«Attenzione prego»

La Stampa ha raccolto la storia e le storie intorno al Publiphono, il sistema di annunci radio che da più di mezzo secolo trasmette sulle spiagge di Rimini

L'altalena in mare in una foto vintage di un'estate a Rimini (ANSA)
L'altalena in mare in una foto vintage di un'estate a Rimini (ANSA)

Oggi La Stampa ha pubblicato un articolo di Pierangelo Sapegno che racconta la storia e le storie intorno al Publiphono, lo storico servizio di annunci attivo nelle spiagge di Rimini e delle città costiere limitrofe.

Se siete capitati da quelle parti almeno una volta, sapete di cosa si parla: il Publiphono trasmette quotidianamente bollettini della Capitaneria di porto sullo stato del mare, scandendo la giornata a orari prestabiliti, oltre a varie altre cose fra cui un notiziario, annunci pubblicitari, e soprattutto comunicazioni per ritrovare bambini e anziani smarriti tra le distese di ombrelloni delle grandi spiagge della riviera, che solo nella zona di Rimini sono occupate da più di duecento stabilimenti balneari. Nel 2017, ad esempio, sono state smarrite e ritrovate 1064 persone. Nell’ultimo mese sono state 230.

La voce del Publiphono è un ricordo trasversale a diverse generazioni di bagnanti, visto che esiste dal 1946, e riesce a stimolare quella particolare nostalgia per le estati passate che lungo la costa adriatica romagnola riguarda soprattutto la stagione d’oro degli anni Ottanta e Novanta. Dietro ci sono delle storie, ovviamente: Publiphono fu inventato da un sergente sbarcato in Normandia con gli Alleati, e da un certo punto in poi si decise di riservare gli annunci di smarrimento a bambini e anziani, per evitare di svelare involontariamente relazioni extraconiugali.

Nel volto nuovo di Rimini c’è ancora questa voce che viene da lontano, quasi uno strappo al cuore della memoria che ti insegue lungo questa spiaggia interminabile, fra la gente distesa pigramente sotto gli ombrelloni. «Attenzione prego». Un gruppo di ragazzini gioca a pallone sulla spiaggia dietro il bar. Il falegname Gennaro Malvoglio guarda il mare, lato cabine, caffè freddo in mano. Ma quella voce di donna dagli altoparlanti, uno se la ricorda come se fosse oggi, come se fosse sempre la stessa che sta dicendo «si è smarrito un bambino di nome Filippo. Indossa un costumino di colore rosso».

È sparita la notte a Rimini da quel giorno che Gianni Fabbri chiuse il Paradiso «perché tutto finisce, ed è stato bello, ma è finito», anche se adesso Publiphono sta annunciando la 13ma edizione della Notte Rosa, – «stasera il cantante Alvaro Soler» -, e anche se faranno i concerti all’alba in omaggio a quella follia passata: quell’epoca non c’è più, però questa voce che ti rincorre, questi altoparlanti che scandiscono le tue giornate al sole, questo ricordo eterno di Rimini è ancora qui. Si chiama Publiphono.

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