Le regioni che distribuiscono contraccettivi gratis

La Lombardia si è aggiunta a Puglia, Emilia-Romagna, Piemonte e Lazio, approvando un documento che dovrebbe renderli disponibili per chi ha meno di 24 anni

Martedì il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato un documento che, quando diventerà operativo, dovrebbe consentire a chi ha meno di 24 anni di ottenere gratuitamente qualsiasi tipo di contraccettivo presso i consultori pubblici e privati della regione (dove attualmente è gratuita soltanto la visita per la contraccezione). Il documento è un ordine del giorno alla manovra di bilancio, presentato dalla consigliera del Partito Democratico Paola Bocci e passato con 63 voti a favore e un voto non espresso. Nello stesso ordine del giorno è stato approvato anche un emendamento chiesto dal PD che incrementa di 200mila euro i fondi per la rete dei centri antiviolenza.

L’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera ha rilasciato una dichiarazione in cui sostiene che «tutti gli ordini del giorno alla manovra di assestamento di bilancio presentati in materia di Sanità sono stati accolti modificando la dicitura “impegna” con “invita” nel testo», sostenendo che la distribuzione gratuita nei consultori non sarebbe vincolante ma da applicare «nell’ambito e nei limiti delle disponibilità di bilancio». Il PD della Lombardia ha smentito la versione di Gallera diffondendo un audio estratto dalla seduta del Consiglio: il documento approvato impegna la giunta a garantire copertura economica al servizio.

La prima regione italiana ad aver approvato un documento simile era stata la Puglia nel 2008, quando l’assessorato alle Politiche della salute chiese la distribuzione di anello vaginale e alcuni contraccettivi ormonali nei consultori per diverse categorie di donne. Quelle con meno di 24 anni, quelle che hanno partorito e allattano al seno o hanno già effettuato una interruzione volontaria di gravidanza; per le immigrate senza permesso di soggiorno in possesso del codice “Straniero Temporaneamente Presente”; per le cittadine donne dell’Unione Europea indigenti e irregolari con codice “Europeo Non Iscritto”.

Alla fine del 2017 fu l’Emilia-Romagna ad approvare una delibera simile, che riguardava le persone residenti in un comune della regione e iscritte al Servizio Sanitario Nazionale che hanno meno di 26 anni, le donne disoccupate (cioè con esenzione E02 che dispensa dal pagamento dei ticket sanitari) e le donne “colpite dalla crisi” (cioè con esenzione E99 per chi è in cassa integrazione, mobilità o con contratto di solidarietà, sotto a un certo reddito). Queste categorie di persone possono richiedere contraccettivi ormonali, quelli per la contraccezione d’emergenza, impianti sottocutanei, dispositivi intrauterini e preservativi femminili e maschili. Sono gratuite anche la visita per la contraccezione e l’inserimento e rimozione dei dispositivi intrauterini e degli impianti sottocutanei. Il provvedimento è operativo dal gennaio del 2018, ma non tutte le aziende sanitarie locali, che gestiscono i consultori pubblici, si sono ancora attrezzate: occorre prima contattare un consultorio per sapere se garantisce già il servizio.

Lo scorso 3 luglio anche il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato una proposta di delibera presentata dai consiglieri di Liberi e Uguali Marco Grimaldi e Silvana Accossato. Oltre a garantire in tutte le aziende sanitarie la presenza del 50 per cento di medici non obiettori, renderebbe gratuiti i contraccettivi per le persone al di sotto dei 26 anni e per le donne disoccupate fra i 26 e i 45 anni. Il documento è in attesa di diventare un provvedimento ufficiale, e il servizio dovrebbe diventare operativo solo nei prossimi mesi. Il 5 luglio la direzione alla Salute e politiche sociali della regione Lazio ha emesso una determinazione in cui chiede ai consultori di attrezzarsi per assicurare «la gratuità del contraccettivo di emergenza a base di ulipristal acetato alle ragazze minori».

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