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  • Lunedì 20 agosto 2018

In Spagna ci sono più maiali che persone

Ed è un problema per l'ambiente, sia per le emissioni di gas serra che per il grande consumo di acqua dell'industria suina

Maiali neri iberici vicino a Santa Teresa (PIERRE-PHILIPPE MARCOU/AFP/Getty Images)
Maiali neri iberici vicino a Santa Teresa (PIERRE-PHILIPPE MARCOU/AFP/Getty Images)

Secondo i dati diffusi dal ministero dell’Ambiente spagnolo, per la prima volta in Spagna il numero dei maiali ha superato quello delle persone (50 milioni di maiali contro 46,5 milioni di persone). I dati mostrano che oggi ci sono 9 milioni di maiali in più rispetto al 2013, un aumento che ha fatto emergere nuove preoccupazioni sull’impatto ambientale dell’industria suina, che in Spagna produce più di 4 milioni di tonnellate di prodotti e che lo scorso anno ha generato 6 miliardi di euro di profitti.

La questione ambientale relativa alla popolazione suina è piuttosto articolata. In Spagna la popolazione di suini è la quarta fonte di gas serra inquinanti dopo il trasporto, la produzione di elettricità e l’industria in generale, e secondo gli ambientalisti i nitrati dei prodotti di scarto degli animali stanno iniziando a inquinare le falde acquifere. I maiali inoltre consumano grandi quantità di acqua – circa 15 litri al giorno ciascuno – e questo è un grosso problema per un paese che ha attraversato periodi di siccità: come ha scritto il Guardian, l’industria suina usa complessivamente più acqua che le città di Saragozza, Siviglia e Alicante messe insieme.

Il dibattito sull’impatto ambientale sta provocando ulteriori guai a un’industria che da tempo è al centro di critiche e scandali. Negli ultimi anni, per esempio, sono stati diversi i casi di frode nell’attribuzione della denominazione pregiata al jamón ibérico de bellota, un tipo di prosciutto molto pregiato che può essere venduto al dettaglio anche per qualche centinaia di euro al chilo. Il jamón ibérico de bellota si ottiene da un tipo particolare di maiale che trascorre gli ultimi mesi della sua vita nei boschi di querce conosciuti come dehesa, nutrendosi di ghiande; la carne deve poi essere stagionata per un minimo di 36 mesi. È un processo molto lento, e visto che la domanda supera l’offerta, alcuni allevatori imbrogliano.

Il governo spagnolo sta studiando alcune norme che permettano di regolare meglio il settore dell’industria suina e il suo impatto sull’ambiente, cercando di portare a termine un processo iniziato anni fa ma mai terminato dai due precedenti governi.