolina del Nord e Georgia, dove è stato dichiarato lo stato di emergenza. L’uragano Michael è stato classificato di categoria 4 sulla scala Saffir-Simpson (che arriva fino a 5) e poi è stato declassato a tempesta di categoria 1.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump spiega nello Studio Ovale i potenziali danni dell’uragano, insieme alla ministra della Sicurezza nazionale, Kirstjen Nielsen, e a Brock Long, direttore dell’Ente federale per la gestione delle emergenze (FEMA), Washington DC, 10 ottobre 2018 (Win McNamee/Getty Images)

L’uragano aveva acquisito improvvisamente forza a nord del Golfo del Messico, cogliendo di sorpresa molti osservatori: prima di arrivare negli Stati Uniti, aveva ucciso 13 persone in America Centrale, di cui 6 in Honduras, 4 in Nicaragua e 3 in El Salvador.