• Mondo
  • Domenica 17 giugno 2018

L’Aquarius è arrivata a Valencia

La nave carica di migranti respinta dalle autorità italiane è arrivata nel porto spagnolo dopo un viaggio di sei giorni

(PAU BARRENA/AFP/Getty Images)
(PAU BARRENA/AFP/Getty Images)

La nave Aquarius della ong Sos Mediterranee, che da una settimana è al centro di un caso politico in Italia e in Europa, è arrivata stamattina all’alba nel porto di Valencia, messo a disposizione dal governo spagnolo per accogliere i 629 migranti che la ong aveva soccorso una settimana fa al largo della Libia. Nel suo tragitto verso Valencia, l’Aquarius è stata accompagnata da una nave della Marina militare italiana, la Orione, e una della Guardia costiera, la Dattilo, che hanno preso a bordo alcuni migranti che in origine si trovavano sull’Aquarius. La Dattilo è stata la prima ad attraccare materialmente nel porto di Valencia, stamattina alle 6. Intorno alle 10.30 è toccato all’Aquarius, mentre più tardi è stato il turno della Orione.

In tutto 523 migranti sono arrivati a Valencia a bordo delle navi italiane. Sull’Aquarius oggi ci sono 52 donne, 10 bambini e 45 uomini, tra cui alcuni con sindrome da annegamento o gravi ustioni da carburante e acqua salata. Al porto di Valencia si stanno occupando di loro circa 2.500 persone, fra cui un migliaio di volontari di Croce Rossa e 450 traduttori. Una volta sbarcati, le autorità spagnole si occuperanno di gestire le loro richieste di protezione internazionale (si stima che tutti i migranti soccorsi ne facciano richiesta). Marco Imarisio del Corriere della Sera scrive che «nell’attesa che si definisca il loro status giuridico, la maggior parte dei migranti dell’Aquarius trascorreranno le loro giornate in abitazioni private, messe a disposizione dai cittadini di Valencia e dalla curia. Solo i minori non accompagnati, una settantina, verranno trasferiti insieme in un apposito centro ad Alicante.»

Il caso Aquarius era iniziato sabato della settimana scorsa, quando la nave aveva chiesto il permesso delle autorità italiane per attraccare in un porto della Sicilia e far sbarcare i 629 migranti soccorsi in diverse operazioni nei giorni precedenti. Il nuovo governo italiano aveva negato alla Aquarius l’autorizzazione per arrivare in Italia – per dare un segnale all’Europa, secondo il ministro dell’Interno Matteo Salvini – e aveva chiesto al governo di Malta di gestire l’accoglienza dei migranti a bordo; Malta aveva rifiutato sostenendo che secondo il diritto internazionale stava all’Italia prendersene carico. La Aquarius aveva quindi seguito l’indicazione dell’Italia di attendere nuovi ordini, ed era rimasta per tre giorni  tra Malta e la Sicilia finché non era arrivata l’offerta del nuovo governo spagnolo, guidato dal socialista Pedro Sánchez, di accoglierla nel porto di Valencia.

L’Aquarius e in generale le ong che soccorrono i migranti non scelgono di attraccare in Italia per caso, ma perché seguono la cosiddetta convenzione di Amburgo del 1979 e altre norme sul soccorso marittimo, che prevedono che gli sbarchi di persone soccorse in mare debbano avvenire nel primo “porto sicuro” sia per prossimità geografica sia dal punto di vista del rispetto dei diritti umani.

Inizialmente Sos Mediterranee aveva rifiutato l’offerta della Spagna perché non riteneva il proprio equipaggio e le persone soccorse in una condizione tale da sopportare un viaggio così lungo; si è poi convinta quando le autorità italiane hanno concesso il supporto di due navi, che hanno molto alleggerito l’onere per la ong.

Il viaggio fino in Spagna non è stato facile. A causa del maltempo la nave era stata costretta a seguire una rotta più lunga del solito, e ha costeggiato la Sardegna, la Corsica e la Francia meridionale. Tre giorni fa il ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva fatto sapere che non intendeva ritornare sulla sua decisione e che non avrebbe dato l’autorizzazione all’Aquarius a fermarsi in Sardegna, nonostante il peggioramento delle condizioni del tempo. Gli ultimi due giorni di navigazione sono invece stati piuttosto tranquilli.