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  • Domenica 2 settembre 2018

Come stanno le cose sull’abolizione dell’ora legale

Dal 2000 tutti gli stati dell'UE devono spostare l'orario due volte all'anno; in un sondaggio ufficiale molte persone hanno chiesto che ogni paese sia invece libero di scegliere per sé

(SEBASTIAN KAHNERT/AFP/Getty Images)
(SEBASTIAN KAHNERT/AFP/Getty Images)

A cavallo fra luglio e agosto, 4,6 milioni di persone hanno partecipato a un sondaggio pubblico della Commissione Europea sull’efficacia dell’ora legale, la convenzione per cui durante l’estate l’orario di tutta l’Europa viene spostato un’ora avanti, per sfruttare al meglio le ore di luce nell’arco della giornata. È stato il sondaggio pubblico più partecipato nella storia della UE, e ha prodotto risultati notevoli: l’84 per cento dei partecipanti ha chiesto che l’ora legale venga abolita (su 4,6 milioni di persone che hanno partecipato al sondaggio online, 3 milioni sono tedeschi; solo lo o,04 per cento dei votanti sono italiani). La Commissione proporrà al Parlamento e al Consiglio europei di abolire la direttiva che obbliga gli stati a cambiare l’ora due volte all’anno, lasciando quindi a ogni stato la libertà di fare come vuole.

Cosa diavolo sono ora legale e ora solare

L’ora legale è quella “estiva”, cioè adottata dai paesi tra marzo e ottobre, il periodo dell’anno in cui ci sono più ore di luce. Nel giorno più lungo dell’estate, in Italia, il sole sorge verso le 5.30 e tramonta entro le 21. Se non ci fosse l’ora legale, sorgerebbe alle 4.30 e tramonterebbe alle 20. Ma visto che fra le 4.30 e le 5.30 quasi tutti stanno ancora dormendo, di quell’ora di luce potrebbero goderne pochissime persone: lo spostamento delle lancette provoca invece un “allungamento” delle giornate e permette un po’ a tutti di godere di un’ora di luce in più, dalle 20 alle 21. Avere più luce di sera – è piuttosto intuitivo – fa anche risparmiare sui consumi di energia elettrica (secondo Terna per 116 milioni di euro all’anno, in Italia).

L’ora solare è quella naturale, quella “giusta”, valida nei mesi invernali tra ottobre e marzo e “aggiustata” nel resto dell’anno con l’ora legale. Cosa succederebbe se l’Italia decidesse di adottare solo l’ora legale a scapito di quella solare? D’inverno il sole tramonterebbe più tardi, come d’estate, ma poi farebbe buio fino a circa le 9 del mattino, un orario in cui è già iniziata la maggior parte delle nostre attività.

L’ora legale a chi conviene?

Per ragioni geografiche, gli stati del Sud Europa, come l’Italia, ottengono benefici superiori agli altri dall’ora legale. Dato che si trovano a circa metà strada fra Polo Nord ed Equatore, la durata delle giornate non varia moltissimo fra estate e inverno. Lo spostamento in avanti di un’ora, quindi, rende sì le giornate più lunghe, ma non in modo tale da avere luce a tarda sera.

Nei paesi del Nord Europa, invece, le giornate estive sono di per sé molto dilatate, visto che si trovano più vicini al Polo Nord: l’ora legale accentua un fenomeno già presente (e porta risparmi energetici molto ridotti). A Helsinki, in Finlandia, il sole sorge prima delle 4 e tramonta alle 22.50 il 21 giugno: in pratica scandisce una giornata da quasi 19 ore di luce, mentre se non ci fosse l’ora legale il sole tramonterebbe alle 21.50. Sempre il 21 giugno, a Berlino il tramonto è alle 21.33, a Parigi alle 21.58. In questi paesi da diversi anni vanno avanti campagne che chiedono l’abolizione dell’ora legale.

L’ora legale fa male alla salute?

Nei paesi che adottano questo sistema si discute sul fatto se l’ora legale porti a uno stato di stress temporaneo causato dal dormire un’ora di meno e dallo spostare i propri orari biologici. Una delle ricerche più complete in merito è quella del comitato scientifico del Parlamento tedesco, del 2016 (PDF). Si sono esaminati sette studi: alcuni mostrano rischi per la salute, altri suggeriscono che il cambio dell’ora non abbia alcun effetto. Il comitato ritiene comunque che le conseguenze sul corpo siano state sottostimate e meritino ulteriori studi. Chi sostiene i benefici dell’ora legale parla invece della maggiore propensione allo sport e allo stare all’aria aperta nei mesi estivi.

E ora?

Non è chiaro come si comporterà il Parlamento Europeo, dove sul tema potrebbero nascere alleanze fra i paesi del Nord. Per abolire la direttiva ci vorrà però un procedimento che richiede l’approvazione sia del Parlamento sia del Consiglio della UE, dove sono presenti tutti i governi dei 28 stati dell’Unione.