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  • Domenica 5 agosto 2018

L’attacco contro Nicolas Maduro

Il presidente venezuelano ha detto che due esplosioni sentite a un suo comizio erano droni esplosivi che volevano ucciderlo, ma che ne è uscito illeso

Il momento del tentato attacco a Maduro. (Xinhua via AP)
Il momento del tentato attacco a Maduro. (Xinhua via AP)

Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha evitato un tentato assassinio, hanno detto le autorità del paese: mentre stava tenendo un comizio a Caracas, durante una parata militare trasmessa in diretta televisiva, si sono sentite due esplosioni che Maduro ha detto essere state causate da due droni armati esplosi in aria prima di raggiungerlo. Non è chiaro se siano stati fatti esplodere o se siano stati abbattuti. Maduro è illeso, ma altre sette persone sono state ferite, ha detto il governo venezuelano.

Poche ore dopo Maduro ha parlato dal palazzo presidenziale, annunciando che i responsabili dell’attacco sono stati arrestati. Maduro ha detto che «tutto conduce all’estrema destra venezuelana in alleanza con l’estrema destra colombiana, e dietro all’attacco c’è il presidente colombiano Juan Manuel Santos». Un portavoce di Santos, che nel 2016 aveva vinto il premio Nobel per la pace, ha smentito il suo coinvolgimento.

Le esplosioni si sono sentite intorno alle 17.30 locali, mentre Maduro stava parlando davanti a migliaia di soldati alla parata per l’81esimo anniversario della Guardia nazionale. Il momento delle esplosioni è stato ripreso in diretta: si vede Maduro – in piedi vicino alla moglie Cilia Flores – interrompersi durante il discorso per un’esplosione, per poi riprendere a parlare prima di essere accerchiato dalle guardie del corpo, che lo hanno protetto con degli schermi antiproiettile. Maduro ha detto che inizialmente pensava che i droni fossero un effetto pirotecnico in suo onore. Il procuratore generale venezuelano Tarek William Saab dice che l’attacco non mirava soltanto a Maduro ma a tutto l’alto comando dell’esercito venezuelano. Un piccolo gruppo paramilitare ha rivendicato l’attacco, ma ci sono molti dubbi sull’autenticità della rivendicazione.

Secondo Associated Press, però, dei funzionari dei vigili del fuoco hanno contraddetto la versione di Maduro, sostenendo che l’esplosione sia stata causata da una fuga di gas in un’abitazione poco distante. Alcune foto diffuse dalle agenzie fotografiche mostrano le autorità venezuelane ispezionare un’abitazione esplosa, ma non ci sono altri dettagli su questa versione. Il Venezuela è un paese in cui i giornalisti internazionali hanno difficoltà a confermare le notizie, ed è probabile che nei prossimi giorni emergeranno varie teorie alternative sulle esplosioni, difficili da verificare.

David Smilde, esperto di Venezuela del Washington Office on Latin America, ha detto però ad Associated Press che quello che è accaduto a Caracas non sembra essere stata una messinscena di Maduro: l’attacco sembra essere stato amatoriale, e ha provocato la trasmissione in diretta delle immagini di Maduro incerto e interrotto a metà di un discorso, mostrandolo vulnerabile. Già l’anno scorso, un agente di polizia di nome Óscar Pérez aveva dirottato un elicottero e tentato un attacco a diversi palazzi presidenziali per uccidere Maduro. Perez era stato poi a lungo ricercato, e infine ucciso dalle forze di sicurezza.

Maduro, che è presidente del Venezuela dal 2013 ed è stato rieletto soltanto lo scorso maggio, è solito accusare i gruppi di destra del paese e le altre opposizioni di organizzare dei piani per rovesciare il suo governo. In questi anni ha mantenuto il suo potere in modo autoritario, cercando di rafforzare il suo controllo sul paese svuotando di poteri le istituzioni democratiche, rimandando le elezioni e arrestando decine di avversari politici. Il Parlamento del paese, che alle ultime elezioni era passato sotto il controllo dell’opposizione, è stato chiuso e sostituito con un nuovo organo legislativo controllato dai sostenitori di Maduro. Nelle proteste, andate avanti per mesi, sono morte oltre 100 persone.

Dopo cinque anni di governo di Maduro, poi, il paese sta attraversando una gravissima crisi economica e politica, che ha riportato milioni di venezuelani nella povertà e nella fame e ha costretto centinaia di migliaia di altri a scappare dal paese. Oggi nel paese non funziona praticamente più niente: gli ospedali sono in pessime condizioni, le medicine si trovano solo al mercato nero, gli scaffali dei supermercati sono spesso vuoti, manca il cibo e migliaia di persone rovistano nei rifiuti tutti i giorni per trovare qualcosa da mangiare e si stanno diffondendo malattie come l’HIV e la malaria. L’inflazione è a livelli tali che il governo ha deciso di introdurre dal 20 agosto una nuova valuta per sostituire quella attuale, praticamente senza valore. Sono necessari molti giorni di lavoro al salario minimo anche solo per comprare una dozzina di uova.