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  • Venerdì 27 luglio 2018

Il Venezuela toglierà cinque zeri dalle sue banconote

I soldi non valgono più niente – l'inflazione è arrivata a un milione per cento in un anno – e dal 20 agosto inizierà a circolare una nuova valuta, ma secondo molti non funzionerà

Banconote da 10.000 bolivar (JUAN BARRETO/AFP/Getty Images)
Banconote da 10.000 bolivar (JUAN BARRETO/AFP/Getty Images)

Il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, ha annunciato che a partire dal 20 agosto in Venezuela circolerà una nuova moneta, il bolívar soberano (bolívar sovrano), che avrà cinque zeri in meno rispetto al bolívar fuerte (bolívar forte), la valuta usata oggi e rimasta praticamente senza valore. La decisione è stata presa per provare a tenere il passo con l’iperinflazione che secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale (FMI) raggiungerà il milione per cento su base annua entro dicembre. Il governo di Maduro aveva già previsto una riforma della sua moneta nel giugno scorso: allora l’idea era quella di togliere solo tre zeri, ma l’applicazione del piano era stata rimandata due volte.

Il bolívar soberano sarà legato al petro, la criptovaluta controllata dallo stato e introdotta dal governo lo scorso febbraio per aggirare le sanzioni finanziarie imposte al Venezuela. In teoria il valore del petro è basato sulle riserve petrolifere nazionali, quindi su un petrolio di fatto non ancora estratto e su cui ci sono moltissime incertezze. Francisco Rodríguez, economista esperto di Venezuela che lavora alla banca di investimenti Torino Capital a New York, ha detto al Financial Times: «Visto che non c’è mercato [per il petro], non c’è nemmeno un prezzo di mercato, quindi è difficile capire cosa significhi ancorarlo a qualcosa. Il governo venezuelano mantiene la capacità di stampare petro. Questo rende il fatto di legare il bolívar al petro non tanto diverso dal legare il bolívar a sé stesso».

Diversi analisti sono molto scettici sulle possibilità di successo del nuovo bolívar e sostengono che anche quando la nuova moneta inizierà a circolare il suo valore sarà molto basso.

A giugno l’Assemblea nazionale, ovvero il Parlamento venezuelano controllato dalle opposizioni e rimasto praticamente senza poteri, ha stimato il tasso di inflazione al 46.305 per cento annuo. Ha sostenuto che la banconota più grande, quella da 500 bolívar (50.000.000 di bolívar attuali), varrà solo 6 dollari alla fine di agosto, e 20 centesimi alla fine dell’anno. La banconota da 500 bolívar sarà di colore marrone e avrà stampata l’immagine di Simón Bolívar introdotta dal chavismo nel 2012 e criticata dalle opposizioni per la sua leggera somiglianza all’ex presidente venezuelano Hugo Chávez, il predecessore di Maduro.

Alcune delle nuove banconote che inizieranno a circolare in Venezuela dal 20 agosto (Banca Centrale del Venezuela)

Il Venezuela sta attraversando da almeno quattro anni una gravissima crisi economica, finanziaria e umanitaria, e oggi nel paese non funziona praticamente più niente: gli ospedali cadono a pezzi, le medicine si trovano solo al mercato nero, gli scaffali dei supermercati sono praticamente sempre vuoti, manca il cibo e migliaia di persone rovistano nei rifiuti tutti i giorni per trovare qualcosa da mangiare e si stanno diffondendo malattie come l’HIV e la malaria. Con l’iperinflazione attuale, sono necessari molti giorni di lavoro al salario minimo anche solo per comprare una dozzina di uova, e negli ultimi due anni centinaia di migliaia di venezuelani sono scappati dal loro paese, una crisi che ha le dimensioni di quella dei profughi siriani in Europa.